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Impressioni dal fondo Zampetta, le passioni di un bibliofilo barese del XIX secolo

Oggi la Biblioteca Nazionale di Bari dedica una giornata di studi all’analisi della raccolta libraria donata alla Biblioteca agli inizi del Novecento dal francesista Domenico Zampetta (1827-1908), docente al Regio Istituto Tecnico di Bari.
Una collezione e un dono importanti, sottostimati al momento dell’acquisizione, sul piano della consistenza quantitativa e probabilmente anche del valore intellettuale, dalla Commissione amministratrice della Biblioteca, che era dal 1884 Biblioteca Consorziale, in quanto retta da un consorzio tra Comune e Provincia, prima di diventare nel 1958 Biblioteca Nazionale.
La pluralità delle lingue, delle traduzioni e delle traduzioni di traduzioni, veicolata nei testi di questa raccolta libraria non costituisce soltanto certificazione della molteplice competenza linguistica del suo originatore, ma è uno dei preziosi indizi della sua visione del mondo tutta orientata, non tanto alla ricerca di una identità assoluta e universale o di una unità pacificata e stagnante, quanto piuttosto alla scoperta delle diversità esemplari e rivelatrici.
Il “fondo Zampetta” è insomma un mondo di mondi, una collezione di eterogeneità, composta con giocoso stupore e con altrettanto malinconico incanto da un tenace cercatore di libri, nell’intrico della distribuzione libraria antiquaria e corrente, occasionalmente giudicati idonei ad arricchire la rappresentazione di un mondo fluttuante.
Straordinaria è la curiosità intellettuale del professor Zampetta per le ambiguità letterarie e per le manifestazioni librarie che, esibendo una insospettabile compostezza formale, sfidano il senso comune, le definizioni accreditate, schemi e modelli ordinariamente acquisiti, squarciando l’ordine con esuberanti affermazioni di indipendenza sostanziale, come nel caso dei libri falsi, per vari aspetti, per evitare censure politiche o religiose, che presentano falsi luoghi di stampa, falsi editori, autori anonimi e pseudonimi, uomini che assumono pseudonimi femminili e donne che adottano pseudonimi maschili.
Situazioni di caos semantico o di eccesso di significati, che fanno di alcuni libri dei veri rebus catalografici, mondi capovolti e alterati che sollecitano l’investigazione allettando con il nonsense.
Non si può guardare al “fondo Zampetta”, sia nel suo aspetto di ricca biblioteca personale professionale che in quello di eclettica collezione libraria, senza cogliere il singolare investimento passionale che ha sostanziato la scelta di ogni singolo pezzo. Un tale investimento individuale non poteva che tradursi in un dono per la collettività.
La Biblioteca Nazionale di Bari, dopo aver assicurato il reperimento, anche da remoto, delle informazioni relative alle monografie contenute nel “fondo Zampetta”, mediante la puntuale immissione nella rete del Servizio Bibliotecario Nazionale delle corrispondenti notizie catalografiche, si propone di realizzare, con la giornata di studio del prossimo 15 dicembre ed il concorso di vari professionisti del libro e della lettura, un ulteriore momento di valorizzazione del fondo stesso con un ventaglio di approfondimenti su alcuni degli aspetti della raccolta libraria.

Il Prof. Domenico Zampetta
È vano cercare notizie di un personaggio così semplice e allo stesso tempo così enigmatico nelle cronache baresi dell’epoca in cui è vissuto. Sul “Corriere delle Puglie” lo troviamo citato forse più frequentemente dopo la morte (21 febbraio 1908), che da vivo, per la sola ragione che i fratelli e nipoti, secondo la consuetudine delle famiglie per bene, offrivano in beneficenza, alle cadenze di commemorazione, somme di denaro per l’assistenza ai bisognosi in memoria del caro estinto. Aveva lui stesso operato in vita in associazioni benefiche; era socio del Fior di Natale, un’associazione che operava nel campo dell’assistenza agli orfani e alle famiglie più povere della città, raccogliendo contribuzioni con la pubblicazione ogni anno di una strenna natalizia.
In vita lo troviamo citato dalle cronache cittadine quando gli viene conferita l’onorificenza di cavaliere al merito della Corona d’Italia. Doveva essere universalmente noto come professore di lingua francese, se la satira politica prende a prestito il suo nome per esortare i politici locali, proiettati verso orizzonti internazionali, a rivolgersi a lui per farsi scrivere discorsi o lettere in francese, lingua sicuramente utile, in quegli anni, per comunicare con l’estero.
D’altra parte aveva insegnato lingue (francese e inglese) nelle scuole baresi nelle quali si formavano, se non i gruppi dirigenti cittadini, perlomeno i ceti commerciali e impiegatizi di una città proiettata verso una forte espansione economica e sociale.
Le aule del Regio Istituto tecnico e del Liceo-convitto “Domenico Cirillo lo avevano visto salire in cattedra per un periodo di circa quarant’anni, fino alla fine del XIX secolo.
Dobbiamo presumere che amasse molto il suo mestiere, se all’interno di libri della sua biblioteca, si può trovare qualche foglietto volante sul quale è annotato per memoria il prestito di libri a qualche allievo più studioso.
Questo è il profilo biografico essenziale del prof. Domenico Zampetta, nato a Bari il 23 dicembre 1827 e morto il 21 febbraio 1908, avendo da poco compiuti gli ottant’anni di età. Ma di lui, della sua personalità curiosa ed eclettica, possiamo scoprire molto di più esaminando i materiali che compongono la sua ricca biblioteca personale.

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Informazioni Evento:
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Data Inizio:15 dicembre 2009
Data Fine: 15 dicembre 2009
Luogo: Bari, Biblioteca Nazionale
Orario: 9.30

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