Consolato di Amburgo: Narducci apprezza gli sforzi del governo ma non li ritiene soddisfacenti per le esigenze della comunità  italiana residente nella città  anseatica

La Commissione affari esteri ha affrontato oggi la spinosa questione inerente la chiusura del Consolato generale di Amburgo, discutendo l’interrogazione bipartisan presentata dagli on.li Narducci e Di Biagio che, preoccupati della paventata chiusura del Consolato della città anseatica, avevano sollecitato il governo a dare una delucidazione in merito.

A rispondere agli interroganti è stato il Sottosegretario di Stato agli affari esteri, on. Stefania Craxi, che ha fatto notare che, per quanto riguarda il processo di razionalizzazione della rete consolare, il MAE ha ancora in corso approfondimenti tesi ad individuare le modalità per assicurare, prioritariamente, “attenzione alla cura dei servizi alle collettività italiane” mantenendo un alto livello qualitativo come per altro evidenziato con la Risoluzione Narducci approvata dalla Commissione esteri il 21 luglio del 2009.

Più nello specifico, e cioè per quanto riguarda Amburgo, il rappresentante del governo ha sottolineato che è esclusa la possibilità di mantenere attiva la Sede consolare “nella sua attuale configurazione” e pertanto si stanno studiando “soluzioni alternative ai fini della salvaguardia dei rapporti economico-commerciali fra l’Italia ed il nord della Germania, nonché dei livelli di assistenza ai nostri connazionali”.

Il Governo ha confermato l’impegno al “rafforzamento delle sedi consolari che riceveranno le competenze degli Uffici in chiusura” e a prendere in esame “l’istituzione in loco di adeguate strutture sostitutive degli uffici in chiusura”. Nella risposta, inoltre, il Governo ha precisato che la delegazione istituzionale tedesca del Land di Amburgo, ospitata dalla Commissione affari esteri in audizione informale la scorsa settimana, e successivamente presso il Ministero degli esteri stesso, sono stati “rassicurati sulla volontà di mantenere comunque una presenza istituzionale anche attraverso il ruolo, eventualmente rafforzato, del locale Istituto di Cultura”, prospettando anche la possibilità di soluzioni alternative come un “eventuale “Sportello consolare” oppure l’istituzione in loco di un “Ufficio consolare onorario”.

Ipotesi ritenuto non proprio soddisfazione dall’on. Narducci che nel suo intervento di replica, pur registrando lo sforzo apprezzabile del Governo teso a garantire continuità nei sevizi ai connazionali, ha evidenziato l’impraticabilità di caricare di ulteriori compiti l’Istituto di Cultura locale che oltre a dover far fronte al drastico taglio delle risorse economiche contemplato nella manovra economica triennale, non ha certamente le competenze e il necessario know-how per farsi carico di ulteriori mansioni e concretizzare gli obiettivi strategici che l’Italia deve perseguire con forza per promuovere il proprio sistema economico e industriale. Un obiettivo che costituisce uno degli elementi innovativi della riforma del MAE che a breve sarà discussa dal Parlamento, ma che difficilmente produrrà i risultati teorizzati se in pari tempo si smantellano le rappresentanze dello Stato. Amburgo rappresenta un forte polo economico, grazie al grande sforzo di riconversione prodotto nell’ultimo decennio, e le relazioni con l’Italia sono ottime, come ha sottolineato la responsabile degli affari internazionali della locale Camera di Commercio durante l’audizione in Commissione affari esteri; cancellare la presenza del nostro Paese nella città anseatica “sarebbe un vero e proprio autogol” ha concluso Narducci.

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