Gli italiani d’oltreoceano: un peso o una risorsa?

Vice presidente PdL America Meridionale

L’Italia è una Nazione integrata da circa 120 milioni di persone, di cui 60 residenti all’estero. Il fenomeno dell’emigrazione è un elemento molto radicato nella storia italiana, soprattutto in quella dei secoli XIX e XX. Questa nota ha lo scopo di far luce sull’attuale importanza che rivestono i nostri connazionali oltre confine nei confronti dell’Italia, con particolare attenzione a quelli radicati nel continente americano. La presenza italiana nel mondo, infatti, è fonte di richezza e benefici per l’Italia e, inoltre, contribuisce ad inserire meglio il Paese nel mondo globalizzato dei nostri giorni.
In passato l’emigrazione italiana ha contribuito alla crescita dei Paesi ospitanti. Basti pensare, ad esempio, alla “colonizzazione” dell’Argentina, il Brasile, il Cile, le cui terre incolte vennero lavorate dagli immigrati italiani. La mano d’opera italiana fu protagonista della crescita di questi Paesi e della costruzione delle loro infrastrutture. Gli italiani sono famosi per aver costruito strade, ponti, gallerie, porti e ferrovie. Essi non solo parteciparono alla costruzione dei Paesi ospitanti, ma contribuirono altresì alla rinascita dell’economia italiana. E’ noto il fenomeno per cui gli italiani dall’estero inviavano i soldi alle famiglie lasciate in Patria.
Il valore aggiunto degli italiani all’estero non è semplicemente una realtà del passato, ma costituisce un fenomeno di grande attualità. Essi rappresentano una grande risorsa per lo Stato italiano sotto il profilo economico, sociale e culturale.
Con riferimento al profilo economico, gli italiani residenti all’estero hanno influito sull’andamento dell’import-export delle aziende italiane site in Italia. Essi sono i veri “ambasciatori” del cosiddetto made in Italy, che ha portato i prodotti italiani ad eccellere nel mercato internazionale. L’Italia, infatti, ha una fama ben consolidata a livello mondiale non soltanto in materia di arte e cultura, ma anche per i suoi prodotti industriali e artigianali di qualità e per il suo know-how. I prodotti italiani sono ormai rinomati in vari settori, dall’industria automobilistica a quella della moda e del design, dalla gastronomia all’artigianato. Ebbene, la forte presenza di cittadini italiani in Paesi come quelli del continente americano non può che contribuire a potenziare le esportazioni dei prodotti italiani; infatti, le aziende gestite dai connazionali all’estero rappresentano degli ottimi referenti per le aziende in Italia che vogliono esportare i loro prodotti e know-how. In quest’ottica, gli italiani all’estero possono dar vita ad una rete di scambi economici in grado di espandere le imprese italiane, possono essere punti di riferimento per la creazione di partnership. La questione non è di poco rilievo, soprattutto in quest’ultimo periodo, in cui leggiamo costantemente sui giornali e sentiamo parlare sempre più spesso della crisi in cui versa l’industria italiana, crisi che affligge in maniera particolare le piccole e medie imprese italiane, il cui fatturato e il cui livello di esportazione sono in calo.
A fronte della crisi che si affaccia sull’economia e l’industria italiana, non possiamo sottovalutare le opportunità che ci offrono i mercati dei Paesi dell’America del Sud (il blocco del Mercosur è un ottimo esempio), dove è concentrata una quota molto consistente della popolazione italiana residente all’estero. I Paesi sudamericani sono fonti di grandi ricchezze, soprattutto di risorse naturali ed agroalimentari. Non può sfuggire l’importanza di simili risorse per le aziende italiane, in un’ottica di scambio e complementarietà: l’Italia è un Paese dalle dimensioni geografiche ridotte rispetto a “colossi” come l’Argentina, il Brasile, il Cile, il Venezuela. Di conseguenza, ridotta è anche la disponibilità di risorse naturali, energetiche ed agroalimentari sufficienti a soddisfare i bisogni di una popolazione molto densa.
Non meno importante è il contributo degli italiani all’estero quanto alla diffusione della cultura e lingua italiana, nonchè alla preservazione dell’identità e l’orgoglio di appartenere ad una Nazione dalla storia e cultura millenarie.
In sintesi, i nostri connazionali d’oltreoceano non devono rimanere una realtà lontana, perchè l’Italia ne ha bisogno. La presenza italiana all’estero, se bene “sfruttata”, può rappresentare fonte di grandi benefici per il futuro dell’Italia e della sua economia. Quando chiediamo che lo Stato italiano rivolga il suo sguardo anche agli italiani all’estero, non ci riferiamo esclusivamente al dovere dello Stato di provvedere anche ai bisogni dei connazionali residenti oltre confine, riconoscendo loro gli stessi diritti, ad esempio sul piano assistenziale e socio-sanitario. Gli italiani all’estero, in quanto “prolungamento” dell’Italia, devono essere coinvolti a pieno titolo nell’attività del Paese, devono essere rivalutati in quanto protagonisti della storia e della vita del Paese; non devono più essere visti come un peso per lo Stato e per il Fisco, bensì come una fonte di grandi opportunità per lo sviluppo dell’economia italiana, per la promozione della competitività dei prodotti italiani nei mercati internazionali e l’inserimento del Paese nel mondo globalizzato.
La crescita economica, in ogni caso, deve essere accompagnata da un rientro dal deficit di credibilità ed affidabilità oggi latente nelle nostre istituzioni e in una certa fascia di cittadini. Credibilità ed affidabilità sono ingredienti indispensabili per attirare gli investitori e per consolidare la posizione delle imprese italiane nel mercato globale. Occorre dunque lavorare sulla trasparenza ed imparzialità delle istituzioni, che devono costituire un esempio per i cittadini. La cultura della legalità deve essere messa in atto in primis dallo Stato e i suoi organi a livello nazionale, regionale e locale. Soltanto coniugando alla crescita economica finanziaria la cultura della legalità e dell’imparzialità potremo parlare di un autentico progresso del nostro Paese.

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