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BRAMBILLA: I buoni vacanza per le fasce più deboli

È per me una grande soddisfazione poter annunciate oggi un primo significativo passo –con l’istituzione dei Buoni Vacanza– in direzione di un sostegno concreto rivolto alle fasce più deboli. E questo per molte ragioni. Un Paese civile come il nostro deve infatti poter operare con le risorse disponibili per aiutare i suoi cittadini anche ad accedere al bene della vacanza, intesa come svago, cultura e qualità della vita. E questo a maggior ragione vale per un settore come quello del turismo, che vede l’Italia primeggiare nel mondo per le sue eccellenze in tutti i campi. Il turismo sta diventando sempre di più uno degli asset strategici per lo sviluppo presente e futuro del nostro Paese, e appunto per questo il Governo deve facilitare in tutti i modi la possibilità di accedervi a fasce sempre più larghe di cittadini italiani. Tale principio, che attiene a ragioni di civiltà, rappresenta anche un investimento di tipo economico, perché coinvolge milioni di potenziali clienti del turismo.

La persona è da sempre al centro della nostra azione di Governo e la mia particolare attenzione per il “turismo sociale” parte proprio dalla constatazione che numerosi cittadini sono esclusi dal turismo e dai viaggi, e che è necessario correggere questa disuguaglianza garantendo l’accesso alle vacanze per tutti.

Inoltre, il turismo sociale si basa sul principio di sostenibilità sociale, ambientale ed economica: offre l’occasione di privilegiare i servizi alla persona, di promuovere il rispetto delle diversità culturali dei luoghi di accoglienza e dell’ambiente, di valorizzare il patrimonio di ogni realtà locale, di incentivare la crescita economica e occupazionale.

Ma non è tutto. I Buoni Vacanze – e questo è un aspetto di grande rilevanza – danno una concreta attuazione ai principi fondamentali della “Dichiarazione di Montreal”, rilasciata dall’Assemblea Generale del BITS (Bureau International du Tourisme Sociale) nel 1996, che ha definito il turismo sociale come un creatore di società. Perché si qualifica come fattore di coesione sociale che, volendo garantire a tutti l’accesso alla vacanza, lotta contro le disuguaglianze e contro l’esclusione di chi dispone di minori mezzi finanziari;
Inoltre, rappresenta un fattore di crescita economica, perché può garantire un costante flusso di persone (turismo giovanile, familiare, della terza età, delle persone a mobilità ridotta) e di investimenti, assicurando così lo sviluppo sociale ed economico delle regioni e delle comunità locali, che è ciò per cui io mi batto dall’inizio del mio mandato. In più, il turismo sociale viene considerato anche come un importante protagonista dell’assetto territoriale e dello sviluppo locale, perché promuove un miglioramento presente e futuro dell’ambiente di vita, con una particolare attenzione rivolta alla conservazione e alla tutela del territorio e dell’identità culturale.

In Italia è ancora presente una percentuale di cittadini che non può permettersi di accedere regolarmente al turismo. È dunque nostro compito garantire la partecipazione di tutte le fasce della popolazione, in particolare dei giovani, degli anziani e dei diversamente abili, ai servizi turistici, e promuovere un turismo rispettoso dell’ambiente, delle culture e delle identità regionali.
Dobbiamo insomma promuovere un turismo di qualità, non elitario, capace di integrare sia componenti culturali che organizzative. Così come non dobbiamo dimenticare il ruolo che il soggiorno in località dal clima favorevole gioca nei casi di problemi di salute o di età avanzata.

Non ho avuto dubbi, sin dall’ottobre 2008, a battermi perché venisse emanato il decreto con il quale sono state definite le modalità di erogazione dei Buoni Vacanze, utilizzando criteri di valutazione della situazione economica delle persone coinvolte nel progetto. Solo grazie a questo decisivo intervento, i Buoni Vacanze per le famiglie a basso reddito -già previsti dalla legge 29 marzo 2001 n. 135 di riforma del turismo e ribaditi nella legge finanziaria 2008- sono diventati realtà. Un’iniziativa che rappresenta certo solo un primo passo verso una maggior attenzione alle necessità di quegli italiani che da tempo non riescono a fare -e nemmeno a sognare- le proprie vacanze. La difficile congiuntura economica ha inferto un colpo non indifferente al sistema produttivo mondiale, sebbene ora vi sia una forte previsione di ripresa per il prossimo 2010. Il Governo ha già messo in atto numerose misure di sostegno alle famiglie e il Ministro del Turismo, con questa misura, vuole dare un segnale forte di attenzione e di sostegno ai cittadini e ai nuclei familiari che appartengono alle fasce economicamente più in difficoltà.

Il primo stanziamento previsto per i Buoni Vacanze ammonta a 5 milioni di euro, e saranno migliaia le famiglie che potranno beneficiare, in questa prima fase, del contributo pubblico che sarà calcolato in percentuale variabile a seconda del reddito e del numero di componenti del nucleo familiare. Le strutture ricettive coinvolte nella convenzione sono circa 800, di cui 600 sono alberghi e le rimanenti più diffusamente campeggi, bed and breakfast e ostelli presenti su tutto il territorio italiano.
L’erogazione del buono viene compiuta, come ho detto, in base a criteri di reddito. Proprio l’art. 10 della legge del 2001 aveva già individuato apposite risorse volte appunto a realizzare agevolazioni per favorire il turismo delle famiglie e dei singoli definiti sulla base di redditi che non consentono larghi margini di spesa. Lo stanziamento di queste risorse rappresenta quindi un intervento di solidarietà in favore delle fasce più deboli. Un’operazione questa, voglio sottolinearlo, che va di pari passo con l’obiettivo di attuare strategie per la destagionalizzazione dei flussi turistici.

Il nostro è un paese baciato dalla fortuna, è uno scrigno prezioso che si può aprire al turismo in qualsiasi momento dell’anno. Il clima e le straordinarie bellezze paesaggistiche, artistiche, culturali e ambientali, vanno considerate come un valore aggiunto del nostro turismo per 365 giorni l’anno. Il turismo sociale può, quindi, essere certamente una strada per favorire la destagionalizzazione del settore che soffre di una notevole flessione della domanda nei periodi tradizionalmente di bassa stagione.
Il Plafond di 5 milioni di euro stanziato dal Governo per l’attuazione del progetto rappresenta in tal senso un grosso incentivo. Considerando, infatti, che la percentuale di contributo statale per ciascuna richiesta dei buoni vacanza varia dal 20 al 45%, significa che a regime stimolerà un giro di affari aggiuntivo nel settore turistico che si aggira mediamente intorno ai 170 milioni di euro. Un dato che avrà un impatto economico-sociale notevole per l’economia turistica del nostro paese, garantendo un incremento della domanda non solo di servizi di prima necessità (vitto e alloggio), ma anche di opportunità presso ristoranti, centri sportivi, servizi di trasporto o di natura culturale come musei e centri di produzione e vendita di prodotti tipici con conseguente ricaduta positiva sul fronte occupazionale.

Posso quindi dirvi con estrema franchezza che è stato motivo di grande soddisfazione la firma di questo decreto, che rappresenta un primo passo per far ripartire a pieno ritmo l’industria del turismo, contribuendo in tal modo al rilancio del sistema Paese e alla ripresa economica. Va ricordato, infatti, che per ogni euro speso nel settore turistico, si può stimare che altri tre vengano spesi in altri comparti economici.
Da un punto di vista organizzativo, il decreto fa tesoro, tra l’altro -ed è questo un elemento di novità- di un asset strategico del comparto del turismo italiano, e cioè l’associazionismo non profit qui rappresentato dalla associazione Buoni Vacanze Italia (BVI), costituita tra FITuS – Reti del Turismo Sociale della Federazione Italiana di Turismo Sociale e Federalberghi, a cui hanno aderito Assoturismo-Confesercenti, Confturismo-Concommercio, Federturismo-Confindustria e ANCI. Buoni Vacanze Italia, infatti, dimostra accanto agli altri attori protagonisti, una “versatilità” di impiego ampio ed articolato, anche sotto l’aspetto delle funzioni pubbliche ad essa attribuite.

L’iniziativa, inoltre, rappresenta un fattore di crescita sociale ed economica, in armonia con quanto evidenziato dalla dichiarazione di Montreal, con sicuri sviluppi per il turismo giovanile e per quello della terza età, ma anche in favore delle persone a mobilità ridotta.
E voglio concludere ribadendo che questo è solo un primo passo: considero i Buoni Vacanze un progetto pilota.
Sono certa del successo che incontrerà questa misura, assolutamente unica nel panorama nazionale e da oggi i cittadini italiani potranno collegarsi al sito internet www.buonivacanza.it e conoscere nel dettaglio tutte le strutture convenzionate, le modalità di adesione, i criteri di definizione degli aventi diritto e ogni altra informazione sul sistema dei buoni vacanza.

Dal 20 gennaio si apriranno le prenotazioni vere e proprie e, attraverso una procedura che potrà essere effettuata direttamente on-line, si potrà richiedere il proprio buono vacanza. L’avvio operativo dell’iniziativa sarà accompagnato da una campagna di spot istituzionali in onda da gennaio.

Mi piace considerare la giornata odierna come una giornata dedicata al turismo sociale. Grazie allo sforzo di tutti, siamo riusciti a creare una grande sinergia con il mondo dell’associazionismo e del non profit, con il solo intento di raggiungere un obiettivo comune: quello della solidarietà, principio che appartiene alla nostra storia e che trova nella nostra Carta costituzionale il più alto riconoscimento. Perché, come recita anche il nostro spot, “anche chi ha un piccolo reddito merita una grande vacanza”.

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