Direttore di banca svuota le casse

Palermo, avrebbe lasciato in rosso il conto corrente di alcuni clienti del Banco di Sicilia, fingendo investimenti poco reddittizi. Sottratti 2,5 milioni di euro. All'uomo sono stati concessi i domiciliari

PALERMO – L'ex direttore di alcune filiali del Banco di Sicilia (Gruppo Unicredit) in provincia di Palermo (Bagheria, Santa Flavia e Trabia), Giuseppe Lo Cascio di 49 anni, è stato arrestato dalla guardia di Finanza in esecuzione di un'ordinanza del gip di Termini Imerese. Il bancario, da ieri, è ai domiciliari. Secondo la Procura avrebbe fatto sparire dai conti correnti di alcuni clienti circa 2,5 milioni di euro.

Gli investigatori hanno approfondito i risultati di un rapporto di audit, redatto dal team controlli interni del Banco di Sicilia, dalla cui analisi venivano ricostruiti gli scenari in cui si sarebbero sviluppati i fatti che hanno condotto alla misura cautelare.

Secondo il rapporto del Banco di Sicilia lo scorso settembre, alcuni clienti avevano presentato richiesta per ottenere la situazione ufficiale dei propri investimenti e la copia di tutta la documentazione relativa alla movimentazione dei conti correnti, formulando, nel contempo, reclami verbali e per le vie legali, per presunti cospicui ammanchi del valore totale di 2,5 milioni di euro.

I clienti hanno accusato Giuseppe Lo Cascio, allora direttore della filiale di Trabia (Pa) e dimissionario lo scorso luglio, di avere lasciato i conti in rosso. Secondo le Fiamme gialle il bancario avrebbe attivato una serie di accorgimenti per la distrazione delle somme di clienti facoltosi.

Il bancario è accusato di avere aperto conti correnti a nome di clienti ignari, operando prelevamenti in contanti o con assegni circolari, di avere sottoscritto fondi di investimento con false certificazioni poi consegnate a suoi clienti quale attestazione di investimenti inesistenti perchè mai effettuati e di avere smobilizzato denaro in titoli di stato, accreditando il controvalore su conti correnti domiciliati presso la banca.

Gli investigatori hanno accertato che a una anziana coppia di coniugi, emigrata negli anni Settanta all'estero e dalla quale, in parte, è originata l'intera vicenda, sono stati prosciugati i risparmi di una vita. Nel loro conto corrente sono rimasti pochi euro e un dossier titoli con investimenti che non potranno mai incamerare in quanto effettuati a loro insaputa dal direttore, descritto dalle vittime come “affabile” e dai “modi gentili e premurosi”.

Nell'abitazione del bancario, sono stati trovati documenti che saranno sottoposti all'autorità giudiziaria, tra cui alcune agende, appunti manoscritti con cifre e conti, ricollegabili a quanto denunciato dai clienti raggirati, due computer e parecchi supporti hardware.

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