Riparte questa settimana la tanto attesa seconda stagione del Salotto delle Sei, questa rassegna giunta alla nona edizione ha visto nella stagione autunnale la partecipazione di oltre mille spettatori attirando su di sé l’occhio attento della critica locale e nazionale.
Questa settimana si riparte con due appuntamenti davvero importanti per il periodo storico che sta affrontando l’Italia di oggi.
Venerdì 29 alle ore 18, presso la Sede della Provincia di Viterbo a Palazzo Gentili, il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia inaugurerà la nuova stagione con un incontro dal titolo “Professione magistrato”.
Ingroia, magistrato indipendente , al centro delle cronache di questi giorni per le sue ferme e chiare posizioni nei confronti del processo breve che definisce “eutanasia della giustizia” , parlerà delle difficoltà che i togati riscontrano oggi nello svolgere il loro mestiere , dei continui intralci al loro operato , della legge sul processo breve che “non è la legge del processo breve, ma è la legge della morte breve del processo, perché contrariamente alle aspettative dei cittadini, quegli stessi cittadini scopriranno amaramente che alla fine del processo non ci sarà una sentenza di merito ma una sentenza che dichiarerà che è finito il tempo massimo entro il quale chiuderlo” .
Partendo poi dalla promozione del suo libro “C’era una volta l’intercettazione”(Stampa Alternativa 2009) , testo chiarificatore riguardo il tema delle intercettazioni a fini processuali ,
si affronterà il tema della giustizia.
Il testo mira a spiegare l’importanza fondamentale delle intercettazioni tanto telefoniche quanto ambientali, smaschera il disegno di legge del Ministro Alfano sul tema, che terrorizza gli italiani con la menzogna dell’essere tutti intercettati, spiega come questo non sia possibile, in termini di costi e di autorizzazioni ; riporta testimonianze di quanto le intercettazioni abbiano avuto un ruolo chiave per la risoluzione di grandi processi di mafia, dallo storico maxiprocesso reso possibile grazie all’intercettazione di Tommaso Buscetta, al “processo dei 114”, fino al processo tutt’ora in corso a carico di Totò Riina.
Ingroia con la sua magistrale esperienza realizza un testo adatto anche ai “non addetti ai lavori”, un testo per tutti, per aprire gli occhi ai cittadini sulle bufale che la televisione ed i media tendono a proporre.
Con dati alla mano e analizzando lucidamente i fatti , distrugge quel castello di luoghi comuni e bugie arroccato dall’enclave politica : le intercettazioni non sono per i cittadini una minaccia o un fenomeno da fronteggiare come “la controriforma” (così Ingroia si riferisce al ddl Alfano) sostiene, ma sono uno strumento prezioso ed indispensabile per difendersi dal crimine; di conseguenza fa un esame delle norme del nuovo ddl passato alla camera e traccia un ipotetico scenario futuro su ciò che attende la Giustizia italiana nel caso in cui la legge entrasse in vigore.
Sabato 30 alle ore 18, nella medesima sede, sarà volta dell’appuntamento “Il caso Eluana” , dove con Beppino Englaro , papà di Eluana , ad Adriana Pannitteri , giornalista del TG1 e scrittrice , si affronterà lo scottante tema della laicità dello Stato e del testamento biologico a partire dalla presentazione del libro scritto da Englaro con la partecipazione della giornalista “La vita senza limiti. La morte di Eluana in uno Stato di diritto” (Rizzoli 2009) .
Il volume dedicato “ai Grandi della magistratura italiana, non servi di alcun potere” , ruota attorno a questa puntuale rivendicazione : “Non esiste una autorità alla quale sia riconosciuto il potere di tener in vita un altro all’infinito” ; il libro tratta della straziante vicenda di una padre costretto dalle autorità a vivere il calvario della morte della sua unica figlia per 6233 giorni , tanto ci è voluto, 17 anni, perché un padre ed una madre potessero liberare la loro figlia da una vita che vita non era .
Il testo descrive 17 anni di battaglie in cui un uomo , lasciato il suo lavoro , si è dedicato allo studio di codici e regolamenti, ha partecipato a convegni e incontrato politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volontà percorrendo sempre la strada della legalità. Anni interminabili a lottare contro uno Stato etico che può arrivare al punto di privare delle libertà fondamentali i suoi stessi cittadini .
In queste pagine Englaro ripercorre lettere e ricordi della vita di Eluana prima di quel terribile incidente , poi attraverso il suo vissuto di battaglie.
L’autore , dopo la morte della figlia , non ha abbandonato la sua lotta, si è reso anzi portavoce di quanti vivono un’analoga situazione in attesa di risposte umane e non burocratiche da parte della politica e delle istituzioni .
Englaro continua a lottare in nome della libertà di cura come valore collettivo , affinché la legge rispetti l’individuo e lasci a lui il sacrosanto diritto di poter decidere della propria vita.
Il Salotto delle Sei riparte dunque con due appuntamenti estremamente importanti , che vedono come protagonisti principali due personaggi che si sono sempre distinti per chiarezza comunicativa e difesa delle posizioni da loro assunte.
Ufficio stampa, Hypothesis Comunicazione.
(Melissa Mongiardo)