Sussurri e grida di Donne Giornalismo da Montalto e dintorni

Domenica 29 novembre non c’ è stato nessun benvenuto a Montalto di Castro, tantomeno alcun segno che il “dialogo tra cittadini e istituzioni è una delle più alte espressioni di democrazia, fondamento della società e forma di collaborazione necessaria per la crescita civile e sociale“. E’ sceso il silenzio sulle donne, quelle minori, quelle che non rilasciano dichiarazioni alle conferenze stampa, quelle che non sono invitate, quelle che non sono nessuno ma sono sempre da una parte, quelle che non sono complici e non pregano, senza alcuna protezione e benedizione qualificante e di ristoro. Alcune di loro erano il giorno prima alla Manifestazione Nazionale contro la violenza sulle donne, altre ci sono venute apposta a Montalto, da varie parti d’ Italia, dalla Sicilia e dall’ Emilia, dalla Lombardia e dal Veneto, non da Roma e non da Viterbo.

Si sono contate, erano 33, come gli anni di Cristo, o lo scioglilingua sui 33 trentini che trotterellando andarono a Trento…Non le ha “capeggiate” alcuna di loro ma l’ Associazione Erinna, unico centro antiviolenza di Viterbo e provincia, si è fatta carico di certe incombenze, come annunciare l’ insolito struscio prima di pranzo. In una dichiarazione resa il 20 ottobre al quotidiano online Unonotizie dissero:”Non siamo forcaiole per cultura, anche di fronte a crimini odiosi, crimini che sentiamo sulla nostra pelle. Ammesso che ciò che apprendiamo dai giornali sia vero e fedele e rispetto a ciò che leggiamo, vorremmo dire due o tre cose sulla questione di Montalto di Castro…vorremmo sapere ancora se il comune di Montalto ha poi pagato gli avvocati dei ragazzi stupratori, o se si è ravveduto.. se non lo ha fatto è un segnale terribile, come lo è la reazione della maggior parte della cittadinanza di Montalto, che non sappiamo quale esito avrà sulla “messa in prova” di condotta dei ragazzi visto l’esempio che giunge loro dagli adulti e dagli adulti nelle istituzioni…w l’Italia, l’Italia tutta intera.”
Il sabato precedente, quello della manifestazione a Roma, si era avuta notizia dall’Ansa che “Una ragazza di 19 anni, residente a Montefiascone, in provincia di Viterbo, è stata trovata impiccata nella camera di un convento di suore a Viterbo, dove era stata ospitata dopo essere fuggita da casa. Il corpo, appeso ad una sciarpa legata ai tubi delle condutture dell’acqua, è stato trovato da una suora che era andata a chiamarla. La giovane non avrebbe lasciato alcuno scritto per spiegare le ragioni del suicidio. L’altro ieri, la diciannovenne aveva chiesto aiuto ad un parroco del quartiere Cappucci di Viterbo, al quale aveva spiegato di sentirsi frustrata e insoddisfatta della sua esistenza e di essere fuggita da casa. Il sacerdote, dopo aver parlato a lungo con lei, l’ha accompagnata nel vicino convento di suore per farle passare la notte. La ragazza questa mattina si è alzata, si è lavata ed è scesa in refettorio dove ha fatto colazione con le suore, poi è tornata in camera. Poco dopo è arrivato il sacerdote,con il quale aveva un appuntamento, una suora è quindi salita in camera per chiamarla e l’ha trovata impiccata. La giovane si era lasciata da poco tempo con il fidanzato ma gli investigatori escludono con certezza che la rottura della relazione possa essere all’origine del suicidio. Inoltre, secondo quanto si è appreso, la giovane, a parte alcune incomprensioni tipiche dell’età, aveva un rapporto normale con i genitori, il padre italo argentino e la madre di Montefiascone.”
Altri giornali locali on line avevano scritto nel merito Si sentiva stanca e delusa dalla vita oppure 19enne si impicca in una casa di accoglienza ma anche un altro giornale locale, teneva a precisare: “La 19enne non aveva problemi a scuola. Non si drogava, né aveva mai manifestato segni di malessere o di depressione”. Lo stesso che oggi ci informa: “Verranno celebrate, lunedì 30, le esequie della ragazza di 19 anni che si è impiccata venerdì nella casa di accoglienza in località Cappuccini. I funerali si terranno nella Basilica del Corpus Domini, nel primo pomeriggio, alle 15″.
Domenica a Montalto , non una donna o un uomo “locali” hanno ritenuto farsi complici di queste donne, e manifestare solidarietà: le persiane erano tutte chiuse, la luce compostamente dietro le imposte come le persone, tantomeno “navigava” alcuna presenza istituzionale,amministrativa, associativa, civile. In un clima di surreale silenzio, spezzato solo da alcune donne,le stesse hanno scritto al ritorno di quel Siamo tutte con Marinella : “Con tanti cartelli di denuncia, striscioni e slogans abbiamo attraversato le strade di un paese quasi deserto, in cui palpabile era l’avversione per questa manifestazione.“Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa”, “siamo tutte con Marinella”, “sono bravi ragazzi e di famiglia buona, chi stupra le donne non si perdona” “guai a chi ci tocca, ci difenderemo con la lotta”.Questi ed altri slogans scanditi ripetutamente da tutte, la lettura di una lettera in solidarietà a Marinella, hanno costretto gli abitanti del paese a guardare da dietro le finestre e se da un lato qualcuno ha lanciato degli insulti, dall’altro alcune donne hanno applaudito.Giunte davanti al Comune, disposte in cerchio con tutti gli striscioni e i pannelli, abbiamo chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco ed è stata letta una lettera di protesta e denuncia all’A.N.C.I. “Provenienti da varie città d’Italia abbiamo denunciato con forza l’humus maschilista e reazionario di colpevolizzazione nei confronti delle donne che subiscono violenza, la legittimazione istituzionale dello stupro che arriva a sottrarre soldi pubblici per difendere gli stupratori, come è accaduto nella vicenda di Marinella, una giovane donna violentata 2 anni fa in quel luogo, da un branco di ragazzi minorenni, l’uso “privato” delle istituzioni e dei ruoli istituzionali a difesa della propria “famiglia” e dei suoi rampolli – il sindaco del paese, Carai, zio di uno degli stupratori, mise a disposizione dei “bravi ragazzi” 40.000 euro per la loro difesa col risultato vergognoso che il giudice decise, nonostante l’ammissione delle violenze, di sospendere il processo e affidare i violentatori ai servizi sociali e l’alimentarsi di un clima di ostilità da parte del paese nei confronti della ragazza violentata e di sostegno agli stupratori”.
Tentando di guadare le agenzie di stampa del 29 novembre , mi imbatto in una dettagliata argomentazione sul silenzio scelto a proposito del suicidio ” blindato” tra le mura di una casa di accoglienza religiosa, dove la fine di una vita è avvenuta inspiegabilmente: “A seguito di numerose segnalazioni di sdegno di nostri affezionati lettori circa le notizie di suicidi di minori e non che leggono su testate giornalistiche locali e altri quotidiani on line, viene spontaneo domandarsi se nella divulgazione di notizie tragiche e scabrose come queste non si vada alla ricerca di un recondito compiacimento di essere “il primo ad aver dato la notizia”, senza pensare che altri possono tralasciare di trattare massivamente tali argomenti. .. Il giornalista è tenuto a non “enfatizzare quei particolari di cronaca che possono provocare effetti di suggestione o emulazione”, come precisa il “vademecum” del 1995 integrativo della Carta di Treviso (forse mai sentita nominare)… Oggi sembra che la notizia di un suicidio stia sempre più diventando un fatto commerciale, per aumentare vendite o visite, e questo ci fa pensare di trovarci davvero al capolinea del buon senso… Dietro i prodotti vari dei media c’è una figura: il giornalista. Non uno che vende frutta o chiodi (non ce ne vogliano i commercianti) ma informazioni e pensieri. E molti colleghi in virtù di questo spesso pensano di poter fare a meno di una responsabilità morale ed etica. Non spetterebbe a noi ricordarlo ma lo facciamo volentieri, la legge sulla stampa (nello spirito del comma VI dell’articolo 21 e dell’articolo 2 della Costituzione) pone un limite preciso all’esercizio del diritto di cronaca. L’articolo 15 punisce con la pena della reclusione da tre mesi a tre anni la pubblicazione di “stampati i quali descrivano o illustrino, con particolari impressionanti o raccapriccianti, avvenimenti realmente verificatisi o anche soltanto immaginari in modo da turbare il comune sentimento della morale o l’ordine familiare o da poter provocare il diffondersi di suicidi o delitti”… “Voi vi buttate sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano!” Gaber aveva proprio ragione… In riferimento all’ultimo fatto di cronaca, che conoscevamo e ieri non abbiamo dato perché impegnati a fornire ai nostri lettori informazioni su altri episodi, corredati da immagini appropriate, la ragazzina poco più che maggiorenne suicidatasi nella casa di accoglienza di un istituto monastico di via IV Novembre a Viterbo ha lasciato una lettera di scuse ai parenti per il gesto. La Squadra Mobile della Questura comunque sta indagando sul caso per scoprire se dietro l’insano gesto possano esserci particolari motivazioni. Evitiamo di raccontarvi come la ragazzina, minuta e magrolina, abbia messo in atto il suicidio. Re.On.”
Concludo questo lungo articolo, e vogliate scusarmi, con certe riflessioni di un anonimo autore su Indymedia il 3 luglio dal titolo Chi non si oppone muore!: “A perdere la speranza sono anche coloro che in Italia ci sono sempre stati; voglio riportare, senza beneficio del dubbio perchè sono notizie tratte da testate giornalistiche, alcune vicende che dall’inizio di quest’anno riguardano il suicidio o il tentato di donne, uomini e adolescenti, e ai quali si dà poca eco con la giustificazione dello “spirito di emulazione”, ma che rispecchiano la solitudine, la disperazione e l’impotenza in cui ci si sente costretti a vivere”. Faceva seguito un lungo elenco e dei commenti, tra cui un episodio avvenuto a Capranica, il paese dove risiedo, il 22 giugno 2009: ” una donna aveva tentato il suicidio sdraiandosi sui binari, perchè le era morto il cane”.
In questo mondo piccolo e antico,con i suoi suicidi e omicidi di stato,minori e minoritari, oggi annoto che “c’è stata una piccola rivolta nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Bari. Un gruppetto di 15 immigrati ha appiccato il fuoco alle suppellettili di un modulo della struttura rendendo necessario l’intervento di polizia e vigili del fuoco. Ancora ignoti per il momento i motivi della protesta”. Ignoti rimarranno i motivi dei suicidi, e di uno stupro tra i tanti, messo in atto da minorenni, coetanei di Marinella.

E il silenzio, complice, sussurra verità inenarrabili ma alle volte grida alle donne con voce di donne e uomini, la colpa di essere tali. Noi non siamo complici con queste Macerie, con nessun stupro e nessun processo mediatico.Dal 1979 Le porte sono aperte ma il virus della violenza non è mutato:lo sfidiamo con la denuncia, emulando l’amore per la vita e la libertà. Contateci.

Doriana Goracci
“…Non si sa se accoglieranno la proposta,
ma per questa notte gli strumenti
suoneranno, suoneranno…
suoneranno”. Santino Spinelli
Un poeta è uno che sa versare luce in un cucchiaio e poi alzarlo fino alla sua bocca riarsa, splendida e sacra, per darle nutrimento” –

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