Eguaglianza e Libertà . Dichiarazione programmatica

L'Italia di oggi è un'anomalia

Anomalia democratica, poiché in una sola persona si concentra la totalità del potere mediatico e politico; perché i cittadini vengono sempre più allontanati dalla politica che si è ridotta a pessima riunione di condominio, in cui non conta più il progetto, ma i biechi interessi dei proprietari; perché i piccoli partiti ed i movimenti vengono pian piano sempre più esclusi, a suon di leggi elettorali e soglie di sbarramento, dalla rappresentanza nelle istituzioni; perché destra e sinistra, al di là di momentanei rancori e di poche idee generali ancora in vita, che vivono solitarie come naufraghi, sono praticamente interscambiabili a livello di pratica politica.

Anomalia sociale. Sempre più famiglie, già povere, in emergenza abitativa ed occupazionale, scivolano verso la disperazione; altre famiglie, un tempo benestanti, si avvicinano a passi da gigante verso la povertà e tanti piccoli imprenditori guardano, impotenti, le proprie aziende, la propria vita, colare a picco. Tutto questo mentre le solite famiglie, quelle della classe politica, del grande capitale industriale, finanziario e bancario, invece prosperano, poggiando le proprie fortune proprio sulla disperazione e sull'indebitamento permanente degli italiani.

Anomalia dei diritti. Poiché tutte le conquiste avvenute dal dopoguerra ad oggi, frutto della mobilitazione e della lotta dei movimenti, oltre che della resistenza antifascista, sono a rischio. Aborto, lavoro, diritto allo studio, alla pari dignità, alla libertà di coscienza, alla libertà di espressione, alla dignità dei lavoratori; tutto è sotto l'attacco di un pensiero unico, dotato di un braccio politico e mediatico molto forte, di natura clerical-fascista. Clericale, poiché, in mancanza di idee proprie, riesuma la salma dei valori cristiani alla base dell'occidente; fascista perché adopera, ripuliti dalla polvere che la storia vi aveva depositato sopra, modalità totalitarie, declassamento del parlamento e delle istituzioni a giardino di casa, controllo dei media, culto della personalità e principio del capo, tendenze xenofobe, sessuofobe e razziste.

Anomalia geriatrica. L'Italia è un paese senza ricambio generazionale con i grandi vecchi che ne occupano i posti di potere e di responsabilità. I giovani, meritevoli e qualificati, sono costretti a scappare all'estero, nella speranza di non tornare mai più. La scuola, l'università, sono diventati un peso, una voce del capitolo di bilancio da tagliare per far quadrare i conti, niente altro che un fardello di cui disfarsi alla svelta. Lo Stato, questo Stato, ha abdicato alla propria funzione di garanzia del diritto all'istruzione di ognuno di noi. L'università ha abdicato al suo ruolo di centro di formazione della nuova classe dirigente, declassandosi a diplomificio, o pascolo privilegiato di ricercatori e docenti fin troppo ubbidienti ed allineati al sistema dei privilegi, in cui si attua una lotta all'ultimo sangue per cariche, finanziamenti e prebende, ma si perde di vista la qualità dell'insegnamento, che è diventata l'ultima preoccupazione sia dello Stato sia degli atenei.

I giovani, per quanto capaci, non hanno altro futuro se non quello di invecchiare nella precarietà e nelle umiliazioni, dovendo, anche se costituiscono propri nuclei familiari, vivere di mutui, prestiti e credito al consumo, per poi perennemente farsi aiutare dalle pensioni dei genitori.

L'Italia da costruire…insieme

A noi di Eguaglianza e Libertà questa anomalia non piace.

Gradiremmo che lo Stato difendesse la democrazia, garantendo sia la libertà di espressione che l'espressione della libertà, nonché il diritto, reale, di partecipare alla politica. Uno Stato che sappia finalmente riconoscere l'importanza dell'insegnamento dei padri costituenti valorizzando ed applicando la Costituzione.

Vorremmo un Paese sicuro, rispettoso della legalità, e, contemporaneamente, un Paese in cui il colore della pelle, l'appartenenza o la non appartenenza religiosa, l'inclinazione e l'identità sessuale, l'essere uomo o donna, gay, lesbica, eterosessuale, bisessuale, transgender, operaio, impiegato od alto dirigente, semplice cittadino o Presidente del Consiglio, fossero, dal punto di vista del diritto, ininfluenti perché noi tutti abbiamo gli stessi diritti e siamo eguali di fronte alla legge.

Ci piacerebbe un Paese in cui i giovani, i nostri figli, avessero l'entusiasmo di vedere davanti a loro non barriere invalicabili, tristezza e disoccupazione, ma un futuro all'altezza delle loro aspettative e della dignità umana.

Gradiremmo che l'Italia fosse realmente un Paese civile, in cui lo stato di salute del corpo sociale venisse misurato non attraverso gli indicatori economici e le statistiche, né secondo il saldo positivo dei grandi gruppi bancari e finanziari, ma attraverso la qualità della vita degli individui. Uno Stato che sapesse difendersi dalle lobby economiche.

Vorremmo uno Stato che difendesse il territorio dall'inquinamento e che non abdicasse alle velleità delle grandi lobby energetiche, perché nucleare e carbone sono scelte scellerate ed economicamente inutili. Uno Stato con lo sguardo rivolto al futuro, capace di scelte coraggiose e chiare, pulite, in campo energetico.

Ci piacerebbe un sistema Paese che valorizzasse la piccola media impresa, liberandola dalle troppe regole burocratiche, pubbliche e private, centrali e periferiche. Un Paese che liberasse la piccola-medio impresa anche dai monopoli della grande industria, dei grandi sindacati, dei grandi padronati, in un clima di legalità e di libera concorrenza, in cui l'iniziativa individuale venisse premiata e stimolata e non penalizzata.

Gradiremmo un'Italia capace di accogliere e di inserire, con umana solidarietà, l'immigrato in quanto cittadino del mondo, molte volte povero ed in cerca di una vita migliore. Vorremmo che il nostro Paese fosse promotore di una nuova stagione di politiche umanitarie e d'aiuto che permetta ai popoli che oggi vivono in povertà di accorciare l'immane distanza che li separa da un quotidiano nutrimento. Ci piacerebbe vivere in un Paese che combattesse con forza la povertà nel mondo tanto quanto la combatte all'interno delle proprie frontiere. Uno Stato che abbia il coraggio di proporre con forza a livello planetario gli strumenti necessari per una nuova economia realmente mondiale.

Vorremmo un Paese con una sanità moderna, umana ed efficiente, che desse reali servizi ai cittadini e fosse rispettosa del diritto all'autodeterminazione dell'individuo.

Ci piacerebbe un'Italia con un sistema scolastico tra i primi al mondo; una scuola che formasse il senso critico delle nuove generazioni, che insegnasse i valori costituzionali e che rompesse lo spiccato individualismo dei singoli italiani e ponesse basi comuni su cui costruire una Paese vero. Vorremmo che la nostra scuola diventasse luogo strategico per una possibile nuova coesione nazionale.

Vorremmo, inoltre, una Università d'eccellenza. Snella, giovane, culturalmente attiva. Una Università che desse spazio ai laureandi ed ai dottorandi sia nel campo dell'insegnamento sia nel campo della ricerca. Vorremmo che tutte le mansioni d'insegnamento e di ricerca all'interno dell'Università italiana avessero una retribuzione economica certa ed appropriata al ruolo ed alla responsabilità.

Gradiremmo uno Stato che non arretrasse, ma con forza garantisse i diritti fondamentali delle persone; uno Stato che fosse realmente e pienamente laico garantendo i diritti di tutte le confessioni, nonché quelli di atei ed agnostici, non avendo rapporti privilegiati con nessuna di esse. Uno Stato che difendesse con forza i diritti fin qui conquistati dagli individui, piuttosto che abdicare a vili e reazionari riflussi.

Vorremmo un paese in cui fosse possibile costruire un'etica di solidarietà tra tutti gli esseri viventi, in cui si comprendesse finalmente che dobbiamo con-vivere con gli altri animali non umani su questo pianeta con-dividendolo e co-sfruttandolo, senza però depauperarlo e metterne in crisi l'esistenza stessa. Vorremmo un paese senza caccia, senza vivisezione, in cui si vigilasse realmente affinché nei canili pubblici e privati lo standard di vita fosse accettabile, un paese in cui ci fossero in ogni città aree verde dedicate ai proprietari di animali. Un Paese in cui sui banchi di scuola si insegnasse davvero che non siamo gli unici esseri senzienti presenti sul pianeta e si ponessero, fin dalla scuola dell'infanzia, le basi per un rapporto intra-specie. Un Paese in cui si cercassero di applicare realmente i diritti degli animali, puntualizzati dalla dichiarazione universale dei diritti degli animali.

Vorremmo un Paese finalmente in regime di libera concorrenza. Nelle banche, nelle assicurazioni, nell'informazione ed in tanti altri settori vitali per la regolare e democratica vita del Paese. Nell'informazione, per esempio, ci piacerebbe che l'Italia prendesse le misure legislative adatte per evitare di essere giudicato come Paese parzialmente libero. In questo senso, vorremmo poter lasciare l'arcipelago di Tonga al 73-esimo posto della classifica Freedomhouse 2009, una delle organizzazioni indipendenti più importanti al mondo, e risalire molte posizioni andando, così, a far compagnia ai Paesi liberi del mondo.

Per fare questo, Eguaglianza e Libertà ha bisogno del tuo aiuto. Porteremo avanti le nostre idee con la tua partecipazione, lo faremo dal basso, non per decreto ed ingiunzione divina del potente di turno che porta con sé clienti, vassalli e valvassori, ma associando liberi cittadini insieme ai quali costruiremo un progetto comune.

Miglioreremo il nostro Paese a partire, come da statuto, da associazioni territoriali che ne siano l'ossatura e l'anima. Creeremo un movimento che, sia a livello nazionale che a livello locale, sia realmente di tutti rivendicando all'esterno l'applicazione della democrazia ed agendo di conseguenza al suo interno, favorendo la libera espressione, l'espressione della libertà e la partecipazione alle scelte politiche, strategiche e tattiche dei suoi aderenti.

Direttivo di Eguaglianza e Libertà

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy