Indagini sul G8 della Maddalena: Bertolaso indagato si dimette. Berlusconi: "E’ una persecuzione"

Indagini sul G8 della Maddalena: Bertolaso indagato si dimette. Berlusconi: “E' una persecuzione”Che ci sia una categoria di persone pagata con i soldi dei contribuenti che si esercita a perseguitare con processi sempre e comunque infondati è un male italiano che mi sento di denunciare”. Così il premier, Silvio Berlusconi, difende, alla presentazione del libro di Bruno Vespa, il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Berlusconi ha parlato con il capo della Protezione civile e avanza la possibilità che non lasci l'incarico: “L'ho sentito per telefono per comunicargli che il Consiglio dei ministri aveva respinto le dimissioni che lui, con grande generosità, aveva tributato. Gli ho riferito dell'applauso del Consiglio dei ministri e lui mi è parso voler continuare”.Le dimissioni dopo l'avviso – “Per non intralciare l'operato degli organi inquirenti, ho immediatamente messo a disposizione del presidente del Consiglio tutti i miei incarichi”. Così il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, raggiunto da un avviso di garanzia per corruzione nell'ambito dell'inchiesta di Firenze sugli appalti per il G8 mancato della Maddalena, comunica attraverso una nota l'intenzione di lasciare l'incarico della guida della Protezione civile. “Mi sono sempre definito un servitore dello Stato e, come sempre – ha commentato – rimango a disposizione del mio paese”. Bertolaso, a proposito dell'avviso di garanzia che gli è stato notificato, ha fatto sapere di essere intenzionato a chiedere “al pubblico ministero che si sta occupando dell'indagine di procedere al più presto al mio interrogatorio, così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso”. Bertolaso ha assicurato pieno supporto “al personale della polizia giudiziaria al quale sono stati consegnati tutti i documenti in nostro possesso. Ribadisco ancora una volta – conclude – la più totale fiducia nell'operato della magistratura”.Berlusconi respinge le dimissioni – Pronta la risposta del presidente del Consiglio che invita Bertolaso a ritirare le dimissioni e quindi a rimanere al suo posto. E' quanto aveva auspicato Gianni Letta: “Spero che il presidente Berlusconi rinnovi a Bertolaso, a nome di tutto il governo, la sua fiducia. La mia l'ha sicuramente”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio ai giornalisti a margine di una cerimonia militare. “Conoscete la stima – ha detto Letta ai giornalisti – che ho per Bertolaso e non posso che confermarla nella maniera più seria e più convinta”. “Sono sicuro – ha aggiunto – che chiarirà presto ogni cosa e spero che il presidente del Consiglio, al quale ha messo a disposizione i suoi incarichi adesso in Consiglio dei ministri, gli rinnovi a nome di tutto il governo la sua fiducia. La mia la ha sicuramente”.Gli arrestati – In carcere sono finiti Angelo Balducci (da tempo sotto inchiesta anche a Roma nell'ambito di una mega-indagine riguardante l'assegnazione di appalti per grandi eventi), incaricato dell'attuazione delle opere per il G8 alla Maddalena e attualmente presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Con lui, è stato arrestato il suo successore nell'incarico per le opere a La Maddalena, Fabio De Santis. Il terzo a finire in manette è l'imprenditore romano Diego Anemone, dell'omonimo gruppo, che si è aggiudicato la conversione dell'ex arsenale della Maddalena e che aveva interessi nei lavori per i mondiali di nuoto. Il quarto arrestato, Mauro della Giovampaola, ha occupato incarichi di rilievo nella protezione civile; attualmente è braccio destro dell'architetta Elisabetta Fabbri, commissario straordinario per i Nuovi Uffizi, e fa parte della struttura incaricata di portare a compimento le opere per i 150 anni dell'Unità d'Italia, fra cui l'auditorium della musica di Firenze.Indagato il magistrato Achille Toro – Il procuratore aggiunto della repubblica di Roma. Insieme con Toro è indagato anche il figlio Camillo, uno dei destinatari delle perquisizioni compiute oggi nella capitale dai carabinieri del Ros. Il loro coinvolgimento nell'indagine della magistratura fiorentina potrebbe essere collegato ad una fuga di notizie riguardante un'inchiesta della magistratura di Roma e della quale avrebbero beneficiato alcuni indagati.Per il G8 spesi 327milioni di euro – La somma è stata in gran parte utilizzata per ristrutturare l'ex arsenale militare dell'isola abbandonato da decenni e ridotto a discarica di amianto e idrocarburi. Gli interventi realizzati sono stati più volte oggetto di polemiche, ma sono stati difesi di recente dal capo della protezione civile Guido Bertolaso. Quei soldi non sono stati buttati, ha detto Bertolaso incontrando i giornalisti sull'isola: le strutture nate per ospitare i Grandi saranno l'occasione per il rilancio turistico, economico e anche occupazionale – ha spiegato – non solo della Maddalena, ma dell'intera Gallura.L'origine dell'inchiesta – Verte sui progetti per i “grandi eventi” l'inchiesta della procura di Firenze. Secondo la procura l'inchiesta avrebbe rivelato una serie di corruzioni per appalti di alcune grandi opere, che sarebbero stati assegnati nel quadro di uno scambio di favori tra dirigenti dello Stato e imprenditori. Da indiscrezioni di stampa, emerge che l'inchiesta fiorentina si intreccia con quelle romane sugli appalti per le celebrazioni del 150/o dell'Unità d'Italia, sui mondiali di nuoto e sul mancato G8 alla Maddalena. I pm toscani hanno iniziato a indagare sul G8 alla Maddalena in seguito a un'intercettazione dell'inchiesta sull'urbanizzazione dell'area Castello di Firenze, che vede indagati due ex assessori fiorentini e il patron di Fondiaria-Sai Salvatore Ligresti.Indagine partita da un'intercettazione – L'inchiesta è nata infatti da un'intercettazione disposta per le indagini sullo sviluppo urbanistico dell'ex area Fiat a Castello, di proprietà di Fondaria-Sai, gruppo Ligresti. E anche quest'ultima era nata da un'intercettazione telefonica eseguita nell'ambito di un'altra indagine fiorentina. L'inchiesta su Castello esplode il 27 novembre 2008, quando l'area viene sequestrata, e scuote Palazzo Vecchio e il Pd: tra i sette indagati figurano gli allora assessori Gianni Biagi, che si dimetterà, e Graziano Cioni, Salvatore Ligresti e il suo braccio destro Fausto Rapisarda, un collaboratore di quest'ultimo e due architetti, Marco Casamonti e Vittorio Savi. Corruzione il reato ipotizzato, per un presunto scambio di favori nella trasformazione urbanistica dei terreni di Fondaria Sai, 168 ettari da edificare con case, negozi, alberghi, scuole, uffici di Regione, uffici della Provincia oltre a un parco pubblico da 80 ettari. Questo in base a una convenzione del 2005: dall'estate 2008 si fa avanti anche l'ipotesi di ospitare a Castello, togliendo ettari al parco, il nuovo stadio che vorrebbero i Della Valle per la Fiorentina.

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