Oscurare il web violento

di Daniele Damele

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Maroni, dopo la comparsa di gruppi che esaltano il gesto contro il premier, presenterà iniziative per le pagine web “incriminate”, ovvero contro internet violento: finalmente. Bene. E, caro onorevole Casini, non è affatto un’iniziativa illiberale, ma di civiltà. E’ da tempo che ripeto che occorre regolare il web senza censurarlo. Il 5 febbraio scorso, nel decreto sicurezza del Governo, veniva inserito un emendamento firmato dal senatore Udc D’Alia (caro Casini) che prevedeva (in caso di reato o di apologia di reato) l’oscuramento di siti come Facebook o Youtube. L’emendamento, purtroppo, venne abrogato. E così, due mesi fa, fece apparizione su Facebook un gruppo dal nome: “Uccidiamo Berlusconi”, poi seguita da “Uccidiamo Marrazzo” e così via. Il dibattito finalmente si riapre oggi in seguito alla comparsa su Facebook di gruppi che inneggiano a Massimo Tartaglia, l’uomo che a Milano ha aggredito Berlusconi. Subito dopo l’aggressione sono infatti comparsi su Facebook numerosi gruppi di discussione dedicati all’avvenimento. Alcuni sono nati per manifestare solidarietà al premier, altri per inneggiare all’aggressore: uno di questi conta più di 500 mila iscritti, mentre cercando sul social network la voce Massimo Tartaglia, si scopre che ha 55 mila fans. Inaudito! E’ necessario oscurare le pagine web “incriminate”, occorre intervenire per porre fine a questo scempio. Non dobbiamo lasciare sola la Polizia postale e delle comunicazioni a controllare la rete e occorre prevenire le campagne d’odio che corrono sul web. Ci dev’essere un monitoraggio dei siti, dei social network, dei blog, delle chat. Non è più possibile tollerare la presenza in internet di espressioni vergognose e moralmente inaccettabili. Com’è possibile non essere d’accordo sull’oscuramento dei siti in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente Silvio Berlusconi? Ha ragione la parlamentare del Pdl, Gabriella Carlucci, che ha ricordato ieri come “internet e i social network stiano diventando, ogni giorno di più, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno. È giunto il momento di eliminare definitivamente l’anonimato in rete”. Il Parlamento appoggi la sua proposta di legge: non è un provvedimento contro la rete, né contro la libertà di espressione, ma contro i criminali che abusano di internet per infrangere la legge. I social network, i siti, i blog si sono trasformati in pericolose armi in mano a pochi delinquenti che, sfruttando l’anonimato, incitano alla violenza, all’odio sociale, alla sovversione.(Laici.it)

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