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Anche l’Europa prevede un limite temporale ai processi

''L'articolo 15 del decreto legislativo n. 109 del 2006 prevede un termine fisso di due anni per la durata del processo disciplinare affidato alla sezione disciplinare del CSM e prevede che se il termine dei due anni non è osservato il procedimento disciplinare si estingue, sempre che l'incolpato vi consenta. Ebbene, ciò che vale nel processo contro i magistrati non dovrebbe valere per i comuni cittadini''. Lo ha dichiarato il vicepresidente dei senatori della Lega, Sandro Mazzatorta, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia del Senato il quale ha ricordato che con il provvedimento del 2006 ''si e' stabilito che la ragionevole durata del processo disciplinare nei confronti di un magistrato sia solo di due anni, senza alcun riferimento alla maggiore o minore gravità dell'illecito disciplinare del magistrato stesso''. Si è poi detto, ha rilevato Mazzatorta facendo riferimento al dibattito in Senato, che i Paesi europei non conoscerebbero l'istituto della prescrizione processuale. ''Anche questo e' falso: esso esiste, ad esempio, in Francia e in Germania. Inoltre, quattro anni fa, il 13 settembre 2005, la Commissione europea per l'efficienza della giustizia del Consiglio d'Europa – che è l'organo consultivo costituito in seno al Consiglio d'Europa, che si occupa di misurare e di valutare l'efficienza dei vari sistemi giustizia nei diversi Paesi membri – ha approvato un documento, denominato Programma Quadro, dal titolo 'Un nuovo obiettivo per i sistemi giudiziali: la trattazione di ciascun caso entro una cornice temporale ottimale e prevedibile'. Quindi – ha sottolineato Mazzatorta – il Consiglio d'Europa, con il suo organo consultivo, prevede che 'ogni processo deve svolgersi entro un limite temporale non semplicemente ragionevole, bensì ottimale e prevedibile ex ante'''. Secondo quanto afferma il Consiglio d'Europa, dunque, ''la giustizia per essere credibile deve essere amministrata in tempi prevedibili dal cittadino, ed è quanto stiamo tentando di fare con un disegno di legge che, com'è stato detto, trova i suoi precedenti in molti disegni di legge presentati da colleghi del centrosinistra dalla XIV legislatura in poi''. In verità, ha concluso il senatore della Lega, ''l'unica critica seria che poteva essere fatta a questo provvedimento è che esso è stato copiato dai disegni di legge del centrosinistra: questa è l'unica critica seria che poteva essere fatta, ma che invece non abbiamo sentito. Se c'è dunque una colpa di questo disegno di legge, è che in realtà esso trae il suo contenuto da una riflessione culturale tecnica, che parte nel 2000 e che è pertinenza assoluta del mondo dei giuristi di centrosinistra''.

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