Uno dei luoghi comuni italiani, che è poi quello dell’arte d’arrangiarsi, è sul viale del tramonto. Meglio tardi che mai. Nell’era dei computers e dell’informatica, quando tutto, a discapito di tutti, sembra non poter essere lasciato al caso, all’iniziativa del singolo, ecco che anche per la marea dei pubblici dipendenti è venuto il momento dei cambiamenti; delle novità sul posto di lavoro. Il ministro Brunetta docet. In un recente passato, non sempre però a ragione, si affermava che il pubblico impiego offriva poco, perché anche poco chiedeva. Con la tacita ammissione di tanto tempo libero per fare dell’altro. C’era la piaga, combattuta, ma apparentemente invincibile, dell’assenteismo, dei permessi facili, delle lunghe permanenze “fuori” stanza. In un mondo informatico ad oltranza, sembrava che solo loro, i pubblici dipendenti, non dovessero mutare il ritmo lavorativo. Forse, ben protetti da quella burocrazia che è sempre stata la spina nel fianco delle pubbliche amministrazioni nazionali. Oggi, in Terzo Millennio, anche l’italica burocrazia ha dovuto, gioco forza, aggiornarsi e rendere più spediti gli atti che le competono. Così, anche il pubblico dipendente, l’impiegato d’ordine e di concetto d’ottocentesca memoria, si è rapidamente adeguato alla nuova realtà e, dopo tante critiche, non sempre meritate, oggi è all’avanguardia per quanto concerne funzionalità ed operatività negli uffici. Il Ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, indubbiamente, ha saputo fare la sua parte. Non era mai capitato in passato. Né per quello prossimo, né per quello remoto. Pure le retribuzioni, anche se con molta gradualità, si sono adeguate ai nuovi doveri. Era ora. L’armonizzazione degli orari di servizio, il riconoscimento dei nuovi livelli di professionalità ed i nuovi incentivi economici hanno contribuito all’oggettiva trasformazione. Chi opera nella pubblica amministrazione, non gestisce solo un servizio indispensabile ma, e qui rileviamo un’ulteriore novità, è fonte di produttività. Insomma, in questi momenti di recessione economica, è anche vantaggioso avere una pubblica amministrazione adeguata alle necessità dei tempi. Quelli della nostra burocrazia, prima biblici, si sono abbreviati; con piena soddisfazione degli utenti, grazie anche alla politica del “bastone e della carota” del Ministro Brunetta ed al suo piano d’aggiornamento nei confronti di chi lavora nelle Amministrazioni pubbliche periferiche e centrali. Entro il 2012, il sistema dovrebbe generalmente informatizzarsi, con ancora migliori rese sul campo della praticità. Del resto, il rinnovato ruolo dell’impiegato pubblico ha consentito, per la prima volta nella storia della Repubblica, un più franco rapporto tra il cittadino e la cosa pubblica. Superate le sferzate ministeriali, si è venuto ad instaurare un miglior rapporto di fiducia tra chi chiede un servizio ed i fornitori dello stesso. Questa ci sembra una cosa buona, anzi, ottima. Soprattutto perché, indipendentemente dalle polemiche della prima ora, consente di meritare, a pieno titolo, quella dignità che spetta a chi lavora. Anche se pubblico dipendente.