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Boldini e gli italiani a Parigi

Dart Chiostro del Bramante presenta per la stagione 2009-2010 una grande mostra dedicata a Giovanni Boldini ed gli artisti italiani, che soggiornano a Parigi nella seconda metà del secolo XIX, a cura di Francesca Dini.
Nel corso dell’Ottocento la Francia si trova a guidare il cammino dell’arte contemporanea e a costituire per molti paesi – ed anche per l’Italia – un modello ineguagliato di civiltà. I pittori italiani sono dunque indotti ad un continuo confronto con l’arte di quella Nazione, complici le Esposizioni Universali che vi si tengono periodicamente e che ne promuovono internazionalmente l’immagine. Come è noto la stessa vicenda dei Macchiaioli – il maggior movimento pittorico italiano del secolo – trae origine e forza dal confronto con la pittura di Corot e dei paesaggisti di Barbizon, nonché nutrimento dall’estetica del Realismo di Courbet.
Ma il vero e proprio “mito di Parigi” è un portato della cosiddetta Belle Epoque, sorta di età dell’oro segnata dal trionfo del modello borghese liberale e laico, dalla grande libertà di pensiero, da prodigiose scoperte scientifiche, da una decisiva accelerazione dei mezzi di trasporto, dalla nascita del turismo di massa, dal grande fulgore dei teatri e dei giornali a stampa. La Belle Epoque, termine che non ha trovato sinonimi, indica dunque il periodo felice (per molti, ma non per tutti) in cui i ceti medi giungono a godere di un certo benessere. Parigi diviene, anche in virtù di questo, un vero laboratorio letterario e artistico nel quale convivevano tendenze artistiche molto diverse le une dalle altre.
Questo nostro viaggio si dipana dunque tra le vicende biografiche dei tre celebri “italiani di Parigi”- De Nittis, Boldini, Zandomeneghi – ma si muove, sul filo del racconto, tra i luoghi cari al mito della modernità di Parigi, i teatri, i caffè, i boulevards, gli ateliers degli artisti celebri e quelli dimessi dei pittori bohemien, incontrando perciò gli splendidi capolavori di Vittorio Corcos, Antonio Mancini, Paul Helleu, Leon Bonnat, Telemaco Signorini, Serafino De Tivoli, che saranno raggruppati in sezioni.
Il percorso espositivo presenta opere provenienti da collezioni private, quindi difficilmente accessibili al vasto pubblico, che saranno esposte accanto ad importanti prestiti provenienti da Istituzioni Italiane come la Galleria d’ Arte Moderna di Palazzo Pitti, la Galleria degli Uffizi, ed Internazionali, quali il Musée d’ Orsay.
Il catalogo della mostra sarà edito dalla Silvana Editoriale e conterrà i saggi e le schede delle singole opere.

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Informazioni Evento:
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Data Inizio:14 novembre 2009
Data Fine: 14 marzo 2010
Costo del biglietto: 10,00 euro
Luogo: Roma, Chiostro del Bramante
Orario: Inaugurazione 13 novembre 2009 ore 11. Orario: tutti i giorni 10.00-20.00. Chiuso lunedì

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Dove:
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Chiostro del Bramante
II complesso monumentale di Santa Maria della Pace si compone del chiostro, del convento e della chiesa. Il convento e il chiostro furono il primo progetto di rilievo eseguito a Roma da Bramante (1444-1514). I lavori, commissionati all’artista dal Cardinale Oliviero Carafa, ebbero inizio nel 1500 e si conclusero nel 1504, data iscritta nell’epigrafe dedicatoria. Il chiostro, un’opera di affascinante, raffinata ed elevata qualità formale, è costituito da due ordini di arcate che inquadrano un portico e un loggiato, intorno ai quali sono distribuiti gli ambienti per la vita collettiva, al piano terreno, e gli spazi abitativi, al primo piano, entrambi oggi adibiti a sale di esposizione. La chiesa, eretta al tempo di Sisto V (c. 1482) dall’architetto Baccio Pontelli, è il risultato di differenti fasi costruttive: il progetto della cupola e di una delle cappelle fu disegnato da Antonio da Sangallo il Giovane (1530), il coro e l’altare maggiore furono realizzati da Carlo Mademo (1611), mentre la facciata, con la magnifica piazzetta antistante, capolavoro del barocco romano, fu aggiunta durante i restauri del 1656 da Pietro da Cortona, che rinnovò anche l’interno della chiesa nel 1656, su ordine di Alessandro VII. Al suo interno sono conservati i famosi affreschi di Raffaello “Le Sibille”, commissionati al pittore nel 1514 dal “magnifico” banchiere senese Agostino Chigi e considerati tra le maggiori opere dell’artista, nonché capolavori di Baldasarre Peruzzi, Rosso Fiorentino, Simone Mosca ed altri grandi artisti.

Proprietà: Comunale
Città: Roma
Indirizzo: Via della Pace
CAP: 00186
Provincia: Rm
Regione: Lazio
Telefono: 06 68809036
Fax: 06 68213516
Sito web: http://www.chiostrodelbramante.it

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