FEDI (PD): L’Italia destina solo lo 0,4 per cento del PIL alla politica estera

“Un grande paese democratico come l’Italia non può destinare alla politica estera, quindi allo stato di previsione del Ministero degli esteri, soltanto lo 0,4 per cento del PIL, uno stanziamento del tutto inadeguato ai compiti da svolgere, ai servizi da erogare, all’azione internazionale da portare avanti con le missioni umanitarie e con le convenzioni internazionali e la cooperazione allo sviluppo”.

“Negativa anche l'ulteriore riduzione delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, già pesantemente ridotte con altre misure e provvedimenti del Governo.

Gravissima la sottodotazione della Tabella A del Ministero degli esteri. Occorrerebbero almeno 47 milioni per concludere la ratifica dei sessanta accordi internazionali di più rilevante priorità”.

“Il giudizio negativo sulla manovra di finanza pubblica per il 2010 nasce da una serie di considerazioni e valutazioni di natura economica e politica” – ha esordito l’On. Marco Fedi in sede di discussione generale sulla finanziaria 2010.

“Quella del Governo non è una politica economica per lo sviluppo, per contrastare gli effetti della crisi su famiglie ed imprese mentre emerge con crescente drammaticità la situazione del Mezzogiorno. Così come diventa tangibile, ogni giorno, la forte pressione sulle famiglie. Così come dovrebbe essere insopportabile, per tutti noi, la crescita del tasso di disoccupazione al 10,5 per cento. Ed è questo il dato preoccupante che emerge da questa finanziaria. Siete lontani dalle vere riforme. Siete lontani dal dare risposte vere alle conseguenze della crisi”. “Siete lontani anche da investimenti strutturali, non solo dalle riforme strutturali” – ha continuato l’On. Marco Fedi.

“La nostra opposizione è ferma e decisa su tutta l’impostazione della manovra di bilancio ma in particolare sulla scelta di prevedere la vendita dei beni confiscati alla criminalità organizzata”. “Dopo lo scudo fiscale, anonimo, arriva ora la vendita dei beni confiscati alla mafia”. “Per far cassa continuate a dare messaggi contraddittori, rischiate di favorire il riacquisto di questi beni da parte della criminalità organizzata e indebolite gli strumenti culturali, prima che repressivi, per contrastare i fenomeni mafiosi”. “Nel tentativo di far quadrare i conti proponete di utilizzare il TFR dei lavoratori per la spesa corrente, una sorta di cassa continua prestiti e prelievi a disposizione dello Stato”.

“Abbiamo presentato delle proposte emendative per gli italiani all’estero, in questa finanziaria, oltre ad una serie di proposte di riforme strutturali per le comunità italiane nel mondo presentate nel corso della legislatura”.

“Gli emendamenti presentati alla Camera, respinti dalla maggioranza, andavano in direzione di aumentare le dotazioni finanziarie di importanti capitoli per gli italiani all’estero. Il recupero di 2milioni di euro annunciato dal relatore risulta largamente insufficiente. I nostri emendamenti che puntavano ad estendere per un ulteriore triennio le detrazioni fiscali per carichi di famiglia, ad escludere i residenti all’estero dall'imposta comunale sugli immobili, a recuperare risorse ai capitoli della Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie del Ministero degli Affari esteri”.

“In particolare per l’insegnamento della lingua italiana, capitolo 3153, per il quale proponevamo di ripristinare l’ammontare a cui si era arrivati al Senato con l’assestamento di bilancio. Per l’assistenza – la cui riduzione di bilancio di ben 6 milioni di euro – graverà sulle fasce sociali più deboli di nostri connazionali all’estero”.

“Esprimiamo forti preoccupazioni rispetto a una politica per le comunità italiane nel mondo che è profondamente condizionata da una visione miope del Governo”.

“Una politica che nelle ultime leggi di bilancio ha subito forti riduzioni negli stanziamenti, che oggi vive le preoccupazioni legate alla riorganizzazione della rete diplomatico-consolare, che rischia di penalizzare gli interventi e i servizi per le fasce sociali più deboli”.

“La finanziaria light è fatta di tagli e di mancati interventi anche per gli italiani nel mondo”. “Abbiamo presentato un emendamento anche per la questione indebiti, che colpisce e penalizza pesantemente i pensionati residenti all’estero a causa dei ritardi dell’INPS nell’approntare una verifica reddituale annuale”.

Siamo in attesa che parta l’azione riformatrice anche sul fronte della cittadinanza. E il Governo deve tornare a dare risposte sulla razionalizzazione della rete consolare dopo la risoluzione in Commissione affari esteri della Camera che ha chiesto una verifica sulle prospettate chiusure di Consolati anche a fronte dell’ondata di forti proteste arrivate dalle comunità italiane nel mondo. Esprimiamo quindi un giudizio negativo sull’azione fin qui svolta dal Governo e sulla manovra economica nel suo complesso.

On. Marco Fedi

Allegato: Testo completo intervento On. Marco Fedi

Il giudizio negativo sulla manovra di finanza pubblica per il 2010 nasce da una serie di considerazioni e valutazioni di natura economica e politica.

Quella del Governo non è una politica economica per lo sviluppo, per contrastare gli effetti della crisi su famiglie ed imprese.

Emerge con crescente drammaticità la situazione del Mezzogiorno. Così come diventa tangibile, ogni giorno, la forte pressione sulle famiglie. Così come dovrebbe essere insopportabile, per tutti noi, la crescita del tasso di disoccupazione che passa dal 6,7 al 10,5 per cento.

Ed è questo il dato preoccupante che emerge da questa finanziaria.

Siete lontani dalle vere riforme.

Siete lontani dal dare risposte vere alle conseguenze della crisi.

Siete lontani anche da investimenti strutturali. Non solo dalle riforme.

La nostra opposizione è ferma e decisa su tutta l’impostazione della manovra di bilancio ma in particolare sulla scelta di prevedere la vendita dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Dopo lo “scudo fiscale”, anonimo, arriva ora la vendita dei beni confiscati alla mafia.

Per far cassa continuate a dare messaggi contraddittori, rischiate di favorire il riacquisto di questi beni da parte della criminalità organizzata e indebolite gli strumenti culturali, prima che repressivi, per contrastare i fenomeni “mafiosi”.

Nel tentativo di far quadrare i conti proponete di utilizzare il TFR dei lavoratori per la spesa corrente, una sorta di cassa continua prestiti e prelievi a disposizione dello Stato.

Ma il giudizio negativo riguarda anche la maggioranza che sostiene il Governo.

Il nostro vuole essere anche un richiamo ad avere coraggio “nell’iniziativa parlamentare”. Dobbiamo insieme contribuire a dare maggiore credibilità all’istituzione parlamentare. A partire da un’autentica discussione in quest’aula, che ancora auspichiamo, sulla quale non pesi costantemente la minaccia del voto di fiducia.

Ecco perché invitiamo la maggioranza a valutare con attenzione le conseguenze negative delle scelte di oggi.

Possiamo e dobbiamo fornire gli strumenti al nostro paese per rispondere alla crisi, mettere imprese e lavoratori in grado di utilizzare i deboli segnali di ripresa dell’economia internazionale.

In questa condizione il Partito Democratico è riuscito non solo a fare opposizione ma anche a presentare delle proposte concrete.

Come l’introduzione di una detrazione fiscale per l'anno 2010, forfettaria e straordinaria, sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni.

L’aumento della detrazione fiscale per i figli a vantaggio sia dei lavoratori dipendenti che degli autonomi.

L’estensione della durata temporale di beneficio della cassa integrazione guadagni da 52 a 104 settimane.

L’estensione dell'assegno di disoccupazione a tutti i lavoratori precari.

Ed abbiamo presentato delle proposte emendative per gli italiani all’estero, in questa finanziaria, oltre ad una serie di proposte di riforma strutturali per le comunità italiane nel mondo.

Gli emendamenti presentati alla Camera, respinti dalla maggioranza, andavano in direzione di aumentare le dotazioni finanziarie di importanti capitoli per gli italiani all’estero.

Si trattava di emendamenti che puntavano ad estendere per un ulteriore triennio le detrazioni fiscali per carichi di famiglia.

Ad escludere i residenti all’estero dall'imposta comunale sugli immobili.

A recuperare risorse ai capitoli della Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie del Ministero degli Affari esteri.

In particolare per l’insegnamento della lingua italiana, capitolo 3153, per il quale proponevamo di ripristinare l’ammontare a cui si era arrivati al Senato con l’assestamento di bilancio.

E l’assistenza – la cui riduzione di bilancio di ben 6 milioni di euro – graverà sulle fasce sociali più deboli di nostri connazionali all’estero.

Il giudizio complessivo sulla finanziaria 2010 è negativo e perderemo opportunità anche all’estero.

Esprimiamo forti preoccupazioni rispetto a una politica per le comunità italiane nel mondo che è profondamente condizionata da una visione miope del Governo.

Da una scarsa comprensione delle potenzialità che abbiamo all’estero e dalla sostanziale incapacità di fare sistema.

Una politica che nelle ultime leggi di bilancio ha subito forti riduzioni negli stanziamenti, che oggi vive le preoccupazioni legate alla riorganizzazione della rete diplomatico-consolare, che rischia di penalizzare gli interventi e i servizi per le fasce sociali più deboli.

La finanziaria light è fatta di tagli e di mancati interventi. Anche per gli italiani nel mondo.

Abbiamo presentato un emendamento anche per la questione indebiti, che colpisce e penalizza pesantemente i pensionati residenti all’estero a causa dei ritardi dell’INPS nell’approntare una verifica reddituale annuale.

Siamo in attesa che parta l’azione riformatrice anche sul fronte della cittadinanza. E il Governo deve tornare a dare risposte sulla razionalizzazione della rete consolare dopo la risoluzione in Commissione affari esteri della Camera che ha chiesto una verifica sulle prospettate chiusure di Consolati anche a fronte dell’ondata di forti proteste arrivate dalle comunità italiane nel mondo.

Un grande paese democratico come l’Italia non può destinare alla politica estera, quindi allo stato di previsione del Ministero degli esteri, soltanto lo 0,4 per cento del PIL, uno stanziamento del tutto inadeguato ai compiti da svolgere, ai servizi da erogare, all’azione internazionale da portare avanti con le missioni umanitarie e con le convenzioni internazionali e la cooperazione allo sviluppo. Negativa anche l'ulteriore riduzione delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, già pesantemente ridotte con altre misure e provvedimenti del Governo.

Gravissima la sottodotazione della Tabella A del Ministero degli esteri. Occorrerebbero almeno 47 milioni per concludere la ratifica dei sessanta accordi internazionali di più rilevante priorità.

Esprimiamo quindi un giudizio negativo sull’azione fin qui svolta dal Governo e sulla manovra economica nel suo complesso.

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