Berlusconi porta in Italia gli archivi del Kgb

Berlusconi porta in Italia gli archivi del Kgb

di Adalberto Signore
nostro inviato a Minsk

La visita del premier a Minsk avvia il disgelo tra Ue e Bielorussia, isolata da 15 anni. Il riconoscimento a Lukashenko: «La gente è con lui». E il presidente gli regala i dossier segreti sui nostri soldati scomparsi nella Seconda Guerra Mondiale
«La ringrazio per aver mantenuto la parola, comprendiamo bene il significato di ciò che ha fatto e non lo dimenticheremo. Per questo non si sentirà mai in pena». Al termine di quella che è la prima visita in Bielorussia di un leader occidentale da quindici anni, Alexander Lukashenko si congeda così da Silvio Berlusconi. Un modo per dire che Minsk è seriamente impegnata nel lento processo di riavvicinamento all’Unione europea, un percorso nel quale la visita del Cavaliere nella ex Repubblica dell’Unione Sovietica potrebbe essere un punto di svolta. Non è un caso, infatti, che proprio nel giorno in cui il premier italiano viene accolto davanti al palazzo presidenziale con un suggestivo picchetto d’onore e l’esecuzione dei due inni nazionali, il Parlamento di Minsk decida di votare decisive modifiche della legge elettorale seguendo le indicazioni arrivate da Osce e Ue.

Dopo le elezioni del 2006 – sulla cui regolarità la comunità internazionale aveva espresso forti dubbi, sollevando perplessità anche sul rispetto dei diritti umani – i rapporti tra la Bielorussa e l’Europa si erano infatti incrinati quasi irrimediabilmente. Il voto del Parlamento bielorusso, insomma, è un chiaro segnale di distensione verso l’Occidente e il Cavaliere lo raccoglie subito. «Grazie anche alla sua gente, so che la ama. E questo – aggiunge – è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti e che noi conosciamo e apprezziamo».

Berlusconi, insomma, decide di rompere il quindicennale isolamento diplomatico della Bielorussa perché – aveva detto a fine aprile quando Lukashenko aveva prima cenato a Palazzo Chigi e poi incontrato Benedetto XVI – favorire la democrazia «non significa esclusione». Una linea che Bruxelles guarda con interesse, visto che dall’Ue non arriva alcuna critica sull’apertura di credito italiana. Il presidente bielorusso, da parte sua, coglie in pieno la portata della prima visita di Stato di un leader occidentale e ringrazia con un fuori programma che lascia sorpreso il Cavaliere. A Berlusconi, infatti, Lukashenko riserva un regalo degno di «amici importanti», apre gli archivi del Kgb di Minsk e gli consegna i risultati di «una ricerca certosina» da parte dei funzionari dell’intelligence sugli italiani scomparsi in Bielorussia durante la Seconda guerra mondiale (furono 74.800 i soldati che parteciparono alla campagna di Russia e di cui non si ebbe più notizia) e su quelli perseguitati per ragioni politiche negli Anni ’30.

«Documenti – spiega Lukashenko – accumulati dal Kgb, dal Comitato di Stato per la sicurezza e da vari archivi in Russia e Bielorussia che sono importanti per il vostro Paese». «Ho studiato questo materiale – aggiunge mentre un funzionario consegna fisicamente i quattro libroni al premier – e sono convinto che lei ne rimarrà molto colpito». Berlusconi li sfoglia e ringrazia «di cuore». «Ricevo queste carte con commozione, sono – dice il premier – un omaggio imprevisto. Credo di poter interpretare i sentimenti delle famiglie nel rivolgerle un ringraziamento cordialissimo». «Questo – ribatte Lukashenko – è solo una parte del materiale. Se l’Italia è interessata, forniremo altri documenti».

Al centro della visita – oltre a un Memorandum su trasporti, energia e tecnologia con Finmeccanica – c’è anche la questione adozioni. Con Berlusconi che incassa il ringraziamento di Lukashenko per l’ospitalità delle famiglie italiane ai bambini di Cernobil. E con il Cavaliere che chiede al presidente bielorusso un «contributo per poter realizzare i sogni d’amore» di centinaia di famiglie italiane ancora in attesa dell’adozione. Viste «le rassicurazioni del governo italiano e della Santa Sede», dice Lukashenko, «possiamo lavorare insieme».

BERLUSCONI PORTA IN ITALIA GLI ARCHIVI DEL KGB

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Corriere della Sera

BERLUSCONI ELOGIA IL LEADER BIELORUSSO E RICEVE GLI ARCHIVI DEL KGB SUI DEPORTATI

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Il Sole 24 Ore
BERLUSCONI IN VISITA LODA LUKASHENKO. ARCHIVI KGB APERTI

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La Stampa

MORTI IN RUSSA, TORNANO I DOSSIER

OCCASIONE PER FAR LUCE SUI RAPPORTI ITALIA – KGB

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Bielorussia, successo commerciale. E politico

Se c’è una missione all’estero che non aveva proprio nulla di “misterioso” è quella appena compiuta con successo da Silvio Berlusconi in Bielorussia. Vediamo anzitutto quali sono stati i risultati, superiori alle aspettative.

· Il rilancio delle relazioni economiche e commerciali con un paese nel quale l’Italia occupa soltanto il nono posto per l’interscambio e il 16° come investitore straniero. In concreto, è stato firmato un Accordo di cooperazione economica ad ampio raggio che costituirà la base per la penetrazione delle nostre imprese nel mercato bielorusso. A margine è stato anche firmato un memorandum d’intesa tra Finmeccanica e il governo di Minsk per la collaborazione in svariati settori (sistemi di automazione ferroviaria, sicurezza, spaziali). Ma il risultato a lungo termine più promettente, sul modello dei distretti industriali favorito e promosso da Berlusconi in Russia, è la creazione a Brest, al confine tra Polonia e Bielorussia, di un distretto italiano capace di coniugare la spinta delle nostre imprese verso una proficua delocalizzazione, e il basso costo della mano d’opera bielorussa. Per inciso, va osservato a quanti criticano le aperture di Berlusconi verso Minsk che ben altri e più consistenti rapporti economico-commerciali hanno avuto finora con la Bielorussia di Lukashenko paesi come l’Olanda, la Germania, la Gran Bretagna, la Polonia, perfino gli Stati Uniti. A dimostrazione che nei confronti di Minsk non c’è una chiusura totale. Anzi.
· Progressi sono stati raggiunti sul fronte dei diritti umani e di vicende umanitarie come l’adozione da parte delle famiglie italiane (300mila a partire dalla tragedia di Chernobyl del 1986) di bambini bielorussi. Lontano dai riflettori dei media, Berlusconi ha sviscerato il problema nel colloquio ristretto con Lukashenko, ottenendone l’impegno a una soluzione come poi ribadito pubblicamente da entrambi i leader nelle dichiarazioni alla stampa. Si tratta delle pratiche, interrotte ormai dal febbraio 1988, per l’adozione di circa 450 bambini, più altre richieste che nel frattempo sono arrivate dall’Italia. Berlusconi ha chiesto a Lukashenko di adoperarsi per coronare questi “sogni d’amore”.
· Ma sul versante delle libertà e dei diritti umani, Berlusconi ha potuto registrare a Minsk un altro successo. Poche ore prima del suo arrivo, infatti, il Parlamento bielorusso ha approvato modifiche in senso più democratico alla legge elettorale: un maggiore controllo del voto per i rappresentanti dei partiti e una maggiore autonomia dei candidati nel finanziare la propria campagna elettorale. Era esattamente ciò che l’Unione Europea chiedeva a Minsk come passi ulteriori in direzione di una democrazia compiuta. È in questo contesto che vanno anche lette le parole di Berlusconi di elogio (pronunciate da un leader che fa politica estera) verso Lukashenko. La stessa Emma Bonino, che ha parlato di missioni “misteriose”, quando era al governo (di sinistra) è volata nella Cina accusata di calpestare i diritti dei tibetani mettendo da parte per ragioni di superiore interesse nazionale le recriminazioni e i toni marcati della protesta umanitaria.
· Un risultato assolutamente inaspettato, ma di valore storico, è stata la consegna da parte di Lukashenko – con gesto di sicuro effetto – di una corposa documentazione sui caduti italiani Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale e il destino di tanti prigionieri di guerra verso i quali Palmiro Togliatti e il PCI, probabilmente collusi con i sovietici nella repressione, avevano mostrato una totale indifferenza. La documentazione, raccolta in modo “certosino” in diversi archivi della Russia e Bielorussia, è un “dono” imprevisto di Lukashenko ed è quanto per decenni le famiglie dei nostri caduti nella campagna di Russia avevano ripetutamente e inutilmente chiesto. E Berlusconi ha giustamente ringraziato anche a nome loro “dal profondo del cuore”.

In conclusione, va detto per la Bielorussia quel che è stato detto anche per la firma del Trattato d’Amicizia con la Libia del Colonnello Gheddafi.

· L’Italia ha ottenuto l’apertura d’un importante nuovo mercato, pieno di opportunità per le nostre imprese (nel settore della energia e delle infrastrutture in Libia e della cooperazione industriale in Bielorussia). Il Frankfurter Allgemeine Zeitung, oggi, invece di criticare Berlusconi sottolinea i vantaggi economici della missione.
· Berlusconi apre con coraggio nuove strade quando percepisce che i tempi sono maturi. È successo con Gheddafi, con i vertici russi e ora con Lukashenko. L’Europa, del resto, aveva già abolito il bando alle visite in Bielorussia e limitato le sanzioni imposte fra 2007 e 2008. Si trattava di cogliere l’occasione. L’apertura di Berlusconi ha favorito in ogni caso l’impegno concreto di Minsk verso la democratizzazione del sistema, come dimostrato dalle modifiche appena approvate.
· La missione in Bielorussia ha avviato la “chiusura” di un lungo e doloroso contenzioso, quello sulla verità delle morti italiane durante la Guerra (per fare un esempio, nel campo d’internamento di Tambov nella Russia meridionale morirono 8.179 soldati italiani), così come la ritrovata amicizia con la Libia ha chiuso il contenzioso coloniale.

Sono altre le strette di mano imbarazzanti

La politica internazionale è piena di cosiddetti “scandali”. Facciamo un esempio: il presidente degli Stati Uniti Obama è stato gioiosamente accolto in Cina. L’Italia fa affari con Pechino. Eppure il governo cinese attua la cosiddetta politica del “figlio unico” che è un vero scandalo per quel che riguarda i diritti umani.

Qualche anno fa la stampa italiana riportò in prima pagina la faccia paciosa e sorridente del professor Romano Prodi mentre stringeva con calore la mano di Ahmadinejad. Nelle stesse ore il “dittatore” di Teheran sproloquiava sull’Olocausto e invocava la distruzione di Israele. E tutti ricorderanno le immagini di un sorridente Massimo D’Alema ministro degli Esteri in visita a Beirut a passeggio, sotto braccio, con i leader Hezbollah, loro pure smaniosi di cancellare Israele dalla carta geografica.

Ora, in Bielorussia , Berlusconi, con un po’ di diplomazia e di sano pragmatismo, ha acceso un faro occidentale in un paese in cui c’è voglia di investimenti e di prodotti esteri. Elementi, peraltro, che la Storia ci insegna sono prodromici a nuove e più stabili democrazie. Buoni affari per Finmeccanica, quindi soldi puliti e posti di lavoro, ovvero maggiore ricchezza per l’Italia e i suoi cittadini. Risolta anche la dolorosa questione delle adozioni internazionali, con tanto di commento in Vaticano: “Sia lodato Iddio”.

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