Crescita record. Delle tasse

La proposta del PD: puntiamo sul lavoro e aiutiamo le famiglie

Da Berlusconi tante promesse e tasse più alte. Al contrario delle promesse elettorali e dei proclami gridati dall’alto di questo o quel palco, le tasse in Italia non sono affatto scese e Berlusconi lo sa. Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani non perde occasione di ricordarglielo: “Le tasse sono cresciute. Berlusconi ha sempre promesso di abbassare le tasse. Vorrei informarlo che l'ultima rilevazione dice che quest'anno avremo il record di giornate lavorate per il fisco che arriverà al 23 giugno. Berlusconi ci ha portato a questo record e poi racconta che non ha alzato le tasse, ma le tasse sono cresciute”.
Intanto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani da Reggio Emilia annuncia di essere pronto allo sciopero generale proprio per la questione fisco…

“La crescita e' zero e intanto l'inflazione sale. Cosi' non si esce dalla crisi”. Con queste parole Pier Luigi Bersani ha riportato nel paese reale Silvio Berlusconi che solo poche ore prima aveva proclamato l’ennesima uscita dell’Italia dalla crisi economica. Parlando da Verona, il segretario del partito democratico ha definito l'Italia “l'unico paese dove non si parla piu' di temi e problemi economici. Si gioca con le carte truccate, perche' senza crescita e con l'inflazione che sale non si rilancia l'economia, anzi si ottiene l'effetto contrario. Un governo con il 'fisico' potrebbe prendere i soldi la' dove ci sono veramente per combattere la crisi, per poi restituirli come ha fatto il centrosinistra con l'eurotassa quando si e' trattato di entrare in zona euro”. Al contrario del governo il PD ha sempre messo in campo proposte concrete e credibili per uscire dalla crisi, come quelle messe nero su bianco nella Controfinanziaria 2010, e come quella ribadita dallo stesso Bersani a Verona: lo sblocco del patto di stabilità “per quei Comuni in grado di cantierare opere e quindi generare ricchezza nell'arco di sei mesi”.

Il PD sui problemi concreti. Ripetendo incredulo le parole del premier, il leader democratico si chiede: 'C'e' la crisi ma ne verremo fuori? Ma facendo che cosa se il governo non sta facendo nulla?”. Il programma anticrisi del Pd punta tutto “sul lavoro, che e' il punto numero uno”. Poi, per Bersani, bisogna aiutare “l'impresa che sta sperando di reagire” e ancora dare “soldi in tasca alle famiglie a reddito medio-basso, a cominciare da quelle numerose, per attivare un po' i consumi” Vorremmo occuparci di problemi molto concreti” conclude Bersani, riservando un ultimo attacco al ministro Luca Zaia: “nessuno sta dicendo che l'agricoltura italiana e' in una profondissima crisi”.

“Il processo breve è una norma devastante. Dal PD ferma opposizione”.Il Pd non fara' sconti sul processo breve e preannuncia battaglia per quando il provvedimento si discutera' alla Camera. “Fini ha detto una cosa evidente, che le norme sul processo breve arriveranno ora alla Camera. Noi coglieremo quella occasione per ribadire l'opposizione più ferma e più tenace al provvedimento che riteniamo devastante”. Sull'eventuale spazio per modificare il provvedimento, Bersani passa la palla alla maggioranza, senza fare sconti: “Bisogna chiederlo alla destra se vuole ritirarlo. Io non lo so. Noi facciamo l'opposizione e combatteremo per cancellarlo”.

Elezioni regionali. Sulle elezioni regionali Bersani sottolinea il ruolo dei democratici, “capaci di allargare il campo della coalizione avendo su 8 regioni 8 candidati del Pd, quindi il Pd non è in balia, sta facendo un'operazione complicata che vuol essere un avanzamento verso un percorso, cioe' quello nella prospettiva di un'alternativa, perche' gli italiani lasceranno Berlusconi quando avranno un'altra possibilità”.

Puglia. Da Verona Bersani parla anche di Puglia, dove per le regionali il Pd si e' affidato alle primarie per unire “non per escludere. Nella situazione pugliese ci siamo affidati alle primarie. Aspetteremo il risultato del voto sapendo che il nostro progetto vorrebbe indicare una vittoria di tutti. In Puglia non stiamo proponendo di escludere qualcuno, ma stiamo proponendo di fare un'alleanza che non consegni alla destra la speranza di riprendere la Regione. Credo che dentro questa idea nazionale ci stiano diversi casi legati ad un sistema federale e ci saranno differenze di soluzioni”.

Veneto. Proprio a Verona la segretaria regionale del Pd, Rossanna Filippin ha detto che è saltata l'alleanza con l'Udc e che domani si riunirà la direzione regionale per scegliere il candidato. “Naturalmente ci sono discussioni e bisogna che il PD trovi qui in Veneto, perché non si decide a Roma – ha puntualizzato Bersani – il migliore candidato che può esprimere col miglior profilo i nostri contenuti programmatici”. Per la regione le destre hanno candidato il leghista Zaia e Bersani avverte: “Bisognerà che il Veneto decida se vuol mettersi nelle mani di un'ipotesi che lo isola sostanzialmente. Noi combatteremo la nostra battaglia sui temi della piccola impresa, sui temi del lavoro, sui temi dell'autonomia e ricorderemo che i colori di un comune o di una regione sono quelli del gonfalone, non sono quelli dei fazzoletti verdi. Spero che il Pd riprenda l'antico orgoglio autonomista che ha un sapore molto diverso da quello della Lega e può portare a nuove conquiste come ha già fatto per decenni”.

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