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Geografie

di Toni Jop

Bossi: “Sopra il Po niente Udc”. Finalmente si torna alla geografia resistenziale. E, bello nel bello, si riparte dai fiumi per fermare le avanzate nemiche, come ai tempi della storia legnosa dei sussidiari. Scusate, presi dall’entusiasmo, dimenticavamo di riferire che quel titolo degno di Armando Diaz era, ieri, l’apertura della Padania. Va bene: niente Udc sopra il Po, ma allora niente Lega sotto il Piave, niente Pd sotto l’Ofanto, niente Pdl sotto il Mincio, niente Rifondazione sotto il Passirio, niente Sinistra e Libertà sotto il Taro. A ciascuno il suo fiume, sennò non vale. Cavalli di frisia e trincee solcano la topografia italiana, lungo gli argini dei corsi d’acqua cari alle patrie. Una cosa è chiara: la cultura politica sta cementando zolle d’Italia come piccoli stati incazzati e allo stesso tempo sta bruciando ogni vera autonomia. Finirà come al solito, come lungo la celebre linea del Piave, quando italiani e austriaci, nascosti dal buio, giocavano a carte nei tempi morti. Mentre i comandi progettavano odio e assalti.

(articolo tratto dal quotidiano 'l'Unità' del 20 gennaio 2010)

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