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Agitazione alla Fiorucci di Pomezia, il commento della Nieddu

La viceresponsabile per il Lazio dell'Italia dei Diritti: “Mi attendo una risposta dalla Regione”

Roma, 20 novembre 2009 – L'azienda alimentare Fiorucci di Pomezia è in stato di agitazione dopo l'annuncio dell'apertura di una procedura di mobilità per 66 dipendenti ritenuti in esubero rispetto ai 251 già posti in cassa integrazione dopo l'accordo sottoscritto il 6 dicembre 2006 presso la Regione. Lo stato di agitazione è stato indetto da Cgil e Uil, che parlano di “licenziamenti per esuberi prima creati dalla società e poi dichiarati”.

“Tutto ciò – ha commentato Anna Nieddu, viceresponsabile laziale dell'Italia dei Diritti – va analizzato in un quadro più ampio, che riguarda tutte le piccole e medie aziende che sentono molto i contraccolpi di questa crisi. Nel caso della Fiorucci, fortunatamente, c'è stata la partecipazione dei sindacati principali, ma ci sono tante altre situazioni – continua – in cui i lavoratori sono sostenuti solo dai Cobas o ancor peggio da piccoli gruppi autogestiti. Credo che la Regione debba indire un tavolo con le categorie sindacali, i rappresentanti delle aziende e i lavoratori per valutare lo stato delle cose, gli sbocchi possibili e chiedere delle soluzioni portando delle proposte al governo nazionale. Mettere in cassa integrazione centinaia di lavoratori o ancor peggio licenziarli – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – significa depauperare il territorio stesso disperdendo ricchezza, quindi mi attendo una risposta dalle istituzioni”.

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