‘Aspiranti italiani’ e cittadinanza per discendenza da madre italiana per i nati prima del 1948. Interrogazione

Intervento della sen. Donatella Poretti, Radicali-Pd

Nonostante l'abrogazione della legge sulla cittadinanza del 1912, secondo la quale era cittadino italiano solo il figlio di padre italiano, e non anche quello di madre italiana e padre straniero; nonostante l'intervento della Corte costituzionale del 1983 che ha abrogato tale norma irrispettosa del principio di uguaglianza consentendo anche al figlio di sola madre italiana di ottenere la cittadinanza; nonostante infine la legge sulla cittadinanza n. 91 del 1992, ci sono ancora moltissimi italiani o meglio, figli di cittadina italiana per i quali ottenere la cittadinanza italiana e' una lunga corsa ad ostacoli, a volte impossibile.

Qui una lettera inviatami nei giorni scorsi che, eloquentemente, racconta le traversie di queste persone, “aspiranti italiani” anche se nati in Italia da madre italiana:

Gentilissimo Onorevole
Giacche' in questi giorni si tratta la riforma alla legge di cittadinanza, mi permetto di porvi questa mia situazione che ritengo molto particolare (anche se comprende parecchie altre persone) allo scopo sia valutata la possibilit di dare una, al mio parere, giusta soluzione per tutti quelli che, come me, la attendiamo da anni con tantissima ansia. Faro' un sintetico riassunto:
Sono nato a Cesena il 29 settembre 1947. La mia mamma era italiana, nata a Maglie (LE) e mio padre era un soldato polacco. Appena nato ci trasferimmo in Argentina, dove sono cresciuto con documenti argentini che mi indicavano come cittadino italiano. E sono cresciuto da italiano. Persino ho ricevuto nell'indirizzo dei nonni materni la convocazione alle armi. Presentatomi al consolato in Argentina, sono dispensato dall'effettivo servizio. Fino a che, nell'anno 1985, a causa del mio primo viaggio in Italia, con grande rammarico, vengo a conoscenza di non essere riconosciuto cittadino italiano. Per viaggiare ho dovuto chiedere alle autorit argentine un passaporto speciale per stranieri. Quindi, alla mia insaputa, sono stato un apolide per quasi quaranta anni. Adesso per farla breve vado al punto: La mia mamma riacquist la cittadinanza nell'anno 1981. Sono a conoscenza delle leggi che consentivano ai mariti stranieri di queste donne di scegliere pure loro la cittadinanza ital
iana. E
persino i figli.., a condizione di essere nati dopo l'1 gennaio 1948. Si arriva cos all'assurdo che la mia famiglia tutta avrebbe potuto acquisire cittadinanza italiana tranne me. Il che mi sembra, oltre che assurdo, discriminatorio. Conosco le motivazioni, riguardo all'entrata in vigore della Costituzione Italiana, ma ritengo che si possa trovare il modo di dare a me, e a quanti si trovano in identica situazione, la cittadinanza che ci aspetta da diritto. La cosa che mi viene in mente che, alle donne che hanno riacquistato cittadinanza, basterebbe ridarla senza interruzioni, senza lasciare quel vuoto tra il matrimonio e il riacquisto. Per altro, alla meno la mia mamma, non ha mai accettato altre cittadinanze ed rimasta apolide per tutto quel periodo. Al momento sono cittadino argentino, residente in Italia da cinque anni e mezzo, ho fatto domanda di cittadinanza, e sono in attesa dell'esito che comunque discrezionale , in ogni caso, non me la dar dalla nascita. Ed
questa
la mia lotta. Ci sarebbero tante cose ancora da raccontare, ma credo che queste linee rendano l'idea giusta per capire la situazione.
La ringrazio per l'attenzione”

Nell'attesa che il disegno di legge sulla cittadinanza sia esaminato dal Senato, ove poter presentare un emendamento che risolva definitivamente il problema automatizzando il riconoscimento della cittadinanza italiana per i figli di madre italiana nati prima del 1948, insieme al senatore marco Perduca ho presentato una interrogazione al Ministero dell'interno, per conoscere i tempi in cui vengono evase queste specifiche domande.

Qui il testo integrale dell'interrogazione:
http://blog.donatellaporetti.it/?p=1107

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