Il Partito degli Italiani dall’Estero mostra la propria forza con progetti di legge approdati in Parlamento

Il P.I.E continua la sua marcia flemmatica ma costante. La coerenza lo contraddistingue nel solo interesse della causa che si è prefissato di raggiungere ligio al programma.
Il tempo distilla ancor meglio la lista dei partecipanti al progetto escludendo, spesso, qualità discutibili e piani individuali interessati. La scrematura in atto nel partito, senza fare ricorso alle demagogie più in voga, avviene naturalmente in considerazione della poca opportunità dei singoli di avvantaggiarsi per fini e scopi personali.
In un anno e tre mesi di vita, il P.I.E si sta radicando in tutto il mondo raggiungendo buoni risultati politici soprattutto con la presentazione di due progetti di legge facenti parte del proprio piano programmatico:
1): «Introduzione del voto elettronico in Italia»; 2): «Fondo di solidarietà Parlamentare per interventi fuori previsione legislativa».
Con la prima proposta, cavallo di battaglia del partito, si metteranno sullo stesso piano i diritti degli italiani senza la distinzione tra residenti all’estero e residenti in Italia. Ma soprattutto, si salterà a pier pari (senza intaccare la Costituzione) il muro della Circoscrizione Estero che, di fatto, ha parcheggiato la popolazione di italiani fuori patria, in una isoletta incomprensibile “vietando” praticamente loro di votare in Italia. Non si tratta di uno stratagemma ma di una innovazione che i tempi stessi richiedono e che per forza di cose farà parte del sistema elettorale italiano, o prima o poi. Con il voto elettronico gli italiani all’estero se decideranno di votare in Italia, non saranno costretti a venire ma lo potranno fare direttamente dalle proprie residenze. Chi invece deciderà di votare per la circoscrizione, lo farà ma con il sistema elettronico. In questo modo si eviterà la compravendita delle buste elettorali scandalo che ha segnato in maniera profonda gli ultimi due appuntamenti delle politiche.
La seconda proposta invece si fonda su un principio etico di grandissimo profilo istituzionale. Non è un fondo volontario, non è discrezionale, ma imposto per legge. Una specie di autotassazione il cui scopo non è l’erogazione di servizi, ma il soccorso immediato ad emergenze fuori previsione legislativa quando occorrono con urgenza ingenti somme di denaro. E’ noto a tutti che i parlamentari percepiscano un buon stipendio non solo perché il loro lavoro merita una retribuzione adeguata ma soprattutto li rende (o almeno dovrebbe) inarrivabili ad ogni sorta di corruzione. I detrattori oltre che gli invidiosi, invocano la decurtazione dello stipendio ai parlamentari abbandonandosi ad una logica semplicistica e senza costrutti. Ebbene con una proposta di questo tipo, i parlamentari dimostrerebbero quella sensibilità che non viene loro mai riconosciuta e francamente spesso difficile da individuare.
Molti altri progetti di legge il P.I.E ha in cantiere e molti altri ancora saranno elaborati in futuro presentandoli, si spera, con un suo parlamentare. Il Partito si propone di presentare una sua lista alla prossime politiche e tutto in autofinanziamento senza nemmeno un centesimo previsto per l’iscrizione.
L’on. Antonio Razzi dell’Itala dei Valori, ha fatto sue queste due proposte presentandole in Parlamento facendosene depositario ed a lui il Partito egli Italiani dall’Estero è grato per la disponibilità e la sensibilità dimostrate.

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