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Sto toccando con mano l’attenzione che ciascuno di Voi sta infondendo nel progetto

Gentili referenti,

queste ultime settimane sono state scandite da una intensa attività politica da parte

mia e del settore tutto, nonché da parte Vostra che vi siete prodigati nella piena

valorizzazione del partito all’estero.

Sono lieto di informarVi che a distanza di poco più di 15 giorni dall’avvio della

campagna tesseramento del Popolo della Libertà nel Mondo, giorno dopo giorno è cresciuto

esponenzialmente il numero degli iscritti e molti circoli locali sono stati inaugurati o sono in

procinto di esserlo.

Sto toccando con mano l’attenzione che ciascuno di Voi sta infondendo nel progetto

del PdL all’estero ma mi auguro che questa percorso possa rafforzarsi sempre di più.

Allo stesso tempo è mia priorità, in qualità di Responsabile Italiani nel Mondo,

condividere con Voi alcune mie riflessioni in merito alle stesse dinamiche di tesseramento,

che stanno sollevando ventagli di dichiarazioni, proteste e mal fondate riflessioni che

rischiano di creare confusione su un progetto – quello della crescita del partito oltre confine –

che necessita di attenzione e di chiarezza.

Come ho avuto modo di evidenziare in più comunicazioni, il tesseramento è

l’espressione naturale ed imprescindibile di appartenenza ad un partito: non è da intendersi

come scelta azzardata, coatta o semplicemente un capriccio del responsabile di settore.

La nascita e la strutturazione del partito all’estero ed il lancio del tesseramento sono

stati predisposti dal partito in maniera assolutamente condivisa e non sono stati il frutto di

una mia scelta individuale ed unilaterale. I vertici di partito hanno appurato l’esigenza di

creare qualcosa di stabile e di strutturato al di fuori dei confini nazionali che potesse

garantire un reale coinvolgimento dei nostri sostenitori e che non si limitasse ad una

partecipazione “associativa” che fino ad ora – sul versante partitico – non è stata pienamente

produttiva.

E pur vero che all’estero il ruolo dell’Associazionismo in senso generale è stato, e

continua ad essere fondamentale, perché collante imprescindibile delle comunità italiane e

riferimento indiscusso dei nostri connazionali: il tesseramento ed il partito però non

intendono mettere in discussione la storia dell’emigrazione e l’esperienza associativa, ma

vogliono considerarla un interlocutore.

Il tesseramento – però – è un’altra cosa.

Non è un’alternativa all’associazione, non è un obbligo del simpatizzante, né l’unico

modo per fare politica o manifestare le proprie idee: è il passepartout per entrare nel partito,

senza di esso – ovviamente – non può esservi iscrizione al partito, così come accade in Italia

o come accade per altri partiti all’estero.

Il PdL non chiede di mettere mano al portafogli, con un cenno impositivo ed

autoritario, ma – di contro – chiede, a chi intende farlo, di diventare ufficialmente parte

integrante di questo progetto come lo sono, in Italia, i tesserati del nord, del sud del centro e

delle isole.

Italiani e tesserati del PdL a tuttotondo.

A chi ritiene che nel progetto di tesseramento e di strutturazione del partito all’estero

non siano state interpellate Associazioni, gruppi e realtà attive sul territorio, rispondo con

semplicità che i riferimenti di questi aspetti erano già stati evidenziati nelle opportune sedi,

ed era stata richiamata più volte l’attenzione delle suindicate realtà, ma mai in nessuna

occasione vi era stato alcun cenno o riscontro.

Inoltre, il Regolamento di settore, con la sua organizzazione, i ruoli ed i coordinamenti

è pubblicato sul sito del partito da diversi mesi, ma poche sono state le riflessioni ed i cenni

di chiarimento.

Da parte mia, e del settore tutto, c’è sempre stata massima disponibilità ed apertura.

A chi ritiene, invece, che vi sia l’esigenza di strutturare politicamente il partito prima di

procedere al tesseramento, ritengo di esprimere che all’estero al momento c’è esattamente

bisogno del contrario: se si continua a dare un sopravvalutato valore alle parole e alle

chiacchiere si rischia di far durare questo discorso di “costruzione politica” fin troppo e come

al solito senza alcun tipo di risultato.

L’esperienza del partito e delle sue precedenti versioni all’estero, insegna l’esigenza di

saper bene creare una struttura ed una ramificazione oltre confine all’interno della quale

individuare riferimenti, progetti ed attivismo e – perché no – intercettare chi sa coordinare le

suddette attività nel migliore dei modi.

Ritengo che questa sia la versione più accreditata e fattibile di meritocrazia

organizzativa e procedurale che il partito possa sostenere.

Cari amici abbiamo la possibilità di avere un peso e di creare un forza realmente

competitiva e capace di dialogare a pari grado con il partito a livello nazionale: non mi

stancherò mai di ripetere che per contare a Roma, per far sentire la nostra voce sui

provvedimenti e nell’ambito della attribuzione delle risorse, è necessario poter contare su di

una valida struttura orizzontale, e sappiamo bene che soltanto il partito con il suo

tesseramento può essere capace di darci tanto.

Mi sento – a questo punto – di invitare voi tutti a credere realmente in questo progetto

e a chi nutre perplessità di riferirlo nelle opportune sedi piuttosto che riempiere le pagine

della stampa di settore con fantasiose supposizioni che nulla hanno a che vedere con la

realtà dei fatti e con gli sforzi che a livello politico come Responsabile di settore e come

parlamentare sto portando avanti insieme ai colleghi.

E’ il momento di cambiare rotta!

Chi vuole essere protagonista di questo progetto – e ne sono in tanti – procederà con il

tesseramento, sostenendolo attivamente come condizione imprescindibile dell’appartenenze

ad un gruppo, ad una realtà.

Non diamo eccessiva attenzione a chi intende distruggere il nostro lavoro, non diamo

corda a chi getta veleno su un progetto che tutti noi abbiamo sinceramente auspicato e

costruito.

Buon lavoro e buon tesseramento a tutti!

Aldo Di Biagio

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