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Santità  trasparente come acqua sorgiva

Benedetto XVI il 19 dicembre ha stilato il decreto che riconosce a Giovanni Paolo II di avere vissuto eroicamente la sua fede cristiana. Ma il capo di una Chiesa poco santa può essere santo? Sì, se ha fatto tutto il possibile per cambiarla, altrimenti santo non è. Giovanni Paolo II però, che secondo alcuni ha cambiato la storia, non ha cambiato la Chiesa. Non ha cambiato una Chiesa che chiama assassina come Caino una donna che abortisce; una Chiesa che discrimina le persone secondo il genere cui appartengono, e considera le donne non adatte al sacerdozio (Inter Insigniores), e gli omosessuali persone da compatire (Catechismo della Chiesa Cattolica); una Chiesa che considera peccato ricorrere ai contraccettivi (Catechismo), pur sapendo che questi oltre ad evitare gravidanze indesiderate e quindi probabili aborti, possono limitare il diffondersi di una malattia che produce morte e sofferenza. Non ha cambiato una Chiesa che, mettendosi in una posizione diversa da Cristo, che offrì il pane spezzato anche a Giuda, rifiuta l'eucaristia (Familiaris consortio) ai divorziati risposati; una Chiesa che tollera al suo interno vescovi e preti indegni. Ma ammettiamo che il Pontefice in questione abbia sacrificato l'intera esistenza per risanare la sua Chiesa, resta un'altra domanda importantissima: può essere santo un capo dello Stato Vaticano? Chi conosce il Vangelo sa che non è assolutamente possibile. Una vita santa dovrebbe essere libera, senza vincoli, compromessi, ambiguità, misteri e segreti. Evidente a tutti, persino ai non credenti, chiara, trasparente come acqua sorgiva. E per riconoscerla non dovrebbe esserci bisogno di lunghi processi, e neppure di miracoli dal cielo.

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