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Si alle riforme se si discutono in Parlamento

di Massimo Donadi

Pubblico un'intervista rilasciata al quotidiano E POLIS

Introduzione EPolis: Altro che partito del no. Massimo Donadi, capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, apre alle riforme necessarie al Paese. Ma con questa maggioranza, sostiene, parlare di compromesso è inutile e in fondo anche un po' ipocrita.

EPolis: Napolitano ha lanciato un nuovo appello per le riforme: «II clima non è buono ma servono».
Donadi: È un'affermazione pienamente condivisibile perché le riforme servono. Bisogna però prendere atto che negli ultimi quindici anni è stato soprattutto il centrodestra a impedire che si realizzassero, a partire dall'abbandono della Bicamerale. Se hanno cambiato idea portino le riforme in Parlamento e ci troveranno disponibili a discuterne.

EPolis: La bozza Violante può costituire una buona base di partenza?
Donadi: In linea teorica può esserlo ma anche in questo caso vogliamo capire le intenzioni del centrodestra. Verdini, in un'intervista, ha parlato di riforma della Consulta, della magistratura e di un modello presidenziale ritagliato su misura per Berlusconi. Insomma di un piano eversivo rispetto ai principi della nostra Carta.

EPolis: Si parla di una nuova Bicamerale…
Donadi: Non sono d'accordo per due motivi. Innanzitutto perché le Bicamerali hanno sempre fallito. E in secondo luogo perché in questo momento la politica italiana non mi sembra animata da un grande spirito costituente. Mettiamo da parte la solita ipocrisia e accontentiamoci di partire da un confronto in Parlamento.

EPolis: Però vi accusano di essere il partito del “no” a priori.
Donadi: La verità è che l'Idv è il solo partito dell'opposizione ad aver votato sì al federalismo fiscale, l'unica riforma seria che la maggioranza ha portato in Parlamento nell'intera legislatura. Al contrario il nostro no alle leggi ad personam sarà sempre irremovibile. Inchiodare il dibattito delle Camere sui processi del premier mentre è in atto una grave crisi economica rappresenta uno schiaffo ai lavoratori che rischiano il posto o che lo hanno perso.

EPolis: Parlando dell'aggressione subita, Berlusconi ha detto che «un clima d'odio influenzale menti labili».
Donadi: Berlusconi ha spaccato in due il Paese per controllarne la metà e su questo ha costruito la sua fortuna politica. Non siamo certo noi ad aver parlato di forze del bene contro forze del male e di anticomunisti contro comunisti. Il premier è artefice del clima di incomunicabilità e di contrapposizione frontale che regna in Italia.

EPolis: Oggi però un vostro deputato ha detto che per ogni disoccupato tirerà una statuetta al premier…
Donadi: Successivamente Francesco Barbato ha smentito questa frase, e ne prendo atto. Inutile sottolineare che si tratta di parole inaccettabili che non devono appartenere a un partito come il nostro che fa della legalità una bandiera.

EPolis: Prima dell'aggressione Udc e Pd parlavano di un “fronte di liberazione nazionale” da Berlusconi.
strong>Donadi: Alcuni di quelli che dieci giorni fa invocavano il fronte di liberazione oggi improvvisamente scoprono nel premier l'interlocutore per le riforme. Nella politica c'è grande ipocrisia, un finto “volemose bene” che non giova a nessuno. Noi siamo convinti che la nostra scelta dì coerenza pagherà e attendiamo la maggioranza in Parlamento per discutere delle riforme alla luce del sole.

EPolis: Però Napolitano ha sostenuto che il ruolo delle Camere è ormai compromesso…
Donadi: Il Parlamento è diventato una sorta di soprammobile del governo, che con 28 richieste di fiducia ha assunto interamente il potere legislativo stravolgendo la Costituzione. Non a caso le Camere si sono fermate per alcune settimane e questo è davvero paradossale nel bel mezzo dì una crisi.

EPolis: La frase di D'Alema su i “compromessi utili” ha alzato un polverone.
Donadi:Da quindici anni c'è una parte del centrosinistra che, con risultati scarsi, cerca un'intesa con Berlusconi. Penso alla Bicamerale e a quando si decise di non risolvere il problema del conflitto di interessi che invece continua a condizionare il gioco democratico.

EPolis: Su processo breve escudo costituzionale l'intesa è impossibile?
Donadi: Il governo non fa nulla per velocizzare la giustizia e il premier con i suoi problemi personali tiene le istituzioni in ostaggio. Il processo breve sarebbe una resa dello Stato alla criminalità.

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