Punto sul caso Delbono a Bologna

Il responsabile per l'Emilia Romagna dell'Italia dei Diritti: “Sulla situazione
politica c'è ora grande incertezza. Il Cinzia-gate apre diversi scenari”
“Il primo cittadino bolognese ha cercato di
difendersi, ma non ha avuto scelta visto l'imbarazzo creato nel centrosinistra. La
situazione è ora molto delicata e le dimissioni scontate se si fa della questione
morale un cavallo di battaglia”. Queste le parole del responsabile per l'Emilia
Romagna dell'Italia dei Diritti, Massimo Cascone, circa lo scenario politico apertosi
dopo le dimissioni annunciate di Flavio Delbono, sindaco di Bologna.

Lo scandalo è scoppiato quando la magistratura ha posto Delbono sotto indagine per
peculato, abuso di ufficio e truffa aggravata per possibili abusi nei confronti della
pubblica amministrazione quando ricopriva la carica di vicepresidente e assessore al
bilancio della Regione. Cinzia Cracchi, l'ex fidanzata, avrebbe infatti informato
terzi di viaggi di piacere a spese della Regione, di auto blu usate per motivi
personali e dell'esistenza di un bancomat attraverso il quale potevano essere
prelevati mille euro al mese. “Le accuse dall'opposizione a mezzo stampa sono
state dei veri e propri attacchi che hanno gonfiato il caso e portato lo stesso
centrosinistra a voler mettere da parte Delbono – continua l'esponente del movimento
presieduto da Antonello De Pierro -. Dopo il caso Marrazzo e Vendola, non si poteva
rischiare di mandare avanti un candidato indebolito da un'inchiesta giudiziaria ma il
risultato, ad oggi, è solo una Bologna incerta sul proprio futuro”.

Le strade percorribili sembrano diverse. Per evitare il commissariamento l'alterativa
è votare a maggio grazie ad un emendamento al decreto Milleproroghe.
“Ufficialmente le indagini non sono state chiuse e, se si trattasse veramente di
una diaria di 400 euro percepita per sbaglio, l'accusa sarebbe di lieve entità –
ribadisce Cascone -. Ad oggi non esiste un candidato forte del centrosinistra che
possa fronteggiare l'opposizione, sebbene Bologna vanti una lunga tradizione rossa.
Ma se si continua a mettere la questione etica davanti ogni cosa e a farne da scudo
contro il centrodestra – conclude – è ovvio che l'epilogo di Delbono fosse
scontato”.

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