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Talidomide: ora è davvero fatta, ma nessuno voleva questa legge!

Sulla Gazzetta Ufficiale del 13 novembre 2009 sono state finalmente pubblicate le linee guida per la corresponsione dell’assegno vitalizio ai soggetti talidomidici nati tra il 1959 ed il 1965 per effetto dell’assunzione del farmaco da parte delle loro madri. Ieri ho ricevuto il messaggio che segue:
From:
Sent: Tuesday, November 17, 2009 12:00 AM
To:
Subject: Trasmesso via Sito – Talidomide
Carissimo On. Borghesi Antonio,
volevo condividere con Lei questo momento di gioia per l'uscita della G.U. (venerdì 13 novembre). Abbiamo “sudato” insieme, e in 5 anni di trattativa, con colpi di scena vari, siamo arrivati al traguardo. Lei è il “papà” di quella legge. Credo che possa essere orgoglioso, sapendo di aver contribuito a migliorare un po' il tenore di vita a tante persone che soffrono. Una volta ottenuto l'indennizzo, incominceremo a parlare di retroattivo dalla nascita.
E' pronto a rilottare con noi?
Cambiando discorso, che cosa sta succedendo all'interno dell'IDV?
Ancora grazie!
Spero di risentirci presto. Un carissimo augurio.
Luigi Tognazzo – Padova
Le parole di Luigi sono la più bella gratificazione che io abbia potuto ricevere. Credo che sia stato posto finalmente rimedio ad una delle tante (troppe) ingiustizie del nostro Paese. Non posso in questo non ricordare le tappe di questa vicenda: da quando negli anni ’70 per motivi di ricerca mi sono imbattuto nella vicenda “talidomide” a quando incontrai a Padova, tra un treno e l’altro, alcuni rappresentanti di Tai-onlus, a quando presentai il 21 febbraio 2007 la Proposta di legge 2290 (Modifica alla legge 29 ottobre 2005, n. 229, per la concessione di un assegno vitalizio in favore delle persone affette dalla sindrome da talidomide), a quando ottenni dal governo il 21 novembre 2007 l’accoglimento di un ordine del giorno nel senso prospettato. Per giungere infine a quando (nel frattempo ero passato alla Commissione Bilancio) trasformai la proposta di legge in un emendamento alla Legge Finanziaria per il 2008. Vi garantisco che solo una lunga serie di coincidenze favorevoli ha permesso l’approvazione di questo emendamento che nessuno, né destra né sinistra, voleva. Al punto che scoprii che l’emendamento venne inserito in un fascicoletto ( che più tardi leggendo i resoconti parlamentari dei lavori in Commissione verrà definito “fascicoletto Borghesi”) degli emendamenti da non approvare. Così aveva deciso qualche gruppo di potere interno alla allora maggioranza parlamentare senza che nessuno della minoranza si opponesse. Questo fatto scatenò in me un grande senso di rabbia e durante la discussione notturna pretesi che quell’emendamento tornasse in discussione. Alle 5 della mattina, dopo una notte insonne, in una riunione di maggioranza urlai con quanto fiato mi era rimasto contro l’esclusione di tutte le proposte di Italia dei Valori (ricordo che gridai testualmente che mi sentivo violentato) ed alla ripresa dei lavori della commissione finalmente anche quell’emendamento passò. Fortunatamente quando la legge arrivò in aula il governo Prodi pose la “questione di fiducia” e così rimase inalterato il testo della commissione e la legge passò al Senato “blindata” per motivi di tempo e venne approvata definitivamente. Così il 28 dicembre 2007, al caffè Pedrocchi di Padova, in una conferenza stampa organizzata da Tai-onlus potemmo annunziare che finalmente la legge era fatta! La stampa dette poco o nullo spazio alla cosa. Da allora ci sono voluti quasi altri due anni perché fosse emanato il regolamento attuativo della legge. Pochi se consideriamo che ci sono voluti 50 anni per porre rimedio finanziario ad uno dei più gravi danni che siano mai stati provocati dai farmaci nella storia, tantissimi per chi ha vissuto sulla sua pelle per tutto questo tempo i disagi ed i sacrifici di essere talidomidico. Troppi per tanti genitori che hanno pianto alla nascita dei loro figli, si sono sacrificati per tutta la vita per renderla a loro meno difficile senza alcun aiuto dallo Stato, e, essendo venuti meno nel frattempo, non hanno avuto neppure la soddisfazione di vedere riconosciuto il loro diritto.

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