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Tremonti e la Finanziaria che non c’e’

di Massimo Donadi

I ministri del Governo Berlusconi sono sul piede di guerra per i tagli inflitti ai loro dicasteri. Urlano e strepitano contro il collega dell’Economia. In realtà, è tutta una pantomima, un’ipocrita gioco delle parti. Il bastone del comando ce l’ha in mano Giulio. E’ lui che apre e chiude i cordoni della borsa e tutto è già stato deciso. Agli altri non resta che fingere di essere indignati.

E’ avvilente dover constatare che la politica economico-finanziaria di questo Governo si riconferma essere solo una politica di tagli, che colpisce nel mucchio, senza andare a distinguere il grano dalla gramigna.

Si taglia sulla sicurezza. A fronte dei 3 miliardi di euro soffiati alle forze dell’ordine negli ultimi tre anni, si ridà loro 100 milioni, una colossale presa per i fondelli.

Si taglia sulla giustizia. In tre anni, hanno ridotto del 40 per cento le spese correnti, però di contro pretendono di fare i processi in sei anni.

Si taglia sulla scuola. In quattro anni hanno tagliato 7 miliardi e mezzo di euro, dimezzando i fondi per le università e la ricerca, però di contro parlano di merito e qualità.

Le risorse messe in campo dal Governo in questa Finanziaria sono solo di 3 miliardi di euro. Il resto è affidato dal gettito che verrà, se verrà, dallo scudo fiscale. Di sgravi fiscali per i cittadini e le famiglie si parla eccome, anzi si fa solo quello, perché non c’è un soldo vero. Come e quanto sgravare dipenderà dall’andamento dello scudo fiscale, ovvero, da quanti soldi evasi rientreranno in Italia, grazie alla garanzia dell’anonimato e dell’impunità.

Con i soldi che forse verranno, quando e quanto non si sa, il Governo dice che farà di tutto, anzi di più. Rinnoverà il contratto del pubblico impiego, gli incentivi per il risparmio energetico, i fondi per l’Università, per le missioni all’estero, per diminuire le tasse sui lavoratori dipendenti e dei pensionati e la detassazione delle tredicesime. Tutte buone intenzioni, un po’ troppe forse, che, rimarranno tali, se il povero scudo non ce la farà, come è probabile, a coprire tutto.

Del promesso taglio dell’Irap si è persa ogni traccia. Così come dello sblocco dei fondi per la ricerca, la detrazione fiscale per il risparmio energetico degli edifici, le misure fiscali a favore del lavoro chieste dai sindacati e, infine, le risorse per la sicurezza e la giustizia.

Una cosa colpisce, però, di questa Finanziaria. Tremonti taglia qualunque voce di spesa, paralizza l’attività legislativa del Parlamento perché le leggi in discussione non hanno copertura finanziaria, ignora le legittime esigenze di tante famiglie e delle imprese, ma trova i soldi per rifinanziare la legge Mancia, quel caravanserraglio di onorevoli prebende, con ben 50 milioni di euro.

Alla faccia della finanziaria leggera e della gravità della situazione economica italiana. Noi non solo chiederemo, così come in passato, l’abolizione di questa scandalosa legge ma presenteremo la nostra Finanziaria che, con responsabilità e realismo, affronterà i reali problemi economici del Paese.

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