Da New York in Abruzzo per aiutare i terremotati

L’on. Amato Berardi dà il benvenuto a Roma a Joe Leone, un italiano di terza generazione che con la sua iniziativa è riuscito a toccare i cuori degli italo/americani che vivono negli Stati Uniti.
Joe, sbarcato questa mattina all’aereoporto di Roma “Leonardo da Vinci”, insieme alla sua famiglia, è venuto in Italia, terra d’origine dei suoi nonni, per una nobile missione, aiutare la popolazione d’Abruzzo colpita dal drammatico sisma del 6 Aprile 2009.

Ad accoglierlo a Roma c’è anche l’Onorevole Amato Berardi, Deputato al Parlamento Italiano per la Circoscrizione America Settentrionale e Centrale e rappresentante alla Camera per gli Italiani residenti negli States, insieme al maresciallo Giorgio Cucca ed al brigadiere Rocco Bozzo dell’Associazione Nazionale Carabinieri, reduci da Nassirja, i quali accompagneranno Joe all’Aquila dove incontreranno il Presidente della Regione, Giovanni Chiodi, che rappresenterà l’intera popolazione d’Abruzzo alla quale Joe Leone vuole donare l'”Italian Tribune Humanitarian Award”, onorificenza da lui ricevuta il 9 ottobre a New York in occasione della festa di Cristoforo Colombo nell'ambito della Comunità Italoamericana.

Il viaggio di Joe proseguirà poi fino a Villa Oda a Silvi Marina, in provincia di Teramo, dove vivono 34 bambini e 12 suore della Casa Famiglia Immacolata Concezione delle Suore Zelatrici di San Gregorio (AQ), obbligati dopo il terremoto del 6 aprile scorso ad abbandonare l’immobile in cui vivevano. Per loro Joe, giovedì 26 Novembre, oltre a portare aiuti concreti, preparerà il pranzo del giorno del Ringraziamento, festa nazionale americana, e spiegherà loro l’importanza di questa ricorrenza negli Stati Uniti.

“La storia di questi bambini mi ha colpito molto – dice Joe – sono bambini con gravi problemi sociali familiari che sono rimasti senza una casa in cui vivere, spero, con il mio piccolo contributo di alleviare un po’ il loro disagio”.

“Non volevo solo inviare denaro e lavarmene le mani, volevo fare qualcosa di più – spiega Joe – ed è per questo che ho deciso di recarmi personalmente nelle zone terremotate per portare un po’ di aiuto e conforto”.

Come hai raccolto tutti questi aiuti che poi ha portato in Abruzzo?
“Mi sposto ogni fine settimana tra le varie ''Little Italy'' delle città degli States e dormo in una tenda allestita per strada per far capire alla gente la difficile condizione ed il disagio di chi sta vivendo in Abruzzo dopo il terremoto”.

Da cosa nasce questo impegno così forte e questa voglia di aiutare l’Abruzzo?
“Tantissimi americani di origine italiana come me, hanno avuto molto successo negli Stati Uniti e mi sono reso conto che fra tutti si poteva fare davvero qualcosa per quella gente che fa parte della nostra cultura, senza preoccuparsi di quale delle venti regioni italiane si trattasse.”
Joe ha esposto fuori dai suoi negozi grandissime bandiere americane e italiane sulle quali ogni persona, dopo aver donato una piccola o grande somma, può scrivere il proprio nome e la zona di origine in Italia.

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