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Berlusconi: "Grazie di cuore. State sereni e sicuri. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio" – La solidarietà  del PPE

Il Popolo della Libertà
Il Club della libertà
BRUXELLES

«Le affermazioni di Rosy Bindi – per il sottosegretario Paolo Bonaiuti – sono un lascito del passato: nelle sue parole si percepisce quel terribile concetto di superiorità morale che è tipico della sinistra». «Finchè la sinistra – ha ammonito Bonaiuti – si tirerà dietro questo ciarpame non arriverà a nulla. Il moralismo che li anima li rende convinti di essere solo loro depositari della verità. È un'arretratezza che va superata». (Corriere della Sera online)

VALDUCCI: Il frutto delle istigazioni di Di Pietro, Santoro, Repubblica ed Espresso

“A forza di usare la violenza verbale qualcuno segue le incitazioni e passa dalle parole ai fatti. L’aggressione al Presidente del Consiglio e’ gravissima e purtroppo e’ il frutto delle istigazioni di Di Pietro, Santoro, Repubblica ed Espresso”.

Lo ha dichiarato Mario Valducci, Presidente della Commissione Trasporti della Camera, che ha osservato: “A forza di definire mafioso e delinquente Silvio Berlusconi, qualche imbecille segue le parole. Ora saranno contenti tutti costoro che hanno promosso il No B day. Mi auguro che l’autore del gesto non venga subito liberato e che gli istigatori si facciano un esame di coscienza”.

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MAURO: I responsabili politici sono noti

“I responsabili politici dell’aggressione a Berlusconi, cosi’ vile e cosi’ odiosa, sono noti a tutti”. Lo ha affermato il presidente dei deputati del Pdl al Parlamento europeo, Mario Mauro.

“Hanno invocato la piazza e la violenza e la violenza e’ arrivata. Ma la piu’ grande violenza e’ la menzogna di coloro che vogliono farci credere che l’anomalia italiana e’ Berlusconi e non invece i nemici della democrazia che pretendono di incarnare in questo Paese il bene e la giustizia. E oggi come ieri altro non sono che fanatici o terroristi”. “Dovere del popolo in questa circostanza e’ stringersi intorno a chi rappresenta la nostra istanza di verita’, di pace e di progresso”.

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FORMIGONI: Le dichiarazioni di Di Pietro sono vomitevoli

“Trovo la dichiarazione di Di Pietro vomitevole, indegna di un uomo politico e di una persona civile”.

Lo ha affermato Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, replicando alle dichiarazioni del leader dell’Idv Antonio Di Pietro il quale ieri aveva detto che è Silvio Berlusconi a istigare la violenza. “Se Di Pietro è alla ricerca di istigatori, si guardi allo specchio”.

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VALDUCCI A NAPOLITANO: L'aggressione al premier è un attentato ad un organo costituzionale

“Apprendendo che l’attentatore di Silvio Berlusconi sarebbe stato incriminato dal noto procuratore antiberlusconiano Armando Spataro per lesioni pluriaggravate non si puo’ che rimanere sgomenti. Faccio appello al Presidente Giorgio Napolitano nella sua qualita’ di presidente del Csm perche’ quest’atto non sia derubricato a lesioni pluriaggravate. Si e’ trattato di un attentato al Presidente del Consiglio, e come tale va trattato”.

Lo ha dichiarato in una nota Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti e Responsabile vicario Enti Locali del Pdl che ha osservato: “Perche’ Spataro non prende in considerazione l’articolo 289 del Codice Penale che prevede l’attentato agli organi costituzionali dello Stato? Vuole forse sminuire la portata dell’azione delittuosa? Purtroppo, se questa accusa dovesse permanere, sarebbe la conferma dell’attacco alle istituzioni portato da alcuni organi dello Stato”.

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CICCHITTO: Ora è ancora piu' valida la proposta di una manifestazione pacifica del Pdl

“Riteniamo ancora piu’ valida la proposta avanzata gia’ qualche tempo fa.

A tempo debito, quando gli animi si saranno calmati, in occasione dell’apertura della campagna elettorale per le regionali, la grande maggioranza tranquilla costituita dal popolo di centro-destra che ama Berlusconi e che si riconosce in questo governo, deve dar vita ad una manifestazione pacifica e di massa attraverso la quale far sentire a tutti il suo peso e la sua forza”. Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

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CICCHITTO: L'aggressore del premier armato da una campagna d'odio

L’intervento alla Camera dei deputati del capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, martedì 15 novembre 2009

Signor Presidente,
invio al Presidente Berlusconi il saluto e l’augurio a nome del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà e di milioni di nostri iscritti ed elettori.

Quello che è avvenuto – l’aggressione a Berlusconi, la contestazione organizzata e aggressiva di ben due manifestazioni a Milano, le migliaia di solidarietà a Tartaglia su Pag. 9 Facebook – è il segno che stanno penetrando nel profondo di settori, fortunatamente assai minoritari, della nostra società i veleni prodotti dalla campagna di odio iniziata fin dal 1994

In questa campagna di odio non è vero che siamo tutti uguali, perché essa è da sempre concentrata contro una sola persona, contro Silvio Berlusconi. Essa si è avvalsa nel corso degli anni dei materiali più diversi; ultimamente essa è ripartita dai gossip, ma poi si è concentrata su due accuse infamanti e terribili: la mafiosità e la responsabilità delle stragi del 1992-1994.
A condurre questa campagna è il network composto dal gruppo editoriale Repubblica-Espresso, da quel mattinale delle procure che è Il Fatto Quotidiano, da una trasmissione televisiva condotta da Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio, da alcuni pubblici ministeri che hanno nelle mani alcuni processi tra i più delicati sul terreno del rapporto tra mafia e politica e che nel contempo vanno nei più vari talk show televisivi a demonizzare Berlusconi e da un partito, l’Italia dei Valori, il cui leader Di Pietro sta in questi giorni evocando la violenza, quasi voglia tramutare lo scontro politico durissimo in atto in guerra civile fredda, e poi questa in qualcosa di più drammatico.
È condotta anche, onorevole Bersani, da qualche settore giustizialista del suo partito. Come se ne esce? A nostro avviso non con esercitazioni puramente verbali, destinate a lasciare il tempo che trovano, ma andando al cuore del problema: disinnescando, cioè, con leggi funzionali all’obiettivo l’uso politico della giustizia, che è il cancro che ha distrutto la prima Repubblica e che sta corrodendo anche la seconda.

Se si prende il toro per le corna – lo dico rispondendo in termini politici all’appello del Presidente della Repubblica – si può iniziare un cammino virtuoso, procedendo ad una grande riforma istituzionale, ad una grande riforma della giustizia, ad un’incisiva riforma dei regolamenti parlamentari e all’istituzione del federalismo fiscale.

Aggiungo per chiarezza che non possono essere messe sullo stesso piano, neanche dalle nostre autorità istituzionali, due problematiche assai diverse: quella di chi, magari con un linguaggio non diplomatico, ha invocato una riforma costituzionale, compresa quella della riforma costituzionale, recuperando le obiezioni fatte a suo tempo da Palmiro Togliatti e da Calamandrei, e quella di quei pubblici ministeri che hanno fatto trattenere il fiato al Paese e alla comunità internazionale in attesa che gli oracoli di nuovo conio, gli Spatuzza e i fratelli Graviano, pronunciassero i loro verdetti, anzi, le loro atipiche sentenze ! Si è verificato a questo proposito, onorevole Presidente, un’ulteriore asimmetria, perché mentre quell’invocazione ad una grande riforma è stata duramente contestata, gli attacchi di tutti i tipi rivolti ad una carica dello Stato eletta dalla maggioranza del popolo non hanno avuto finora una chiara e netta risposta.
Questo è lo stato della questione, detto con senso di responsabilità, ma anche con la dovuta fermezza da parte di un gruppo che vede il suo leader in ospedale, colpito da uno squilibrato, la cui mano è stata armata da una spietata campagna di odio, il cui obiettivo è il rovesciamento di un legittimo risultato elettorale.

I termini della questione sono chiarissimi e con chiarezza li abbiamo esposti. A questo punto, ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Ci auguriamo che l’aggressione e il ferimento subiti da Silvio Berlusconi possano servire a qualcosa di positivo e che dal male possa venire il bene.

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VALDUCCI: Il Pdl non stia in tv con Di Pietro

“Antonio Di Pietro con le sue parole e i suoi metodi non merita risposte. Anzi, non merita ascolto. Bene abbiamo fatto a lasciare l’Aula al momento del suo intervento.

E dobbiamo rilanciare, propongo che gli esponenti del Popolo della Liberta’ lascino anche gli studi televisivi dove Di Pietro sia ospite”. Lo ha dichiarato Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera dei deputati e responsabile vicario Enti Locali del Pdl commentando l’intervento in Aula di Antonio Di Pietro.

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La solidarietà del Partito Popolare Europeo

S. BERLUSCONI ATTACK: “POLITICAL VIOLENCE UNACCEPTABLE IN 21st CENTURY EUROPE”
SAYS EPP PRESIDENT W. MARTENS

14-12-2009

The President of the European People’s Party (EPP), Wilfried Martens, expressed this morning his outrage at the attack against Italian Prime Minister Silvio Berlusconi last night in Milan. Berlusconi and his PdL party are members of the EPP.

“The attack against Italian Prime Minister Silvio Berlusconi is deplorable and on behalf of the European People’s Party I wholly condemn it; such acts of political violence have no place in the Europe of the 21st century. The EPP and I wish Silvio Berlusconi a speedy recovery and we look forward to seeing him at the next EPP Summit,” stated Wilfried Martens.

EPP Group condemns attack on Silvio Berlusconi.
Joseph Daul MEP Chairman of the EPP Group, and Mario Mauro MEP

14-12-2009

Opening the plenary session in Strasbourg on Monday afternoon, the President of the European Parliament, Jerzy Buzek, strongly condemned, on behalf of the Assembly, the act of violence committed against the Italian Prime Minister Silvio Berlusconi.

“Violence cannot and must not be tolerated in Europe. On behalf of the EPP Group in the European Parliament, I express our solidarity and support to Prime Minister Berlusconi, and wish him a speedy recovery”, said Joseph Daul MEP, Chairman of the EPP Group in the European Parliament.

“I urge all political actors, regardless of beliefs, to strongly condemn any act of violence committed against a politician. We live in a democracy and we believe in the rule of law, applying to all citizens and their representatives. There should be no exception to this rule”, said Mario Mauro MEP, Head of the Italian Delegation (PDL) of the EPP Group.

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Il Giornale

PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 14 DICEMBRE 2009

VIOLENZA COSTITUZIONALE

di Alessandro Sallusti

PRIMA PAGINA DI MARTEDI' 15 DICEMBRE 2009

ERA TUTTO ORGANIZZATO

di Vittorio Feltri

SILVIO INCREDULO: PERCHE' MI ODIANO?

DALLE ALTE CARICHE DELLO STATO ALLA PENSIONATA IN LACRIME TUTTI IN FILA PER VEDERE IL CAV

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Corriere della Sera

DON VERZE': HA GIA' PERDONATO L'AGGRESSORE TROPPO ODIO, BISOGNA CAMBIARE LA CARTE

CONFALONIERI: NON MOLLA PENSA CHE DA UN MALE POSSA NASCERE UN BENE

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La Stampa

SE IL LEADER OFFRE IL SUO CORPO

di Mattia Feltri

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Libero

TARTAGLIA E SPATUZZA? PAGATI DAL CAVALIERE

di Maurizio Belpietro

LA FACCIA TOSTA DEI LUPI CHE SI TRAVESTONO DA AGNELLI

di Mario Giordano

ANCHE CSM E CONSULTA HANNO LE LORO COLPE

di Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello

L'ODIO NON PAGA. TONINO CROLLA IL CAVALIERE CRESCE

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I Picchiatori veri stanno nei giornali

Intervista in esclusiva con Piero Sansonetti, direttore de Gli Altri, che ci spiega: lo scontro in atto è tra Berlusconi e De Benedetti. La sinistra non ha una alternativa programmatica e cede alla ventata populista di Di Pietro. Berlusconi pensa di risolvere tutto col consenso, ma l’opposizione non riesce a concepire alcuna riforma. Sansonetti si dichiara allibito per le operazioni di stampa in stile Repubblica e ricorda cosa successe quando sull’Unità venne pubblicato un documento falso sulle trattative tra la Dc e Cutolo per il sequestro Cirillo…

di Alfonso Piscitelli
Direttore Sansonetti, e alla fine arrivò il matto…
Sì, alla fine è arrivato il matto; anche se io non conosco la situazione personale di chi ha compiuto il gesto. Ma è un gesto che giunge come il precipitato di un clima di tensione che si è creato nel paese. Un clima di tensione fortissima, ma che paradossalmente non ha grande materia del contendere. I conflitti politici possono anche essere molto aspri, ma di solito si giocano su grandi scelte, su opzioni diverse. Penso ai grandi conflitti della fine degli anni Sessanta, quando la classe operaia fu protagonista di scontri furibondi per diminuire il divario tra salari bassi e profitti altissimi per gli imprenditori.
Oggi invece?
Siamo di fronte a uno scontro dai toni inauditi, ma è una lotta tutta interna al personale politico. Nessuno infatti saprebbe indicare le differenze clamorose tra il modo con cui governa il centro-destra e il modo in cui governerebbe il centro-sinistra.
Questo però è un problema soprattutto della sinistra. Berlusconi, bene o male, una posizione ce l’ha; ma quale è il profilo della alternativa programmatica a Silvio Berlusconi?
Da una parte, non si capisce quale sia l’alternativa programmatica della sinistra; dall’altra si capisce che Berlusconi vuole mantenere a tutti i costi il potere per il gruppo dirigente che rappresenta. Attenzione però, oggi lo scontro più forte non è tra classi alte e classi basse, ma è tra spezzoni della borghesia italiana. Se io le dovessi chiedere: chi sono oggi i due capi che si fronteggiano, lei mi risponderebbe: Berlusconi e De Benedetti.
Ci può giurare!
Di certo non mi risponderebbe Berlusconi e Berlinguer.
Ma neanche Berlusconi e Bersani. Siamo consapevoli di quello che lei dice: l’antagonista vero è De Benedetti. Noi scegliamo Berlusconi, che qualcosa in Italia fa muovere…
Lei scelga quello che vuole, ma lo scontro feroce è in questi termini: tutto all’interno della classe dirigente e della borghesia. Gli stessi giornali non sono chiamati a schierarsi su grandi scelte, ma ad esprimere preferenza per una di queste due squadre: la squadra di De Benedetti e quella di Berlusconi. La manifestazione del 3 ottobre sulla libertà di stampa era clamorosamente questo: un gruppo editoriale chiamava alla lotta contro un altro gruppo editoriale.
Però poi arriva il gesto del matto.
Questo clima di contrapposizione interna culmina nel folle attacco di uno squilibrato che colpisce il premier e porta lo scontro al livello massimo. Perché è dagli anni Settanta che un uomo politico non veniva colpito fisicamente in Italia. Ma il fatto che l’autore del gesto abbia dei problemi mentali rappresenta un aspetto simbolico quasi letterario: perché tutta l’Italia oggi ha dei problemi mentali.
Da come parla, si capisce che Sansonetti ha letto Marx. E la sua è una analisi articolata che nasce dalle categorie concettuali della cultura di sinistra. Viceversa, come è accaduto che la sinistra politica attuale ha cominciato a pendere dalle labbra di due classici esponenti della destra manettara come Di Pietro e Travaglio, rischiando così di perdere di vista l’analisi degli elementi strutturali della società?
Non tutta la sinistra è ispirata da Di Pietro e Travaglio, però sicuramente la sinistra è attraversata dal clima populista. In tutto il mondo, la democrazia è in crisi gravissima, la globalizzazione ha svuotato la politica; il potere va altrove e sta essenzialmente nell’economia, nei gruppi della finanza. Potere e democrazia si sono in parte separati e il populismo è il risultato di questa crisi della democrazia.
E quando i ragazzi incappucciati di Casarini, Caruso attaccavano nel 2001 quelli che erano comunque i rappresentanti eletti dal popolo riuniti al G8 non facevano il gioco dei grandi gruppi di potere estranei a ogni controllo democratico?
L’analisi del 2001 è complessa. Certo anche nel movimento no-global c’erano elementi di populismo. Quel movimento era il tentativo di dare una risposta alla crisi della democrazia. Ma una risposta non riuscita.
Anche perché dopo qualche mese arrivò Bin Laden e dimostrò come si fa sul serio la “contestazione” all’Occidente! Non con i giochi di ruolo del piccolo rivoluzionario…
In Italia poi il movimento no global si sovrappose al movimento girotondista e la cosa aumentò la confusione; perché in realtà i due fenomeni esprimevano istanze contrapposte: i girotondisti erano ultra-legalitari; i no-global erano sovversivi!
Chissà quale nobile sentimento univa due tronconi così diversi? Forse il nobile desiderio, oggi realizzato, di rompere i denti a un uomo in particolare…
Oggi però la crisi della democrazia perdura perché abbiamo Berlusconi che usa un argomento forte, ma dimezzato. Dice: io ho il consenso del popolo, punto e basta. E identifica la democrazia con il consenso. La democrazia però è anche mediazione, correttezza istituzionale. Dall’altra parte, il centro-sinistra dice: la democrazia è solo rispetto delle istituzioni. La sinistra non riesce a misurarsi col problema del consenso.
Ma in Italia “istituzioni” spesso vuol dire: ceti burocratici che sono immobili da quaranta anni.
Il centro-sinistra non sembra capace di affrontare il tema del rinnovamento delle istituzioni: le istituzioni devono essere rispettate, ma anche rinnovate. Probabilmente bisogna mettere mano alla macchina della Costituzione. Dall’altra parte Berlusconi pensa che se c’è il consenso si risolve tutto.
Lei quindi dà per scontato che Berlusconi un consenso ce l’ha. Un consenso maggioritario nella società italiana di oggi. E allora domanda netta: perché ce l’ha?
Per la debolezza dei suoi avversari, per il dilagare del populismo. È la maggiore figura leaderistica del paese, oggi non ce ne sono altre. In America ha vinto Obama, perché era la figura più carismatica. Da noi vince Berlusconi. Poi è un momento storico in cui il pendolo sta andando a destra.
Torniamo all’aggressione di domenica e alle sue ripercussioni mediatiche. Sono rimasto deluso dal carattere moscio del titolo di Repubblica: “Berlusconi aggredito a Milano”. Ma come? Era il mandante delle stragi del ’93! Coerenza voleva che si inneggiasse al giustiziere che lo ha colpito…
La questione del giornalismo va affrontata. I giornali sono diventati teppisti in libertà: i giornali di centro-sinistra e anche quelli di centro-destra. Io vengo dall’Unità e mi ricordo quando il mio giornale pubblicò un documento nel quale si sosteneva che il ministro Scotti aveva trattato con Cutolo per la liberazione dell’assessore DC Cirillo. Poi si scoprì che il documento era falso. Successe l’ira di Dio: si dimise il direttore dell’Unità, il vicedirettore, anche Natta che era vicesegretario del PCI rassegnò le dimissioni. Il putiferio era scoppiato perché era stata data una informazione falsa e se ne pagavano le conseguenze. Rimango ora allibito per la leggerezza e la malafede di oggi. Si dovrebbero dimettere tutti nei giornali italiani. Il fondamento della buona educazione giornalistica è che non si pubblica niente se non c’è un riscontro. Così mi hanno educato, ma che è rimasto di questo principio? I giornali sono diventati dei ritrovi di picchiatori. E per questo a “Repubblica” c’è molto da rimproverare.
E dalle parte di certi potentati editoriali lei non vede in questi giorni manovre in atto per far fuori il più autorevole esponente oggi di una sinistra di governo, Nichi Vendola?
Nella campagna contro Vendola rientrano questioni pugliesi e una questione più ampia che riguarda l’alleanza con l’UDC, che oggi con Casini si candida a diventare nuova forza guida della classe dirigente, in virtù dei legami stretti con la borghesia imprenditoriale, con la Chiesa, con altri soggetti internazionali.
L’UDC ricorda quei piccoli partiti della prima repubblica con pochi voti, ma con ottime frequentazioni di mondo…
Casini è molto bravo e sta assumendo lui in questi giorni la leadership dello schieramento non berlusconiano. In questo quadro si inserisce il tentativo di eliminare Vendola dalla vita politica e di spostare il PD definitivamente al centro. Vendola ha dimostrato che si può governare, e bene, rimanendo di sinistra.
Passiamo al volo a questioni di vita quotidiana. L’altro giorno è partito il treno freccia rossa: da Napoli a Milano in quattro ore. Ma allora davvero l’alta velocità era il “Male assoluto” del XXI secolo? Il nuovo Hitler su rotaie? Certe proteste degli anni scorsi non appaiono oggi arcaiche, luddiste?
Ho ormai abbandonato ogni pregiudiziale ideologica su questioni del genere. Confermo le riserve sulla opportunità di fare il traforo in Piemonte, ma è chiaro che l’alta velocità in Italia serve. E non ho pregiudizi ideologici neppure sul Nucleare, se qualcuno mi dimostra che si è in grado di trattare le scorie in maniera sicura.
Lei mi ha bruciato la domanda sull’opzione nucleare…Perciò parliamo di un altro fatto gravissimo che è accaduto domenica: il Milan ha perso due a zero a San Siro!
Io purtroppo ieri dopo molte settimane non sono riuscito a vedere la partita del Milan.
Allora abbiamo capito la soluzione: Sansonetti porta fortuna al Milan.
Sì, io so che quando non la vedo perdiamo. Da un lato Pato era fuori forma, dall’altro io ero distratto: è uscita la sconfitta. Speriamo di riprenderci subito.
Speriamo di riprenderci. Un’ultima immagine da questa brutta domenica: Berlusconi viene colpito…dal duomo di Milano, ma invece di cadere subito, cerca di salire più in alto sul predellino della macchina. Ma un tipo così secondo lei è alla frutta, come pensano i suoi nemici e certi suoi amici, o è destinato a durare ancora a lungo?
Lui è un tipo molto particolare, ha delle risorse notevolissime e un intuito politico. Essere riuscito a salire sul predellino per salutare la folla in un momento fisicamente proibitivo lo dimostra. Ma la battaglia che affronta ora è davvero difficile.

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