Antitrust, sollecita interventi normativi su Poste, Ferrovie, autostrade e aeroporti

Occorrono riforme con un disegno complessivo.
E per la Legge annuale sulla concorrenza rivendica più potere

Occorre rivedere in via prioritaria le norme che proteggono dalla concorrenza i servizi postali, ferroviari, autostradali e aeroportuali. Lo chiede l’Antitrust nella segnalazione inviata a Governo e Parlamento in vista della prima legge annuale sulla concorrenza. Per l’Autorità la legge annuale rappresenta uno strumento normativo di particolare efficacia per completare il processo di modernizzazione concorrenziale dell’economia nazionale. Le riforme, che dovranno essere continue nel tempo e progressive, dovranno partire dai settori più critici e svilupparsi verso quelli meno protetti in un disegno complessivo e graduale.
Poste, Ferrovie, Autostrade e Aeroporti rappresentano, secondo l’Antitrust, i settori sui quali intervenire in via prioritaria per definire un assetto realmente competitivo della realtà economica del Paese. Sono comparti che vanno accompagnati dalla creazione di regolatori autorevoli e indipendenti, evitando però di istituire nuove Autorità.
Per le banche e le assicurazioni l’Autorità ribadisce l’esigenza di una legge di principi che riformi la governance. Essenziali le riforme anche nel settore dell’energia, a partire da un nuovo assetto della rete dei carburanti che va resa più efficiente e da una modifica delle modalità di accesso al mercato dello stoccaggio.
Nella segnalazione a Governo e Parlamento l’Autorità chiede maggiori poteri per poter tutelare meglio la concorrenza e i consumatori.

Di seguito le indicazioni per i principali settori.

POSTE, NO A MERCATI RISERVATI
Nelle poche aree liberalizzate del settore postale la concorrenza è ostacolata dalle scelte normative compiute alla fine degli anni ’90 che consentono a Poste Italiane, fornitore del servizio universale, di estendere il proprio monopolio in riserva legale anche nelle aree già aperte alla competizione. Entro la fine di quest’anno, con il recepimento della direttiva 2008/6/CE, il settore dovrà essere completamente aperto alla concorrenza, eliminando ogni possibilità di mantenere ambiti di mercato riservati. Vanno inoltre individuate modalità più concorrenziali di finanziamento del costo dell’offerta del servizio postale universale. Da rivedere sia le condizioni di accesso alla rete postale, attualmente nella sostanza definite da Poste Italiane, sia gli aspetti tariffari per la fornitura dei relativi servizi.

FERROVIE, PIU’ GARE E DISTINZIONE CHIARA TRA SERVIZIO PUBBLICO E SETTORI APERTI ALLA CONCORRENZA

Nel settore dei trasporti ferroviari le difficoltà incontrate dal processo di liberalizzazione si traducono in condizioni di offerta scarsamente concorrenziali sia in termini di prezzo che di qualità del servizio. In particolare hanno pesato la mancanza di una chiara distinzione tra settori aperti alla concorrenza e settori che svolgono il servizio pubblico, insieme alla prassi delle proroghe di concessioni di lunga durata nel trasporto regionale. Il risultato sono stati sussidi pubblici che avrebbero potuto essere inferiori, condizioni non competitive di offerta e in generale bassi standard qualitativi.
Per l’Autorità occorre dunque che la Legge annuale indichi chiaramente nuove linee di regolazione del settore: serve una precisa definizione dell’ambito di servizio universale, identificando direttrici e servizi meritevoli di contribuzione e distinguendo fra dimensione regionale e interregionale del servizio. Una soluzione del genere consentirebbe di individuare con trasparenza, pubblicità e verificabilità il perimetro del servizio in affidamento e la corretta quantificazione del relativo corrispettivo. La nuova regolazione di settore dovrà inoltre prevedere l’obbligo di procedere sempre tramite gara all’aggiudicazione della gestione dei servizi di trasporto nelle aree non profittevoli, ad iniziare da quelli regionali, per minimizzare il ricorso ai sussidi pubblici a parità di livelli tariffari e qualità dei servizi resi.

GARE E DURATA DELLE CONCESSIONI ADEGUATE PER AUTOSTRADE E AEROPORTI

Anche i servizi autostradali e aeroportuali, gestiti da concessionari che operano in monopolio, sono insoddisfacenti. L’Antitrust ribadisce, per le Autostrade, la necessità di procedere a selezioni ad evidenza pubblica per l’individuazione del concessionario, e di limitare durata e ambito delle concessioni.
Anche sulle gestioni aeroportuali hanno pesato l’assenza di procedure di gara, mediante sistematici rinnovi di concessioni di durata ingiustificatamente lunga (fino a 40 anni) e l’elevata frammentazione dell’attività regolatoria, in parte svolta dall’ENAC, in parte dal CIPE. Per l’Antitrust i corrispettivi applicati dai gestori agli operatori aeroportuali devono trovare la loro base unicamente nei costi effettivamente sostenuti per la gestione dell’infrastruttura.
E’ necessario inoltre rimuovere le disposizioni regolamentari che, mantenendo restrizioni alle capacità operative dei più importanti aeroporti, costituiscono impedimenti all’incremento del numero dei concorrenti.

REGOLATORI INDIPENDENTI SU POSTE E TRASPORTI SENZA CREARE NUOVE AUTHORITY

Nel settore postale e dei trasporti, a garanzia del completamento dei processi di liberalizzazione e dell’effettivo raggiungimento di risultati concorrenziali, occorre l’istituzione di due regolatori caratterizzati da indipendenza ed elevata competenza tecnica. L’applicazione dei generali principi di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa suggerisce di evitare la proliferazione di organismi di controllo: le nuove funzioni vanno attribuite ad Autorità già esistenti che possiedano le caratteristiche richieste. Le Autorità già operative potranno eventualmente istituire sezioni separate all’interno della propria struttura organizzativa, per supplire ai nuovi compiti di regolazione pro-concorrenziale.

ENERGIA, RIFORMARE DISTRIBUZIONE CARBURANTI E MODIFICARE NORME SU STOCCAGGIO

Nel settore energetico occorre mettere mano alla distribuzione dei carburanti, caratterizzata da un grado molto elevato di inefficienza. Anche se l’accesso all’attività è stato di recente liberalizzato, si devono eliminare i vincoli residui sui limiti di orari e la varietà merceologica dei servizi offerti, incentivando contemporaneamente lo sviluppo di una struttura distributiva più snella ed efficiente. L’Antitrust vede con favore iniziative finalizzate a garantire una maggiore indipendenza, nell’ambito della filiera di settore, tra distributori e produttori: non devono però essere introdotte forme di regolazione strutturale e dei prezzi. Piuttosto vanno introdotti appropriati incentivi che inneschino un processo di ristrutturazione della rete carburanti basato su criteri di mercato e improntato a criteri di efficienza.
Nel mercato del gas per l’Antitrust è fondamentale che si consolidi l’utilizzo di procedure ad evidenza pubblica per la selezione dei nuovi concessionari della distribuzione. E’ inoltre necessario modificare le procedure di accesso all’attività di stoccaggio, per ridurre i vantaggi del concessionario della coltivazione, rendendo più efficienti e trasparenti le procedure di assegnazione delle nuove concessioni gestite dal Ministero dello sviluppo economico.

PER BANCHE E ASSICURAZIONE LEGGE DI PRINCIPI SULLA GOVERNANCE

Per l’Antitrust l’elemento di maggiore problematicità resta quello degli assetti di governance delle banche e delle assicurazioni: l’ampia diffusione di legami azionari e personali fra operatori concorrenti e la figura ambigua dell’amministratore indipendente sono elementi che concorrono ad ostacolare l’instaurarsi di una reale concorrenza nei mercati dei servizi finali. Il legislatore dovrebbe intervenire con una legge di principi lasciando agli statuti la loro attuazione.

NUOVI POTERI ALL’AUTORITA’

Anche per supportare una più omogenea applicazione a livello locale delle riforme di liberalizzazione nazionale, l’Antitrust chiede di potere sollevare, direttamente nell’ambito dei propri procedimenti di accertamento di illeciti o per il tramite del Consiglio dei Ministri, questioni di legittimità costituzionale in relazione a normative che violano il principio costituzionalmente protetto della libera concorrenza. L’Autorità dovrebbe inoltre potere impugnare davanti al giudice amministrativo gli atti della pubblica amministrazione di particolare rilevanza economica che violino norme comunitarie e nazionali a tutela della concorrenza, al fine di incentivare al massimo il ricorso a procedure di gara trasparenti e non discriminatorie negli atti pubblici in materia di concessioni o appalti.
Per la tutela del consumatore l’Autorità ritiene essenziale superare la frammentazione delle competenze amministrative concentrandole nell’Antitrust che dovrebbe anche potere inibire, in via amministrativa, le clausole vessatorie inserite nei contratti di massa e standardizzati.
Per contrastare più efficacemente gli spot ingannevoli in tv va introdotta una norma che consenta all’impresa responsabile del messaggio, entro 7 giorni dall’avvio del procedimento da parte dell’Autorità, di proporre ed eseguire impegni in grado di rimuovere i profili di ingannevolezza. L’Autorità potrebbe così, in caso di impegni adeguati, chiudere l’istruttoria senza accertare l’illecito.
Infine vanno introdotte sanzioni per i casi in cui il proprietario del mezzo di diffusione impiegato per la diffusione del messaggio ingannevole rifiuti, senza giustificato motivo, di identificarne il committente o di fornire copia della comunicazione commerciale, o fornisca informazioni non corrispondenti al vero.

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