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Pallone d’Oro per Lionel Messi

Il Pallone d’Oro solo sfiorato nelle ultime due edizioni,terzo nel 2007 e secondo lo scorso anno, finisce finalmente nelle sue mani, tributo quasi obbligato per l’erede di Diego Armando Maradona dopo la strepitosa stagione che lo ha visto protagonista.

Il 2009 è stato senza dubbio l’anno della Pulce, anima e trascinatore del Barcellona-spettacolo di Pep Guardiola. Dopo due stagioni di delusioni il club blaugrana ha deciso di dare il benservito a due stelle come Ronaldinho e Deco per affidarsi a lui e Messi è stato più che all’altezza del compito. Con le sue giocate e i suoi gol, il 22enne talento argentino ha trascinato i compagni a uno storico «triplete» e l’inedito gol di testa con cui ha chiuso i conti nella finale di Champions contro il Manchester United è forse l’emblema della sua storia.

La storia di un predestinato che a 11 anni si vede diagnosticare una deficienza alla somatotropina, l’ormone della crescita, che rischia di comprometterne la carriera sin dall’inizio. Il River Plate, affascinato dal piccolo talento del Newell’s Old Boys, non ha i soldi per pagargli le cure ma ecco arrivare Carles Rexach, allora direttore sportivo del Barcellona, pronto a farsi carico di tutto purchè si trasferisse in Spagna. E lì comincia la bruciante corsa di Messi, che nel giro di tre stagioni arriva in prima squadra fino a diventare, a 17 anni, 10 mesi e 7 giorni, il più giovane giocatore della storia blaugrana a segnare in campionato, primato che gli strapperà qualche anno dopo Bojan.

Di Messi si accorge anche Diego Armando Maradona, che non esita a indicarlo come suo successore. È vero che l’ex Pibe de Oro aveva fatto lo stesso anche con altri, vedi Ortega e Aimar, ma stavolta tutti hanno l’impressione che la previsione sia giusta. Messi ricorda il Diez in tanti aspetti, dal sinistro magico alla straordinaria tecnica, dalla duttilità tattica – sa giocare su entrambe le fasce e all’occorrenza da attaccante puro- alla velocità, specialista nei calci piazzati anche se forse, fisicamente, leggermente inferiore al suo più illustre predecessore.

Ma la somiglianza è tale che ogni occasione è buona per accostarli, dalla rete siglata nell’aprile 2007 al Getafe partendo da centrocampo al gol di mano con cui beffò l’Espanyol un paio di mesi dopo. In Argentina sognano ormai a occhi aperti tanto che un gruppo di tifosi ha fondato il sito www.lapermanenteamessi.com, per chiedergli di farsi i riccioli alla Maradona edizione Mondialì 86. Per la verità nella nazionale maggiore stenta a ingranare ma il Mondiale under 20 vinto nel 2005 e l’oro olimpico conquistato a Pechino un anno fa fanno pensare che sia solo una questione di tempo. Messi è il giocatore che chiunque vorrebbe accanto, Massimo Moratti da anni sogna di strapparlo ai blaugrana ma il Barcellona se lo tiene stretto, consapevole di avere tra le mani uno dei più forti giocatori di sempre.

Del resto uno che a 22 anni ha già vinto tre campionati spagnoli e due Champions League, che ha sopperito alla piccola statura con una strepitosa abilità palla al piede e che fa girare la testa a chiunque lo affronti, se uno così non è un predestinato…

Il fuoriclasse del Barcellona ha dedicato il premio ai propri compagni di squadra e alla propria famiglia: “Voglio dedicarlo ai miei compagni di squadra e condividere con loro questo premio che mi fa molto felice. Sono soddisfatto perché sono il primo argentino a vincerlo e anche il primo tra i prodotti del vivaio del Barcellona. Ringrazio inoltre la mia famiglia, che è sempre stata al mio fianco”, ha dichiarato dopo la consegna dell'ambito trofeo, consegnatogli dal direttore di 'France Football'.

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