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IN DEMOCRAZIA IL DIRITTO DI CRITICA NON E’ ODIO (2)

Le riforme istituzionali vanno fatte ma bisogna lasciare al popolo riconfermarle(…Cont.)

Bisogna ridefinire il concetto di stigazione alla violenza, se oggi andiamo a Termini Imerese o dai giovani che manifestano in piazza per il diritto costituzionale al lavoro e una vita dignitosa e chiedessimo, che cos’e’ l’istigazione alla violenza?”, darebbero un’interpretazione del concetto del tutto diversa da quella intesa dalle istituzioni.

Di veleni e istigazioni all’odio questo periodo prenatalzio se ne sono visti in abbondanza. “Odio” istituzionale voluto soprattutto dal Premier con le sue “aggressioni” dirette e indirette alla Giustizia e agli organi di garanzia, gli attuali provvedimenti ristrittivi al diritto di parola sul web, alla mancata legge sulla cittadinanza ai figli di immigrati per nascita e non dovuta per diritto di sangue. Questo ed altro nel 2010 puo’ generare altro “odio”. L’”odio” leghista ventennale nei confronti del Sud, italiani all’estero, immigrati, Costituzione e tutto cio’ che e’ diverso, certamente non hanno aiutato alla distensione e al rassenamento IO (e non solo) mi auspico, che nell’anno che verra’ gli animi si calmino e si possa andare avanti con un clima piu’ disteso e pragmatico, per un paese libero dall’”odio” e con una democrazia moderna e piu’ partecipativa. In Italia il diritto di critica nell’ ultimo ventennio e’ stato piu’ volte messo a dura prova, lo stesso Bersani ieri sera a Porta a Porta ha ammesso che anche in parlamento tramite decretazioni e voti di fiducia e’ venuto meno, “tappando” la bocca all’opposizione. Dalle sue parole si e’ capito che (1) si alle riforme istituzionali ma solo se il governo ritiri le leggi ad personam (2) ristabilire gli equilibri istituzionali partendo dalla legge elettorale. Il Governo sara’ in grado di accogliere il suo messaggio? Personalmente non ne sono troppo sicuro e sulle riforme istituzionali prevedo che nel 2010 si andra’ ai referendum confermativi.Quindi niente di nuovo sotto mil celo italiaco, l’Italia resta ancora una Repubblica democratica, senza un’anima ed indentita’.propria, lontana dall’ innovamento e rinnovamento da tutti auspicato. Le critiche popolari alle istituzioni, andrebbero tutte prese in seria considerazione dal parlamento anche se provenissero da un singolo cittadino, che sia un Tartagna o un gruppo su facebook.. Chi critica lo Stato lo fa innanzi tutto per il bene comune del paese e non per istigare a delinguera o alla violenza civile.Vorre concludere con una citazione e domanda per il 2010 ai miei lettori, Cota (Lg): “ per essere italiani bisogna amata l’Italia” Domanda:” I leghisti amano l’Italia e gli italiani tutti?”

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