Palermo, sequestrato tesoro del clan San Lorenzo

PALERMO – Beni per oltre 273 milioni milioni di euro sono stati sequestrati dal Tribunale di Palermo: sono riconducibili a Giovanni Giacalone, 36 anni, accusato di mafia nell'ambito dell'operazione Addio pizzo che portò all'arresto di esponenti della cosca dei quartieri San Lorenzo e Tommaso Natale.

Il provvedimento eseguito dalla polizia e dalla guardia di finanza è stato emesso accogliendo le richieste avanzate dal procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e dal questore di Palermo Alessandro Marangoni.

Il patrimonio è costituito principalmente da società che gestiscono numerosi supermercati con il marchio Eurospin e Qui Discount successivamente divenuto Mio Discount e da altre società del settore della distribuzione alimentare in genere, beni immobili, conti correnti e depositi bancari.

Giacalone, secondo gli investigatori ha ricoperto il ruolo di co-reggente della famiglia mafiosa di San Lorenzo, insieme a Massimo Troia figlio del boss Tullio Mariano Tullio. È anche indagato insieme ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo di “trasferimento fraudolento di valori aggravato”. Sequestro preventivo anche per le società Pubblidea s.r.l. e Vision Maxischermi che secondo gli inquirenti sarebbero riconducibili ai Lo Piccolo.

Le indagini sono state condotte attraverso l'esame incrociato di documenti, pizzini, libri mastri ed altro materiale sequestrato il 5 novembre 2007 nel covo dei Lo Piccolo e utilizzando le dichiarazioni di Francesco Franzese e di Antonino Nuccio e grazie alle intercettazione telefonica ed ambientali.

E' emerso che Giacalone aveva in progetto di aggiungere alle società, gestite da suoi prestanomi, una catena di supermercati con oltre 40 punti vendita in tutta la Sicilia con il marchio Qui Discount, poi divenuto Mio Discount, di cui il gruppo Giacalone aveva l'esclusiva.

Gli inquirenti, inoltre, grazie alle intercettazioni telefoniche, hanno scoperto che diversi dipendenti dell'imprenditore erano familiari di affiliati mafiosi: attraverso l'assunzione di parenti di uomini d'onore, Cosa nostra mira ad accrescere il consenso sociale. Un esempio è l'assunzione della vedova del boss Giovanni Bonanno, fatto sparire col metodo della lupara bianca, impiegata, nel 2007, in un supermercato di Giacalone.

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