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A proposito di presepio

“Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo”; così, un canto di Natale. Stranamente (o forse no?) la Chiesa ha sempre lasciato credere ai fedeli che Gesù sia nato e vissuto in estrema povertà. Racconta Tommaso da Celano nella Vita seconda, che san Francesco un giorno scoppiò in lacrime, e si allontanò dalla mensa, per mangiare il resto del pane sulla nuda terra, poiché un compagno gli aveva rammentato la povertà della beata Vergine e di Cristo suo Figlio. Francesco e Chiara, vissero in estrema povertà, certi, come molti altri santi, di conformare la loro vita a Cristo, che «fu deposto nel presepe ed avvolto in poveri pannicelli» (Lettera quarta di santa Chiara, ad Agnese di Praga). Stando ai vangeli però, Maria e Giuseppe non erano poveri, e tra l’altro, della qualità nonché della quantità dei panni in cui fu avvolto Gesù quando nacque, non si sa assolutamente nulla, così come non v’è certezza che sia nato in una grotta.

Luca, che non era uno dei dodici apostoli, racconta che Maria “avvolse il neonato in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto all’albergo”. Matteo invece, che fu apostolo di Gesù, non accenna per niente ad una grotta, ma riferisce che i Magi, giunti dall’Oriente per adorare il Bambino, entrarono “nella casa”. Gesù era figlio di un carpentiere, ed egli certamente esercitò lo stesso mestiere nella giovinezza (Mc 6,3). Il carpentiere, in Israele, era anche costruttore di case, ebanista, ecc.; si occupava, insomma, di tutti i lavori del legno. Un falegname della Palestina era un uomo abile, utile, e particolarmente stimato. Così, è ragionevole ritenere che Maria e Giuseppe, disponendo di denaro, avessero avuto la possibilità, in ogni caso, di far nascere il Bambino ben al riparo “dal freddo e dal gelo”. E' pur vero che il Nazareno durante il periodo della predicazione, non avesse dove reclinare il capo, ma non sembra si facesse mancare il cibo, a giudicare da tutte le volte che lo troviamo a tavola a casa di amici, e dalle sue stesse parole: «E’ venuto Giovanni che non mangiava né beveva, e si diceva: – E’ indemoniato -. E’ venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e si dice: – E’ un mangione e un beone, amico di pubblicani e peccatori! -». Sicuramente non gli mancarono pane e pesce, e certo “bevve quel vino nero, pastoso e colorito, che bisognava annacquare prima di servirlo” (Daniel Rops). Disponevano, lui e i suoi apostoli, di denaro, e facevano l’elemosina ai poveri (Gv 13,29). Il Signore, infine, sicuramente non era vestito di stracci, giacché i quattro soldati romani si divisero le sue vesti, e tirarono a sorte la tunica, essendo cucita tutta di un pezzo (Gv 19,23-24).

Miriam Della Croce

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