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La Procura della Repubblica di Cosenza ha ordinato di levare i ponteggi che da circa tre anni ingabbiano l’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore (Cs)

Il giornalista e scrittore Emiliano Morrone, portavoce della manifestazione apartitica a tutela del monumento tenutasi nella città silana il 5 gennaio scorso, commenta: “Si tratta certamente di un risultato che si deve in primo luogo alla società civile reattiva; un primo punto che dimostra pure quanto la magistratura sia ormai indispensabile, soprattutto in Calabria, spesso sostituendo le componenti politica e amministrativa”.

Morrone sottolinea: “Come società civile, e senza bandiere di partito, abbiamo dato sicuramente un impulso decisivo alla salvaguardia dell'Abbazia florense, sulle cui sorti ci sono stati tre anni di vergognoso silenzio”. “Tuttavia – prosegue Morrone – occorre, adesso, che ci siano garanzie per la ripresa del finanziamento europeo, ancora sospeso, pari a 1.490.000 euro”. “Soprattutto – rimarca il giornalista –, va risolta la questione dei direttori dei lavori; certamente professionisti rispettabili ma nominati, dal Comune di San Giovannin in Fiore, secondo l'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, con una delibera di giunta municipale in violazione della normativa e dei princìpi di correttezza, trasparenza e libera concorrenza sanciti dall'ordinamento interno e comunitario”.

Il giornalista dice: “Adesso mi auguro che la politica riconosca il ruolo della manifestazione del 5 gennaio scorso e delle coscienze attive e vigili che da tempo, anche nel nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, stanno esponendosi, anche informando e spingendo la politica a dialogare, su un restauro con fondi europei che ha procurato ingenti danni economici e d'immagine a San Giovanni in Fiore, alla Calabria, alla storia e alla cultura”. Morrone invita: “È bene che tutti iniziamo a ragionare e ad agire senza paure e condizionamenti, diventando i difensori della nostra terra e delle nostre risorse; fuori degli schemi, che purtroppo qualcuno ha tentato di far entrare in questa vicenda, della contrapposizione partitica”.

Morrone conclude: “Mi piacerebbe che, a partire dal caso dell'Abbazia florense, la politica iniziasse, di là dalle parti, a pretendere il bene della nostra terra, riconoscendo responsabilità e convergendo sul da farsi”.

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