IL PIE E’ PER UNA RIDISEGNATURA RADICALE DEL LEGISLATORE

1.Fuori dalle convenzioni, dunque, il P.I.E propone un programma che per certi versi ripudia i vecchi schemi e si pone fuori soprattutto dalla prassi tuttora in auge di eterna propaganda politica che approfitta del governo del Paese. Il programma del PIE non vuole, tuttavia, essere un programma omnicomprensivo. Esso intende, piuttosto, soffermarsi su alcuni aspetti e problemi che spesso sono stati trascurati.

2.Gli obiettivi primari che il P.I.E si pone sono quelli di approntare un nuovo patto sociale attraverso il quale salvare il Paese dalla deriva sicura nella quale si è diretto.

3.Promuovere ogni sistema utile ad educare alla organizzazione intesa come ordine contemporaneamente pratico e morale che faccia da guida nel lavoro della gestione della cosa pubblica a tutti i livelli.

4.La Costituzione italiana rimane, in ogni caso, la bibbia del P.I.E. Ogni dettato presente nella Carta sarà la nostra guida nelle decisioni politiche ed organizzative relative agli italiani tutti uguali nella esazione dei diritti e nell'attuazione dei doveri ovunque essi siano residenti nel mondo.

5.Salute, libertà, pari dignità, uguaglianza nei riguardi della legge ecc. saranno principi imprescindibili da ogni azione politica in quanto tale.

6.Gli Italiani residenti all'estero dovranno poter votare per corrispondenza a tutti gli appuntamenti elettorali in Italia e non solo ridotti alla Circoscrizione estero

7.Il nostro nuovo partito si propone proprio questo: scardinare i meccanismi che hanno reso e rendono sclerotico il sistema chiuso a qualunque proposta di cambiamento anche sotto forma di evoluzione. Non si accetta, con miriadi di giustificazioni politiche e filosofiche per quinta essenza retoriche, di ammettere una presa d'atto che non lascia alternative se si vuole uscire non tanto dalla crisi contingente di turno, ma di riorganizzare il paese per debellare quella malattia endemica di cui sopra. (alcuni punti salienti del progamma piesta)

Per il PIE questo ed altro, sono infatti, i punti di partenza per ogni vera riforme, a partire dalla riforma elettorale (punto 1/2) di cui ultimamente nessun essezialmente ne parla, una legge che dia piu’ rappresentativita’ popolare e parlamentare, ossia abolizione del premio di maggioranza e le liste bloccate, reintroduzione delle preferenze, ristrutturazione degli organi di garanzie istituzionali, “personalmente” sono stanco di decreti leggi abusati, di maxemendamenti e voti di fiducia. Questo ed altro in Italia incide negativamente alll’autoregolamento del potere legislativo. A cosa serve avere degli organi di garanzie istituzioni, se non funzionano pragmaticamente, se non riescono ad incidere nell’emanare leggi eque e durature? Ristrutturare e riformare il potere legislativo (punto 3/4) , la politica, significa innanzi tutto ridurre i conflitti con i poteri esecutivi e di garanzie. Fare in modo di ripristinare nell’immaginario collettivo il culto della Costituzione a partire appunto dal potere legislativo, nell’ultimo ventennio si son fatte troppe leggi ad personam o personalizzate dalle maggioranze di governo ottenute con ricatti o baratri, faccio alcuni esempi, la Porcellum e la legge Tremaglia (punto 6), ambedue truffaldine; anche se passate con legge costituzionale. Truffaldine perche’ la prima e’ una netta copia, per quel che riguarda il premio di maggioranza della Legge Scelba del 1953, bocciata e all’epoca fu definita subito “legge truffa” (chissa’ forse perche’ mancava la televisione?), la seconda perche’, nega il diritto di voto libero ed eguale, ad oltre quattro milioni di cittadini.* Le leggi ad personam o personalizzate dalle maggioranze di governo e da ingerenze esterne, bloccano il processo evolutivo della nostra democrazia e l’adempimento della prima parte della Costituzione. (punto 3/ 7). Da un po’ di tempo sono arrivato alla conclusione che dopo sessanta anni il legislatore nonendo o volendo, non abbia ancora capito e carpito la Costituzione, ultimo esempio ci viene dato dal ministro Brunetta e la senatrice Poretti, condivisi dai leghisti :”I tempi e il mondo del lavoro sono cambiati e va modificato l’articolo primo”, ma lo sanno codesti che rimuovere gli ostacoli di natura sosciale ed ecomomica significa sopratutto quello di adempire l’articolo primo:”Solo con il lavoro il popolo puo’ essere sovrano a tutti gli effetti”. Al mio paese si chiama autogol e fallimento legislativo, come si fa a mettere in discussione uno dei diritti fondamentali dell’uomo, quale il lavoro, non riusciro’ mai a percepirlo, o no? Il lavoro puo’ essere apprezzato solo da chi non c’e’ l’ha o da chi lo sta perdendo e non da coloro, cari parlamentari, che non hanno mai lavorato per l’intero benessere del Paese, ma solo per i propri interessi; onde evitare che sia accusato di istigazione sociale escluderei da quest’ultima categoria i Cavalieri del lavoro. (punto 3)

*la proposta Razzi sul voto elettronico paritario da noi ispirata, riduce di gran misura l’incostituzionalita’ della legge Tremaglia.

https://archivio.politicamentecorretto.com/index.php?news=19114

Il nostro motto e’:”Viva la Costituzione all’insegna di un’Italia una e di tutti”,(punto 4)

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