I GIOVANI IN CIFRE

Nonostante l’innegabile crisi economica, i giovani italiani, anche se non tutti hanno una stabile occupazione, spendono ogni anno, spesso in futilità, una cifra complessiva che supera i 650.000 Euro. E’, quindi, più che mai giustificata l’importanza che parecchie industrie dedicano a questo particolare, ed esigentissimo, gruppo di consumatori. Tutto, di conseguenza, si è allineato alle nuove necessità commerciali: “Moda giovane”, “motocicletta giovane”, sono ormai termini che possono determinare la fortuna di un determinato prodotto. Se ciò non bastasse, le recenti statistiche di mercato hanno evidenziato che i giovani non solo spendono volentieri tutto quello che hanno ma, e ciò è quello che ci ha più interessato, riescono anche ad influenzare i gusti dei loro riluttanti genitori. Da questa realtà di base, abbiamo tentato di fare il punto sulla disponibilità economica di chi ha età compresa tra i 15 ed i 25 anni. Insomma, abbiamo fatto loro i conti in tasca. In questa fascia d’età, la disponibilità appare enorme: oltre 360.000 euro su base annua (riferimento 2008). Pari, quindi, al 55% della somma inquadrata all’inizio di questo nostro scritto. Scindendo tale cifra astronomica, n’è che un ragazzo italiano spende ogni giorno, almeno, 5 Euro. A livello UE, la classe giovanile italiana è al secondo posto come disponibilità economica; preceduta dagli inglesi e seguita dai francesi. Fanalino di coda la gioventù greca e portoghese. Non rimane, ora, che verificare come i giovani italiani spendano il loro “tesoretto”. Il nostro è solo un sondaggio campione, ma c’è sembrato significativo. Il 62% del denaro è investito in abbigliamento. Oggi, la gioventù veste apparentemente trasandato, ma le “griffe” hanno un loro prezzo; indipendentemente dal capo acquistato. Il 30% del rimanente è investito nella tecnologia elettronica ed informatica. L’85% dei giovani è proprietario di un Personal Computer (PC) e tra di loro ci sono i maggiori consumatori di CD o DVD di tutti i generi musicali. Gli interessi culturali, purtroppo, risultano all’ultimo posto. Solo l’8% del loro denaro è investito in libri o in altre pubblicazioni divulgative. Gli extra, quando ci sono, sono spesi in spettacoli cinematografici, teatrali, in ritrovi alla moda ed in manifestazioni popolari. Per l’automobile, non ci sono problemi statistici. Tutti, o quasi, utilizzano quella dei genitori che la concedono sempre con più malavoglia. Da questi dati desideriamo, prima di terminare, affermare che i giovani, pur vivendo in un mondo parallelo a quello della generazione che li ha preceduti, trovano ancora il tempo di spendere, senza troppo scomporsi, una somma di denaro equivalente agli imponibili accertati di Milano, Torino e Genova messe assieme. Gli economisti potranno, magari, avere anche un sobbalzo. Ma, forse, è meglio così.

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