L’oppressione delle libertà  in Iran

Il Pd a Frattini: “Il Governo riferisca in Parlamento su quanto sta accadendo in Iran”.

Il deputato del Pd Roberto Giachetti, nel corso della seduta della Camera del 4 gennaio ha ricordato che “sono riprese le proteste in Iran” esortando il Governo a prendere delle iniziative diplomatiche che tendano ad interrompere la repressione del Governo iraniano.

I media iraniani continuano a perpetrare un’attività mistificatoria condotta con scientifica sistematicità. Proprio in questi giorni è in atto la revisione dei fatti che hanno sconvolto le manifestazioni del 27 dicembre (giorno della festa religiosa sciita dell’Uschura), dove sarebbero morte 15 persone in seguito agli scontri con la polizia. La tv di stato ha diffuso la notizia che avrebbero partecipato “alcuni stranieri” il cui obiettivo sarebbe stato quello di provocare una guerra psicologica contro il governo. Il Ministro dell’Intelligence ha dichiarato che gli stranieri intervenuti si sarebbero recati nella città due giorni prima, equipaggiati di telecamere ed altri armamentari. Ma tutto ciò è evidentemente inverosimile: la concessione dei visti da parte delle autorità per entrare nel paese è estremamente severa, e sembra strano che in un momento così delicato alcuni individui di nazionalità straniera abbiamo potuto agire liberamente all’interno di una manifestazione iraniana. Le potenza straniere sono tirate in ballo come ulteriore capro espiatorio per giustificare la gravità degli atti di repressione.

Il Governo iraniano cancella la missione dell’europarlamento. Le autorità iraniane hanno cancellato la missione diplomatica dell’europarlamento a Teheran. Era previsto che la deputata verde Barbara Lochimbiler si recasse nella capitale iraniana insieme ad una delegazione di europarlamentari per incontrare alcune personalità che svolgono attività in difesa dei diritti umani. Il parlamento europeo avrebbe dovuto decidere l’organizzazione della missione proprio l’altro ieri, convocando una conferenza straordinaria dei presidenti dei gruppi parlamentari. Ma nulla di fatto. Il motivo della missione è stato ritenuto “pericoloso”dall’intelligence iraniana. L’iniziativa diplomatica dovrebbe riprendere comunque fra due mesi.

“La decisione comunicata oggi da parte delle autorita' iraniane di posporre la visita della delegazione del Parlamento europeo per i rapporti con l'Iran e' la dimostrazione della mancanza di volonta', da parte di Teheran, di stabilire un canale di comunicazione con la comunita' internazionale”. E' quanto dichiarano in una nota congiunta il presidente della delegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo, David Sassoli, e il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella.

“A questo punto e' necessaria – aggiungono gli europarlamentari – una ferma presa di posizione del Parlamento europeo e a tal fine e' utile che venga convocata d'urgenza la Commissione affari esteri e la Conferenza dei presidenti dei gruppi, per fornire una risposta unitaria e ferma nei confronti delle autorita' iraniane e che sia di incoraggiamento e solidarieta' alle forze sociali colpite dalla violenza del regime”.

La missione del Parlamento europeo in Iran sarebbe utile, ma solo con una delegazione dotata di ampia libertà di muoversi e incontrare anche gli esponenti dell'opposizione”. Lo sostiene l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani commentando la cancellazione della missione del Parlamento europeo a Teheran. Secondo Serracchiani, “andare in un Paese insanguinato dalla repressione violenta, che brandisce con arroganza la minaccia nucleare e dove i patiboli lavorano senza tregua, ha un senso per l'Uese così riesce a esprimere un'azione chiara di politica estera”.

“Purtroppo, come evidenzia anche la richiesta di coordinamento fra i Paesi Ue avanzata oggi dal ministro Frattini all'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione Catherine Ashton – ha sottolineato l'europarlamentare – sussiste nell'ossatura europea un grave deficit strutturale”. “All'Unione occorre fare quanto prima un salto di qualità in politica estera, e dunque di difesa comune, perché altrimenti – ha concluso Serracchiani – continueremo a essere deboli e ininfluenti su troppi tavoli, dai diritti civili ai principi umanitari fino agli interessi energetici o geopolitici” Attentato al leader riformista Karroubi. Nella notte è stata presa di mira con colpi d’arma da fuoco la vettura su cui viaggiava Mehdi Karroubi. Il sito “SahamNews, vicino al Partito Riformista, ha dichiarato che Karroubi è rimasto illeso. L’attacco è avvenuto nella città settentrionale di Qazvin, dove il leader riformista si stava recando per partecipare alla cerimonia commemorativa dei manifestanti morti nelle proteste di piazza del 27 dicembre.

La cultura iraniana si mobilita. La cultura iraniana sta coraggiosamente insorgendo tra le trame apparentemente inestricabili della censura di stato: un gruppo di docenti universitari ha firmato una lettera aperta indirizzata alla guida spirituale Ali Khamenei. Sarebbero 88 i professori, appartenenti per lo più a facoltà scientifiche, che condannano gli attacchi della polizia agli studenti universitari. Si legge, “Gli assalti notturni ai residence, e negli alloggi degli studenti indifesi, gli attacchi quotidiani al campus, le aggressioni e gli arresti non sono una dimostrazione del potere dello stato, ne danno lustro al suo carattere islamico e repubblicano. Per noi è molto difficile accettare che nella repubblica islamica sia possibile che un gruppo di persone armate fino ai denti abbia il permesso di entrare negli edifici universitari ed aggredire gli studenti figli di questa terra, distruggendo i loro beni ed insultando i docenti”.

Fe. Gas.

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