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Embrioni all’ombra del non senso

Ho letto con attenzione la lettera di Melania Rizzoli e la replica di Giorgio Israel (15 e 16 gennaio su Il Giornale), a proposito della decisione del giudice civile di Salerno, dott. Antonio Scarpa, di aver autorizzato una coppia italiana alla selezione genetica embrionale per fecondare un figlio sano. Non sono uno scienziato, e quindi mi guardo bene dall'entrare nel merito dei “discorsi scientifici” contenuti negli scritti, però intendendomi un pochino di religione e di morale, vorrei far osservare ad entrambi gli autori, ma soprattutto a Giorgio Israel, che non esiste solo il diritto dei genitori di procreare bambini non gravemente malati, ma esiste anche il diritto di un bambino a non nascere gravemente malato. Gli errori della natura non sono voluti da Dio (ritenere il contrario significherebbe bestemmiare), e quindi se esiste la possibilità di evitare lo sviluppo di un embrione portatore di gravi patologie, non significa assolutamente andare contro la volontà di Dio. Vorrei ricordare, a conferma, le parole di Giovanni Paolo II: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi…Il Vangelo della vita, risuonato al principio con la creazione dell'uomo a immagine di Dio per un destino di vita piena e perfetta, viene contraddetto dall'esperienza lacerante della morte che entra nel mondo e getta l'ombra del non senso sull'intera esistenza dell'uomo” (cf Evangelium vitae n.7). Sull'intera esistenza dell'uomo. Quindi sin dall'inizio.

Renato Pierri

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