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Iva sulla Tarsu incostituzionale ma si paga ancora

Il responsabile per la Tutela dei Consumatori dell'Italia dei Diritti: “I cittadini romani continuano corrispondere ingiustamente l'imposta per rimpinguare le casse dello Stato, è duro affronto alla Corte Costituzionale”

Roma, 27 ottobre 2009 – “L'incresciosa situazione dimostra come la linea politica di attacco alla suprema Corte Costituzionale è iniziata e sta già dando i suoi frutti”. Queste le prime parole del responsabile per la Tutela dei Consumatori dell'Italia dei Diritti Vittorio Marinelli alla notizia sulla mancata applicazione della sentenza del 24 luglio 2009 che stabilisce che sia la Tia – Tariffa d'Igiene Ambientale – che la Tarsu – tassa di smaltimento rifiuti solidi urbani – sono tasse e non tariffe e quindi non devono essere assoggettate all'Iva del 10% che gli utenti continuano a pagare perché lo Stato non sa come fronteggiare la carenza di fondi che si creerebbe applicando la sentenza. “Il risultato – incalza l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è il determinarsi della classica buffonata all'italiana tra legislatori, pubbliche amministrazioni e concessionarie di pubblici servizi in competizione fra loro tra chi vince la gara per l'incompetenza e l'improvvisazione”. Ponendo l'accento sulla gravità del mancato rispetto verso l'ultimo grado di giudizio in fatto di definitiva interpretazione della legge nazionale, conclude sdegnato Marinelli: “Forse farebbero bene questi signori che amministrano la cosa pubblica a studiare il grande giurista Kelsen riguardo la cosiddetta 'grundnorm': imparerebbero come la Corte Costituzionale dovrebbe avere la massima autorevolezza in quanto il patto sociale si fonda sul rispetto del precetto costituzionale ma, con questi amministratori, i consumatori e la Consulta hanno poco da stare allegri”.

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