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Processo breve: salva Berlusconi, ma cancella anche i reati contabili della casta

Le norme sul “processo breve”, ancora una volta fatte per salvare Berlusconi, serviranno anche per cancellare i reati contabili commessi dalla Casta.
Secondo alcuni autorevoli osservatori impedirà l’introito nelle esangui casse dello Stato di almeno 500 milioni di euro. Voglio ricordare che già in passato vi erano stati tentativi di condonare le somme dovute dagli amministratori pubblici che hanno usato male, o in molti casi, rubato i soldi dei cittadini. Ancora non si può fare un elenco preciso dei giudizi che da subito verrebbero spazzati via dal provvedimento (decadono i procedimenti se dalla citazione a giudizio sono trascorsi cinque anni senza che si sia arrivati a un giudizio di I grado). Sicuramente ve ne sarebbero in Lazio, dove pendono giudizi di responsabilità per le consulenze ministeriali e Rai-Meocci, in Lombardia (inchieste su appalti, sanità e assunzioni facili da parte del sindaco Moratti), in Campania dove sono incardinate da più di cinque anni molti giudizi che riguardano i rifiuti. Tra l’altro la Corte dei Conti sottolinea come il problema non sia la lunghezza dei loro processi quando il fatto che spesso devono sospenderli in attesa del penale. C’è poi una vergogna dentro la vergogna ed è che tra i sicuri beneficiati dalla norma figura, in pieno conflitto di interesse, il relatore della legge al Senato, Giuseppe Valentino ex-An, che ha un giudizio pendente per una storia di sprechi e consulenze quando era sottosegretario alla Giustizia con il Guardasigilli Roberto Castelli. Valentini dunque dovendo fare una legge ad personam salva Berlusconi, ha pensato bene di salvare anche se stesso. Tra i beneficiati vi è anche l’ex Ministro Castelli (Lega Nord), gli onorevoli(!) Santelli e Papa, tutti del Pdl, coinvolti in quella vicenda. Per gli stessi motivi sarebbero coinvolti Diliberto (PdCI) e Fassino (Pd). Come osservato verrà cancellato anche il procedimento contabile contro l’ex cda della Rai, a maggioranza di centrodestra, che nel 2005 nominò Alfredo Meocci direttore generale Rai pur essendo incompatibile. La Procura regionale della Corte dei Conti ha chiesto 50 milioni di euro a 16 sedici persone tra cui l’ex direttore generale Flavio Cattaneo (Lega Nord) e l’ex ministro dell’Economia Domenico Siniscalco. Altri illustri della casta salvati, al momento, sarebbero il sindaco di Milano Letizia Moratti per un procedimento che riguarda assunzioni e consulenze al comune di Milano.
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