“Un patto tra forze democratiche”

Il Popolo della Libertà
BRUXELLES

Questo l’ordine del giorno approvato dall’Ufficio di Presidenza del Pdl

L’Ufficio di presidenza, sui punti all'ordine del giorno approva le relazioni dei Coordinatori nazionali.

In particolare, sul primo punto dell'odg approva la relazione Bondi e sottolinea e riconferma la vicinanza e la solidarietà al presidente Berlusconi, vittima di un'aggressione frutto di una campagna di odio senza precedenti che ha dato credito ad accuse infamanti, che respingiamo in toto, con l’intento di infangare la storia di un uomo, di un partito, di una vicenda politica. Rileva la necessità che la democrazia in Italia possa avvalersi di un patto democratico tra le maggiori forze politiche che segni chiaramente i confini della normale dialettica politica, pur a volte anche aspra, e apra una stagione nuova, in cui una legittimazione reciproca tra le grandi forze politiche conduca ad un abbandono di ogni scorciatoia giudiziaria, premessa indispensabile per una stagione di riforme costituzionali da lungo tempo attese, da quella della Giustizia a quella della forma di governo.

A riguardo, sul possibile nuovo clima di confronto, vanno apprezzati alcuni segnali di apertura di parte della opposizione a partire dalle dichiarazioni dei due leader di Udc e Pd, Pierferdinando Casini e Pierluigi Bersani, sulla scorta dell’auspicio autorevole del Presidente della Repubblica.

Si approvano, sul secondo punto illustrato da La Russa e Verdini le candidature alle Regionali di Veneto, Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio, Calabria.

Si approva infine, sul terzo punto all'odg (cittadinanza), la decisione di proseguire nel partito l'approfondimento del tema avviato dalla Consulta Affari Costituzionali in parallelo con l'iter dei lavori parlamentari.

********

La testimonianza di Paolo Bonaiuti
“Quel clima di odio che alimenta la violenza”

14 dicembre 2009

di Paolo Bonaiuti

Quando sono arrivato ad Arcore ieri pomeriggio, il Presidente Berlusconi si stava preparando al discorso del pomeriggio in piazza del Duomo, un discorso che si annunciava dai toni pacati, quasi in spirito natalizio, nonostante tutti gli attacchi spaventosi delle ultime settimane.
Più tardi, durante il viaggio in macchina sulla tangenziale verso Milano, il Presidente ha alzato d’improvviso gli occhi dai suoi appunti stesi con quella sua grafia piccola, quasi da miniatura, e mi ha domandato: “Ma non ti sembra che abbiano creato un clima eccessivo di odio, di tensione, di violenza? Non pensi che tutto questo possa sfociare in qualcosa di brutto, in qualche gesto sconsiderato, magari in qualcosa che non sappiamo?”.
L’ho rassicurato con parole adatte alla circostanza ma quando già eravamo arrivati nel centro di Milano è tornato sull’argomento: “C’è veramente un clima esasperato di odio e di tensione attorno al Presidente del Consiglio e al nostro movimento che non si giustifica, una spirale senza precedenti. Sono molto preoccupato…”.
Ancora una volta ho cercato di rasserenarlo, ma intanto stavamo arrivando in piazza del Duomo.
E qui subito la prima stranezza: un gruppo inferocito di contestatori era riuscito ad arrivare a dieci metri dal palco e a lanciare i propri slogan entrando addirittura in contatto diretto con il pubblico pacifico del PdL venuto per ascoltare Berlusconi. Un altro gruppo, ancora più numeroso, lanciava grida di protesta da sotto i portici, settata-ottanta metri più lontano.
Tutto ci si poteva aspettare in una giornata dedicata agli acquisti natalizi, in una città attraversata da famiglie in festa, fuorché questa contestazione dura, fuori luogo, in toni esasperati, evidentemente organizzata. Una forma di protesta che di rado abbiamo riscontrato nei discorsi del Presidente in giro per l’Italia, imprevedibile e imprevista soprattutto in una città come Milano che è la casa natale di Berlusconi e del Popolo della Libertà.
Alla fine, sgolandosi e gridando più volte vergogna ai contestatori, Berlusconi è riuscito ad andare avanti nel discorso. Ma si avvertiva già lì, dietro il Duomo di Milano, questa strana aria di protesta indiscriminata che si era fatta sentire il giorno prima in occasione delle celebrazioni per la strage di piazza Fontana.
Una contestazione che aveva addirittura colpito, per la prima volta nella storia italiana, i famigliari delle povere vittime. Nessun rispetto, dunque, per nessuno, neanche per chi rappresentava quelli che avevano sofferto sulle proprie carni la bomba del 12 dicembre 1969 alla Banca nazionale dell’Agricoltura. E’ avvenuta poi l’aggressione, proprio mentre il Presidente Berlusconi si attardava con i suoi sostenitori, concedendosi ad una serie di autografi, a tante fotografie, ai messaggi e alle lettere che di solito gli vengono infilati nelle tasche con le richieste più disparate. Tutto è avvenuto insomma durante uno di quei finali di discorso che sempre hanno chiuso pacificamente le manifestazioni di un movimento pacifico come il Popolo della Libertà.
Che cosa ci dobbiamo chiedere dopo quanto è avvenuto?
Anzitutto dobbiamo riconoscere la verità della profezia di Berlusconi: il clima di odio ha saturato ogni limite e ormai deborda nel Paese in mille rivoli pericolosi, prendendo forme sempre più strane come la protesta indiscriminata via internet.
Eppure, in un momento delicato come questo, nel quale tutti dovrebbero mostrare il più alto spirito di responsabilità, anche stamani abbiamo letto sull’Unità, uno di quei giornali che pure finge di esprimere solidarietà nei confronti di Berlusconi, questo disastroso finale di articolo: “Purtroppo quel Duomo in faccia che ha tolto a Berlusconi le forze per qualche secondo, gli ridarà vigore e titoli per l’ennesima campagna elettorale, in un Paese che, grazie a lui e ai suoi simili, è sempre in campagna elettorale”.
A queste parole prive di ogni rispetto umano e ispirate soltanto da un vecchio calcolo della politica politicante, fanno riscontro le dichiarazioni pesanti non solo dell’ormai inqualificabile Di Pietro, ma anche di Rosy Bindi e di quell’Enrico Letta che pure viene considerato un “moderato”.
Anche se un giorno ci dovremo chiedere in sincerità chi sono i moderati in questo Paese.
Al fondo di questo atteggiamento della sinistra c’è un problema insuperato ormai da decenni: il concetto che questa classe dirigente sia la punta di diamante dei rappresentanti del popolo e quindi come tale vanti la pretesta di una superiorità morale che le permette di trinciare giudizi nei confronti di tutto e di tutti.
Da qui, da questa barriera di moralismo, provengono le accuse e le critiche più feroci al presidente Berlusconi che è colpevole soltanto, se colpa si può chiamare, di essersi difeso da una serie innumerevole di attacchi portati da certa parte della magistratura e amplificati con forza inusitata dal circuito mediatico e da un indefinito gruppo di poteri più o meno forti.
Tutti quanto costoro oggi dicono o lasciano capire, al fondo dei loro pensieri, che il Presidente Berlusconi se l’è meritata.
Il guaio è che questa sinistra, che dovrebbe essere riformista, non trova la forza di allontanare da sé gli estremisti alla Di Pietro e soggiace ancora alle lusinghe di quella sinistra radicale che, espulsa dal Parlamento, ha trovato nuovi alimenti nella piazza più pericolosa.
Questo è il problema di fondo dell’Italia, questo è il problema con il quale dovremo confrontarci se cercheremo, come sicuramente cercheremo, di calmare i toni del dibattito politico, da moderati quali sempre siamo stati e rimaniamo.
Il moralismo delle parole della sinistra deve cedere di fronte alla morale concreta, al valore incontestabile dei fatti del nostro Governo e della nostra maggioranza.

********
Bindi? Solo ciarpame
Le affermazioni di Rosy Bindi sull'attentato a Silvio Berlusconi ''sono un lascito del passato: nelle sue parole si percepisce quel terribile concetto di superiorita' morale che e' tipico della sinistra''.

Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Paolo Bonaiuti, a Radio 1 Rai commentando le affermazioni dell'esponente del Partito Democratico sull'aggressione al presidente del Consiglio.

''Finche' la sinistra – ammonisce Bonaiuti – si tirera' dietro questo ciarpame non arrivera' a nulla. Il moralismo li anima li rende convinti di essere solo loro depositari della verita'. E' un'arretratezza che va superata''.

Bonaiuti poi ha attaccato il gruppo editoriale 'Espresso-Repubblica' e l'editoriale sull'Unita', ''in cui si dice che il colpo di Duomo in testa a Berlusconi gli dara' piu' titoli e vigore per la campagna elettorale per le Regionali”.

“Dire che un fatto come quello – puntualizza – possa essere utilizzato a fini politici non fa altro che generale violenza ed odio''. E conclude: ''Mi dispiace che la sinistra riformista invece di fare proposte concrete per il Paese si allei con Di Pietro ed il suo linguaggio volgare''.

********
“L’Italia riscopre l’amore per il premier”

Dopo le cronache, i lunghi servizi radio-televisivi e i ripetuti flash sulle agenzie internazionali, dopo tutte le headlines e le breaking news, ovvero il risalto senza precedenti che i media internazionali hanno riservato ieri all’attacco al Presidente Berlusconi a Milano, questa volta a distinguersi per l’appoggio al premier e per la condanna dell’aggressione sono proprio quei quotidiani che hanno scatenato contro di lui una campagna di stampa sistematica, diretta e senza esclusione di colpi bassi. Se non è un’esplicita autocritica, lo è di sicuro nell’unico modo possibile: finalmente una prova di onestà intellettuale. Come se il volto insanguinato del premier avesse spazzato via gli alibi e i veleni.

Lo Spiegel, per esempio, titola sul fatto che “dopo l’aggressione, l’Italia riscopre l’amore per il suo premier”. Dopo mesi di accesi dibattiti tra gli schieramenti, “da tutte le aree del mondo politico italiano giungono adesso messaggi di solidarietà al Presidente del Consiglio ricoverato a Milano”.

L’attacco a Silvio Berlusconi “ha fatto impennare gli indici di gradimento del premier” e così “la stella del Cavaliere torna a brillare”. Un quotidiano di sinistra come la Sueddeutsche Zeitung è costretto a riconoscere la capacità di Berlusconi che non si è perso d’animo dopo il colpo ricevuto, e ha saputo “cogliere il momento di visibilità mediatica per chiudere una serie di conti aperti”. C’è una sfumatura di rabbia, è vero, ma anche di ammirazione, nelle parole della SZ.

“Solidarietà col premier”, titola invece l’editoriale della FAZ, Frankfurter Allgemeine Zeitung, il più prestigioso quotidiano tedesco.

Il Figaro si concentra sul perché Berlusconi suscita tanta “passione” fra gli italiani, e spiega che le polemiche hanno “nascosto” i suoi successi. Che il corrispondente da Roma del quotidiano francese elenca uno dopo l’altro: “Il Presidente del Consiglio è riuscito in sei mesi a sbarazzare Napoli della spazzatura che l’amministrazione locale di sinistra non era riuscita a togliere in dieci anni.

La Camorra non ha potuto più far scendere la folla nelle strade per opporsi agli inceneritori. La sua gestione dei danni umani e materiali provocati dal sisma del 6 aprile all’Aquila, che ha fatto 300 morti, è stata apprezzata dall’opinione pubblica. In pratica è riuscito a dare un alloggio a 65mila sinistrati prima dell’inverno. Altro successo: il G8 di luglio, allargato per sua iniziativa a un vertice ‘a 38’, tenuto sul luogo stesso del terremoto, senza alcun incidente”. E ancora, secondo Le Figaro, va aggiunto il successo della lotta alla mafia. “Le cifre sono eloquenti: 3315 mafiosi catturati, 12 dei quali tra i 30 criminali più pericolosi, 7.2 miliardi di euro di beni mafiosi sequestrati, 620 milioni di euro in contanti recuperati. Infine – conclude il quotidiano francese – la ripresa economica.

Le entrate fiscali sono aumentate del 40 per cento in ottobre. Più di 100 miliardi sono stati rimpatriati dall’estero approfittando dello scudo fiscale”.

“L’aggressione subita da Silvio Berlusconi non si dovrebbe trattare con condiscendenza – scrive lo spagnolo El Pais -. Come cittadino, e anche come primo ministro, egli gode di un diritto inalienabile, il rispetto alla sua

dignità e integrità fisica”. La condanna dev’essere perciò “energica e senza riserve”. Qualsiasi distinguo da parte dell’opposizione sarebbe “miserabile e destabilizzante”. È una presa di posizione che suona come una presa di distanze dalla deriva “dipietresca” assunta in questi mesi dal principale quotidiano di Madrid nella copertura dall’Italia. El Pais si limita soltanto, in chiusa dell’editoriale, a suggerire che la maggioranza “non approfitti” della situazione di vantaggio emotivo per far passare l’immunità per il premier.

Lo stesso vale per il Financial Times, che affida il commento a un amico dell’Italia, già corrispondente da Roma e capo degli esteri del prestigioso foglio della City. James Blitz si chiede che significato abbia l’aggressione a Berlusconi. “Da un certo punto di vista l’episodio – scrive Blitz – sembra circoscritto, essendo l’aggressore un uomo con disturbi mentali senza legami con organizzazioni politiche o associazionistiche. In Italia, tuttavia, il caso sta avendo una grande risonanza, considerato il passato del Paese, che ha avuto una lunga stagione di omicidi politici. Anche se l’attacco non è stato di natura terroristica, la classe politica deve riflettere. L’atmosfera è oggi certamente più polarizzata rispetto al 1994, quando il Cavaliere scese in campo”. Blitz ripercorre tutte le “sporche accuse” lanciate negli ultimi mesi contro Berlusconi, e ricorda che l’ultima – quella di complicità con la mafia – è stata già “discreditata” nel corso del processo a Torino.

“Tutto questo ha intensificato gli attacchi contro Berlusconi dei suoi oppositori e ha autorizzato gli alleati del premier a dire che l’attacco di domenica è stato sotto molti aspetti provocato dal ‘clima di odio’ contro di lui”. È vero perciò che c’è “un clima avvelenato” attorno a Berlusconi, e che questo clima può avere armato la mano dell’aggressore.

Di qui, secondo il Financial Times, la necessità di una riflessione da parte della classe politica italiana.

********

Uniti e decisi contro le mistificazioni

''Non abbiamo fatto altro che ricordare quello che tutti gli italiani i quali leggono i giornali e guardano la televisione hanno avuto sotto gli occhi quotidianamente: una campagna di odio e di disprezzo contro Berlusconi che ha innescato una serie di reazioni a catena che hanno portato al gesto di Tartaglia, alla sua esaltazione su facebook da parte di migliaia di estremisti. Non vediamo perche' avremmo dovuto tacere su tutto questo nel dibattito parlamentare, mentre Berlusconi e' ancora in un letto di ospedale, con il volto ferito''.

Con queste parole Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera replica all'editoriale del direttore de La Repubblica, Ezio Mauro, titolato ''Il dovere di un giornale''.

''Tacere tutto cio' – prosegue Cicchitto – sarebbe stato coprire quello che e' avvenuto, cosa che forse qualcuno avrebbe gradito. Noi ci siamo limitati a questo e abbiamo anche indicato una via d'uscita rivolgendoci a due forze politiche di opposizione, l'UdC e il Pd di Bersani, indicando quella che riteniamo l'unica via d'uscita possibile per ritornare ad una lotta politica normale: fine dell'uso politico della giustizia, una grande riforma istituzionale, la riforma della giustizia, il federalismo''. Capiamo come dopo quello che e' accaduto ''c'e' chi ha la coscienza sporca ed e' alla ricerca di un alibi e quindi di un altro bersaglio''.

''Nessuna intimidazione e anche nessun 'fuoco amico' – sottolinea – ci chiudera' la bocca. D'altra parte, invece, avremo la massima disponibilita' e apertura verso chi avra' atteggiamenti costruttivi. Detto tutto questo, l'evocazione dell'attacco alla liberta' di stampa e' l'ennesima mistificazione: una catena editoriale sviluppa contro un leader politico, il suo partito, il suo governo una forsennata campagna di stampa, ma se qualcuno osa rispondere allora la medesima catena editoriale grida all'attentato alla liberta' di stampa. Sulla base di questa logica Repubblica – conclude – ha licenza di attacco e coloro che sono oggetto di esso dovrebbero solo accettare, riverenti, insulti e scomuniche e poi ringraziare per l'onore ricevuto''.

Sandro Bondi – C’è qualcosa di grottesco e di malsano nell’incredibile, vergognoso attacco contenuto nell’articolessa del direttore di Repubblica Ezio Mauro contro l’Onorevole Fabrizio Cicchitto. Mauro ha superato ogni limite di decenza: il suo linguaggio ha assunto ormai connotazioni che non è nemmeno semplice definire: una sorta di mistura fra la menzogna sistematica stile Pravda e l’arroganza del fascismo degenerato di fine Ventennio. All’amico Fabrizio, persona mite e ragionevole, conosciuto per la sua vita di politico democratico coerente e misurato, va ovviamente tutta la nostra solidarietà. Al direttore di Repubblica, prima ancora che lo sdegno, va espresso lo sbigottimento di tutta la politica seria, normale, pronta a un dialogo costruttivo e al confronto. Repubblica da mesi dà vita a un killeraggio mediatico senza precedenti nei confronti di una persona: Silvio Berlusconi. Killeraggio che, orchestrato dal direttore del quotidiano, coinvolge tutti coloro che osano schierarsi dalla parte del Presidente del Consiglio – incidentalmente, la stragrande maggioranza degli elettori italiani. Questa campagna d’odio senza precedenti ha favorito lo sviluppo di un brodo di coltura che ha generato, indirettamente, il gesto di domenica sera contro Silvio Berlusconi, e che solo per miracolo non ha prodotto conseguenze letali. Quel brodo di coltura è una triste e drammatica consuetudine per l’Italia: lo abbiamo visto produrre dai “Cattivi maestri” negli anni immediatamente precedenti il terrorismo. Le forze politiche moderate e democratiche di entrambe le parti devono realmente fermarsi, riflettere e, attraverso un dialogo costruttivo, isolare e disarmare moralmente chi – come Mauro, come Di Pietro, come Travaglio – sta cercando oggi di riprodurre le medesime condizioni e di avvelenare nuovamente i pozzi della democrazia. E’ urgente ritrovare il filo di una discorso che non si può e non si deve interrompere: senza “bavagli”, senza violenze verbali, senza nient’altro che il buonsenso e l’amore per la nostra società civile e per le sue regole.

Infine, visto che a Mauro piacciono tanto le domande, gliene porrei una semplice e diretta: Lei, direttore, ha mai assistito in questi 15 anni a un solo comizio di un rappresentante politico del centrosinistra davanti ai suoi elettori in cui persone legate a Forza Italia prima o al PdL poi abbiano inscenato una sistematica e violenta azione di disturbo e d’insulto nei confronti dell’oratore? Lei ha mai visto un elettore del centrodestra istigato da chicchessia scagliare cavalletti o statuette sul volto di qualche rappresentante del centrosinistra, o scrivere orribili romanzetti in cui si narra la morte violenta di qualche rappresentante del centrosinistra? Ecco, risponda a queste domande e capirà da solo chi fomenta l’odio e chi sta portando il Paese verso il baratro. Io mi appello a tutte le forze democratiche perché il limite non sia superato, e perché un muro di sdegno e di esecrazione morale fermi, senza alcun bisogno di censure, chi sta cercando di instaurare un’atmosfera pericolosa e di trascinare il Paese in una drammatica spirale di irragionevole e cupa violenza.

Gianpiero Cantoni – ''E' davvero singolare la finta modestia di Ezio Mauro che oggi titola il suo intervento 'Il dovere di un giornale'. Il gruppo Repubblica-l'Espresso ha, infatti, smesso da tempo di essere un gruppo editoriale, per assumere i contorni di un movimento politico dichiaratamente contro la persona di Silvio Berlusconi. E come tale e' stato giustamente smascherato e criticato da Fabrizio Cicchitto in Parlamento. Repubblica e il suo direttore non si possono piu' nascondere dietro la facciata giornalistica''.

Francesco Casoli – ''Una cosa e' la critica giornalistica, altra e' il partito preso. Da tempo il gruppo Repubblica-L'Espresso ha iniziato una campagna d'odio nei confronti del presidente Berlusconi che niente ha a che vedere con il diritto-dovere di informare. Il capogruppo Cicchitto ha detto una sacrosanta verita', come conferma anche il taglio violento dell'editoriale di oggi. Repubblica non serve il Paese, ma precisi interessi di scuderia. Ed e' parte organica di un ben troppo evidente disegno eversivo, contrario al rispetto della volonta' popolare''.

Roberto Cota – “Chi oggi attacca cosi' violentemente Cicchitto non contribuisce certo a svelenire il clima. Ieri il capogruppo del Pdl ha fatto un intervento politico e ha tutta la mia solidarieta'”

Giorgio Lainati – Repubblica continua con la sua strategia di odio contro il centrodestra e i suoi rappresentanti. Ma con buona pace di Ezio Mauro e compagni, come non si e' mai lasciato intimidire Silvio Berlusconi così non si lascerà intimidire Fabrizio Cicchitto che ha avuto il coraggio di denunciare con chiarezza il network di seminatori di cattiverie egli stesso e' rimasto vittima''.

Giovanni Mottola – ''L'aggressione subita dal presidente del Consiglio dimostra che le parole d'odio possono avere conseguenze terribili. Ma questo evidentemente non interessa a Repubblica che non potendo prendersela in queste ore con il premier ha deciso bene di tenersi in allenamento con il linciaggio mediatico di Fabrizio Cicchitto''.

Osvaldo Napoli – “Nel suo ultradecennale regno a Repubblica Ezio Mauro ha assunto il ruolo di ispiratore del centrosinistra, fustigatore del centrodestra, supremo giudice degli atti e dei comportamenti di Silvio Berlusconi”. “Con i suoi editoriali, i titoli sempre roboanti con il nome del premier legato a presunti scandali alla prova dei fatti finiti nella pattumiera della cronaca, e' riuscito forse a cambiare perfino il modo di fare giornalismo in Italia. Ieri il presidente Fabrizio Cicchitto, fuori da ogni ipocrisia, ha citato un fatto che lo straordinario archivio on line di Repubblica e' li' a dimostrare. E per quanto riguarda Santoro e Travaglio basta consultare altri archivi. Chiunque puo' vedere quale linguaggio sia stato utilizzato contro un unico bersaglio, Silvio Berlusconi. Non mi pare che Cicchitto, indicando in Repubblica un giornale che ha istigato un certo clima nel Paese, abbia detto cosa diversa da un'inoppugnabile verita', confermata dall'editoriale odierno”.

Antonio Tomassini – Repubblica può attaccare Silvio Berlusconi, può alimentare il clima d’odio contro il Presidente del Consiglio, ma non può essere criticata dal presidente dei deputati del PDL. Un’ipocrisia. Ezio Mauro, più che il direttore di un giornale è diventato oramai il capo occulto dell’opposizione. E come tale oggetto di critiche. Alle quali, come al solito, sa rispondere solo con insulti ed offese”.

Melania Rizzoli – “Dopo il martirio mediatico, politico, privato, economico, giudiziario, siamo arrivati, domenica in piazza del Duomo, al martirio fisico. Basta con l'accanimento contro l'uomo Berlusconi, bene ha fatto il nostro capogruppo alla Camera Cicchitto ad evidenziare il clima infetto che da mesi imperversa in Italia. E' ora, per tutti indistintamente, di cambiare rotta. Mi auguro che il nuovo anno sia diverso da questo che sta finendo”.

Piero Testoni – “Momentaneamente impossibilitata per motivi di opportunità a proseguire la propria campagna d`odio nei confronti del presidente del Consiglio, la Repubblica per l`occasione ha trovato un nuovo obiettivo da colpire: Fabrizio Cicchitto. La demonizzazione dell`avversario, rivolta contro il capogruppo del Pdl che ha ripetuto concetti e convinzioni già altre volte espressi con assoluta coerenza, dimostra la volontà e la pervicacia di portare attacchi che finiscono per essere pericolosi ben oltre il loro significato politico”.

Mario Valducci – “Ieri, col suo discorso alla Camera, Fabrizio Cicchitto ha solo voluto ripristinate la verità. Repubblica, da questa primavera, rappresenta il Presidente del Consiglio prima come un frequentatore di minorenni e poi come il mandante delle stragi di Palermo e Capaci. L'azione mediatica di Repubblica e di alcune trasmissioni del servizio pubblico è ormai volta da mesi solo a capovolgere la volontà del popolo che ha scelto Berlusconi a capo del Governo del Paese. Repubblica vive in un altro Paese: quello dell'odio e dell'istigazione alla violenza che mina alle fondamenta l'unità nazionale, brodo di coltura per attacchi dissennati come quello di domenica. Libertà di stampa non significa licenza di fango alle nostre cariche istituzionali”.

Denis Verdini – “Capiamo bene il profondo imbarazzo in cui e' piombata Repubblica dopo l'aggressione a Silvio Berlusconi. E capiamo bene che ad Ezio Mauro e alla sua cricca faccia male sentir parole fuor di metafora e lontane da ogni ipocrisia, quali quelle pronunciate dall'onorevole Cicchitto alla Camera, il quale non ha fatto altro che fotografare la realta'. Ma cio' non giustifica la violentissima aggressione verbale di un quotidiano abituato a questi metodi di killeraggio giornalistico, usati senza il minimo ritegno nei confronti di Silvio Berlusconi. Non si puo' inscenare una violenta, infamante, sistematica, indegna campagna di demonizzazione per poi chiamarsi fuori e considerarsi estranei al gesto di uno squilibrato, che ha preso sul serio il falso ritratto che Repubblica ha dato del premier in questi anni ed ha creduto di fare un gesto eroico cercando di liberare l'Italia da Silvio Berlusconi. E non si puo' nemmeno cancellare con un fondo, per quanto apprezzabile, tutto cio' che quell'editoriale ha preceduto e, a giudicare dall'articolo odierno di Ezio Mauro, ha seguito”.

Cicchitto: io tutto tranne che incendiario

''Io sono solitamente una persona aperta al dialogo, ma come capogruppo del Popolo della Liberta' dovevo esprimere e portare in Parlamento l'indignazione dei miei deputati e specialmente di milioni di elettori e di elettrici del PdL per il ferimento di Berlusconi e per la campagna di odio che e' in corso contro di lui da molti mesi. Poi ho fatto tutte le distinzioni possibili e immaginabili: da una parte una catena editoriale, Di Pietro, trasmissioni televisive che hanno rovesciato insulti su Berlusconi, dall'altra parte il confronto e il dialogo con Bersani, con Casini, sul terreno di chi fa un'opposizione normale. Le due cose sono ben distinte''. Fabrizio Cicchitto spiega così le prese di posizioni di questi ultimi giorni.

Il capogruppo alla Camera dichiara di poter essere definito tutto ''tranne che un incendiario. Ho dato voce al Popolo della Liberta' che ha visto il suo leader ferito e sanguinante finire in ospedale.''

A Di Pietro che dice che siamo al fascismo, Cicchitto replica: ''Il fascismo storicamente lo conosciamo: era fatto dalle squadracce, da chi picchiava, non si poteva parlare… Perche', in Italia non c'e' liberta' di stampa? Non c'e' liberta' di trasmissioni televisive che rovesciano insulti quotidianamente contro Berlusconi? Quindi, dire che c'e' il fascismo significa voler innescare una catena di violenza. Io mi auguro che questo tipo di tematica si blocchi, anche perche' vediamo in giro dei segnali tutt'altro che rassicuranti, che vanno al di la' anche del ferimento di Berlusconi…''.

********

Corriere della Sera

CICCHITTO L'”INCENDIARIO” GLI EX PSI: IN LUI IL RICORDO DELLE MONETINE CONTRO CRAXI

********

La Stampa

IL CAVALIERE NEMICO PERFETTO

di Luca Ricolfi

********

Il Riformista

PERCHE' NON VADO AD ANNOZERO

di Antonio Polito

********

Il Giornale

Intervista a Gaetano Quagliariello

“LA COSTITUZIONE NON E' UN MITO SACRO”

CHI GRIDA AL TIRANNO LEGITTIMA IL “TIRANNICIDIO”

di Marcello Veneziani

DA INDRO A SILVIO LA SINISTRA DELL'ODIO E' SEMPRE INCINTA

di Giancarlo Perna

IL GRANDE CORAGGIO DI MOSTRARSI FERITO ALLA PIAZZA

di Santo Versace

BERLUSCONI OFFRE UN PATTO A PD E UDC “MA LA SINISTRA NON MOLLERA' DI PIETRO”

SOLIDARIETA' A SILVIO, L'EUROPA E' COMPATTA

********

Il Tempo

NON CAMBIANO MAI

di Roberto Arditti

********

Il Gazzettino

IL PESO DELLE PAROLE SBAGLIATE

di Roberto Papetti

********

Il Mattino

LUPI: “FRATTURA NEL PDL? E' SOLO UNA LEGGENDA”

********

Libero

RINUNCIA ALLA PIAZZA. BERLUSCONI VUOLE UN PATTO ANTI-ODIO

BERSANI SFIGURATO DA ROSY E TONINO

di Peppino Caldarola

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy