Dibattito organizzato in occasione della presentazione del volume “Maurizio Valenzi. Testimonianze per una vita straordinaria”

La politica come scelta di vita

Dibattito organizzato in occasione della presentazione del volume “Maurizio Valenzi. Testimonianze per una vita straordinaria”, a cura di Lucia Valenzi e Roberto Race, Tullio Pironti Editore

Oggi 5 dicembre ore 17

Biblioteca provinciale di Benevento

Corso Giuseppe Garibaldi, 47 Benevento

Modera :

Francesco Di Donato, direttore Samnium

Ne discutono:

Nunzia De Girolamo, Deputato Pdl

Carmine Nardone, Presidente Futuridea

Mario Pepe, Deputato Pd

Teresa Tomaselli, Storica

Saranno presenti i curatori del volume

Segue la scheda del libro presentato il 15 novembre a Napoli nel corso della commemorazione in ricordo di Maurizio Valenzi nel centenario dalla nascita, l’intervento del Presidente Napolitano all’evento (da cui prende spunto il titolo dell’incontro) e il profilo sintetico della Fondazione Valenzi:

“Maurizio Valenzi. Testimonianze per una vita straordinaria”

A cura di Lucia Valenzi e Roberto Race

Con la prefazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Tullio Pironti Editore, Novembre 2009, 15 euro

I cento anni di Maurizio Valenzi rappresentano in pieno il “secolo breve” con tutte le sue contraddizioni, le grandi sofferenze e i successi di una generazione che ha vissuto due guerre e la difficile ricostruzione morale ancor prima che materiale del Paese.
Una vita, quella di Valenzi, che si è svolta tra Tunisi e Parigi, nella primissima fase, e poi a Napoli, città a cui ha dedicato la maggior parte del suo impegno.
Questo volume, curato da Lucia Valenzi e Roberto Race, rispettivamente presidente e segretario generale della Fondazione Valenzi, presenta le testimonianze dei tanti amici di Maurizio, politici, intellettuali, imprenditori, scienziati e artisti nazionali e internazionali.

Amici e anche avversari che hanno raccolto, senza esitazioni, l’invito a fermare impressioni e ricordi su una persona che non ha rifiutato impegni e responsabilità, ma che è sempre stata aperta al confronto, all'osservazione curiosa e all'umorismo.
Da questi contributi la figura di Maurizio Valenzi emerge come quella di un intellettuale dalla grande apertura internazionale, un politico raffinato amante delle arti e artista in prima persona, e uno statista prestato all’amministrazione.

Il testo di apre con la prefazione di Napolitano, l’introduzione di Lucia Valenzi e Roberto Race, i messaggi istituzionali dell’ arcivescovo metropolita di Napoli Crescenzio Sepe, del vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella, del presidente della Giunta regionale della Campania Antonio Bassolino, del presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. Seguono l’intervento del presidente della Fondazione Premio Napoli Silvio Perrella e le cinquantaquattro testimonianze di Abdon Alinovi, Ferdinando Bologna, Francesco Paolo Casavola, Giovanni Cerchia, Bice Chiaromonte Foà, Roberto Ciuni, Gaetano Cola, Ermanno Corsi, Pier Virgilio Dastoli, Vezio De Lucia, Roberto De Simone, Antonio Del Guercio, Gianfranco Dioguardi, Inge Feltrinelli, Giuseppe Galasso, Pietro Gargano, Andrea Geremicca, Massimo Ghiara, Ezio Ghidini Citro, Antonio Ghirelli, Enzo Giustino, José Goñi Carrasco, Ugo Gregoretti, Marina Guardati, Nemer Hammad, Franco Iacono, Jack Lang, Giuseppe Antonello Leone, Amedeo Lepore, Gianni Letta, Luigi M. Lombardi Satriani, Emanuele Macaluso, Nicola Mancino, Titti Marrone, Gilberto Antonio Marselli, Aldo Masullo, Enzo Mattina, Gustavo Minervini, Diego Novelli, Antonio Parlato, Eleonora Puntillo, Umberto Ranieri, Ermanno Rea, Francesco Rosi, Tato Russo, Eirene Sbriziolo, Oscar Luigi Scàlfaro, Vincenzo Scotti, Lucien Sfez, Vincenzo Maria Siniscalchi, Nicola Spinosa, Sandro Temin, Enrico Vinci e Elio Waschimps.

I curatori

Lucia Valenzi, nata nel 1952, insegna Storia contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli Federico II. Ha pubblicato due monografie su temi di storia sociale del Mezzogiorno nel diciannovesimo secolo. Più recentemente si è dedicata alla storia politica del ventesimo secolo.
Impegnata nel campo del volontariato sui temi della disabilità, è stata consigliere comunale a Napoli dal 1987 al 1992.

È presidente della Fondazione Valenzi.

Roberto Race, nato nel 1980, giornalista professionista ed esperto in comunicazione e public affair. Si occupa delle strategie di comunicazione di importanti aziende italiane ed istituzioni pubbliche.
Durante il secondo governo Prodi è stato consulente per le strategie di comunicazione del ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione.

È segretario generale della Fondazione Valenzi.

Intervento del Presidente Napolitano alla cerimonia in ricordo di Maurizio Valenzi nel centenario della nascita

Napoli, 15/11/2009

Questa partecipazione corale – la città, senza distinzioni di parte, le istituzioni, la società civile – ci dice molto semplicemente che Maurizio Valenzi è stato una gran persona.

Naturalmente, si è parlato molto, qui, di Maurizio sindaco: perché in quell'esperienza culminò tutta la sua storia, perché in quella prova diede il meglio di se, si avvicinò come non mai ai cittadini e lasciò la sua impronta nella storia di Napoli. Una prova difficile, dura, quella di Sindaco di Napoli come lo è per sua natura e dunque per chiunque: una prova che conobbe momenti altamente drammatici. Ero anch'io a Napoli nel tardo pomeriggio del 23 novembre 1980: la lunga, impressionante scossa del terremoto mi colse mentre ero a Santa Brigida, a due passi da Piazza Municipio, Maurizio era al San Carlo, ci incontrammo subito dopo al portone di Palazzo San Giacomo, prima che accorressero gli Assessori e altri. Già si intuiva quale colpo terribile avesse subito Napoli, mentre la gente scendeva a fiumi dai Quartieri Spagnoli per trovare rifugio all'aperto, nella grande Piazza Municipio. Maurizio non ebbe un solo attimo di smarrimento, non perse nemmeno per un attimo la padronanza di se e della situazione.

Maurizio Valenzi è stato una gran persona, e non solo da Sindaco. E ciascuno di noi ha le sue ragioni e i suoi sentimenti per essere qui. Me compreso. Ma non mi abbandonerò alla suggestione dei ricordi, che abbracciano un arco di sessant'anni, che toccano me, e poi mia moglie, Clio, e infine il mio primo figlio, Giovanni, in un rapporto, perfino, di porta a porta, sulla comune terrazza di via Gioacchino Toma; ricordi fatti anche della dolce immagine di Litza, e degli anni di Marco e di Lucia ancora ragazzi. Insomma, tra me, la mia famiglia, Maurizio e la sua famiglia, amicizia e affetto incancellabili.

Siamo però in tanti, anche meno legati personalmente a lui, ad aver voluto bene a Maurizio: anche perché era difficile non volergliene. La sua stoffa umana, il suo tratto cordiale e garbato, la sua apertura verso le ragioni altrui, la sua capacità di ascolto, la sua peculiare tendenza a fare politica con passione ma senza odii e senza fanatismi, hanno naturalmente, sempre, suscitato simpatia oltre i confini dei consensi politici e negli ambienti più diversi. Gli hanno voluto bene il mondo del lavoro e la gente del popolo, i ceti produttivi e l'intellettualità. Ieri pomeriggio abbiamo ricordato all'Accademia Pontaniana Renato Caccioppoli, autentico genio e, politicamente, compagno di strada di Maurizio ma tra i più indipendenti e imprevedibili, e anche lui gli fu sincero amico.Certo, l'attenzione di Maurizio per la cultura e per l'arte era speciale: perché artista era lui stesso. Una vocazione, quella di pittore di promettente talento, di cui il corso della sua vita e della storia bloccò la piena affermazione, e che rimase a lungo come chiusa e gelosamente custodita nel suo animo, per riapparire in piena luce molto più tardi. Una vocazione, e un'esperienza giovanile di pittore che non si conosceva e neppure si sospettava da parte di quanti come me si avvicinavano a Maurizio tra gli anni '40 e '50. Vedevamo, certo, che era a suo agio con Paolo Ricci e con tutti gli artisti che passavano di lì, da Napoli, da Villa Lucia. Ma per noi allora Maurizio era un dirigente politico e basta.

Domandiamoci dunque: come definire la figura di Maurizio? Quella di un politico di professione, dovremmo dire. Ma ragioniamone perché la personalità di Maurizio può essere una chiave per capire molte cose di ieri e di oggi, che interessano Napoli e non solo Napoli.

Il politico di professione è una specie forse in via di estinzione. Bisogna tuttavia difenderla storicamente da giudizi sommari e grossolani. Fare della politica una scelta di vita, secondo la famosa espressione di Giorgio Amendola – amico carissimo di Maurizio -, dedicarsi cioè interamente all'esercizio dell'attività politica, è stato il modo in cui molti hanno contribuito alla costruzione della democrazia, allo sviluppo della vita democratica, nelle società dell'Occidente europeo. Certo, la vicenda dei politici di professione fa tutt'uno con la vicenda dei partiti, della loro ascesa, nell'Italia della Costituzione repubblicana e altrove. Le involuzioni e finanche le degenerazioni del sistema dei partiti, il burocratizzarsi del fare politica e l'immeschinirsi della figura dei politici di professione, divenuti spesso semplici soggetti e agenti di calcoli e giuochi di potere, non possono cancellare i tratti positivi originari di quella esperienza.

Dedicarsi interamente alla politica, ha infatti significato, per un periodo non breve, avere un forte senso della missione, spirito di servizio e di sacrificio prima e al di là di ogni legittima ambizione personale. Questo ha certamente significato per un uomo come Maurizio Valenzi, che ha dato, col suo lungo impegno nelle condizioni più diverse e difficili, esempio di nobiltà della politica.

Napoli e l'Italia sono, lo sappiamo, radicalmente cambiate, specie nel rapporto con la politica. E io non sono qui per idoleggiare nostalgicamente il tempo che fu, il sistema dei partiti di una volta e la figura un tempo prevalente dei politici di professione.

Alla politica, e anche alla competizione per assumere ruoli nelle istituzioni, si può giungere in modi diversi: vi si può giungere dalla società civile, dal mondo del lavoro e dell'imprenditoria, dal mondo della cultura e, Maurizio insegni, dell'esperienza artistica. Peraltro, comunque si giunga alla politica, bisogna sapere che essa richiede qualità specifiche, richiede che si abbiano o si acquisiscano qualità specifiche, perché non può vivere di dilettantismi, e perché è – si potrebbe dire con Benedetto Croce – un'arte a se stante.

Quello che tuttavia più conta – ci si schieri liberamente a sinistra o a destra – è il senso della nobiltà della politica, il senso dei limiti ma anche del ruolo alto e insostituibile della politica; quello che conta è la dedizione all'interesse generale, è la moralità della politica.

Per lo stimolo che in questa chiave ci viene ancor oggi dalla figura e dalla storia di Maurizio Valenzi, gli siamo riconoscenti. Lo ricordiamo con affetto e, in spirito di unità, gli rendiamo omaggio guardando alle sfide con cui Napoli e l'Italia sono chiamate a misurarsi.

Segue il profilo della Fondazione Valenzi:

La Fondazione Valenzi

Costituita nel maggio 2009 dai figli di Valenzi Lucia e Marco che ne sono anche rispettivamente il Presidente e Vicepresidente, la Fondazione nasce con l’obiettivo di tutelare e consolidare il patrimonio culturale e politico di Maurizio Valenzi e di creare a Napoli un’istituzione internazionale, non schierata politicamente, attiva nella cultura e nel sociale.

Sono coinvolte negli organi della Fondazione personalità italiane e straniere della politica, della cultura e dell’imprenditoria, attraverso il Comitato d’Onore, il Comitato di Indirizzo ed i Comitati Scientifici. Segretario Generale è Roberto Race, Vice Segretari Generali Luca Borriello e Alessandro Nardi, Tesoriere Luigi Caputo, Coordinatore delle attività Salvatore Velotti, Responsabile delle attività culturali Gina Annunziata e Responsabile affari europei Emilia.

Hanno aderito al Comitato d’Onore i Presidenti Emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Francesco Cossiga, l’Ambasciatore del Cile negli USA Josè Goni Carrasco, l’ex Ministro della Cultura e dell’Educazione della Repubblica Francese Jack Lang, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, il Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Nicola Mancino, l’ex Presidente della Commissione Europea e già Presidente del Consiglio Romano Prodi, il Principe Amedeo di Savoia, il Sottosegretario al Ministero degli Esteri Vincenzo Scotti, l’Arcivescovo Metropolita di Napoli Cardinale Crescenzio Sepe, l’ex Presidente del Parlamento Europeo e Presidente Onorario della Fondation pour la Mémoire de la Shoah Simone Veil e il presidente della Commissione Vigilanza Rai Sergio Zavoli.

Hanno aderito al Comitato d’Indirizzo Abdon Alinovi, Orazio Boccia, Ferdinando Bologna, Francesco Paolo Casavola, Bice Chiaromonte Foà, Roberto Ciuni, Lidia Croce Herling, Guido D’Agostino, Vezio De Lucia, Domenico De Masi, Roberto De Simone, Gianfranco Dioguardi, Giuseppe Galasso, Pietro Gargano, Andrea Geremicca, Ezio Ghidini Citro, Massimo Ghiara, Antonio Ghirelli, Ugo Gregoretti, Denis Krief, Franco Iacono, Antonello Leone, Luigi Lombardi Satriani, Emanuele Macaluso, Vincenzo Mattina, Gerardo Marotta, Gilberto Antonio Marselli, Aldo Masullo, Gustavo Minervini, Antonio Parlato, Franco Picardi, Eleonora Puntillo, Ermanno Rea, Francesco Rosi, Eirene Sbriziolo, Maurizio Scaparro, Lucien Sfez, Vincenzo Siniscalchi, Sandro Temin e Luciana Viviani.

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