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Dove sono finiti i pennivendoli della repubblica ?

Opinioni Monarchiche

Cari pennivendoli, dove siete finiti ?
Proprio voi, che della vostra penna, ne avete fatto l’arma migliore del regime giacobino, proprio voi, lacchè ipocriti e senza vergogna, sempre pronti a indignarvi su ogni singolo respiro o ingenuo starnuto di Carlo d’Inghilterra, proprio voi costantemente in gara con il tempo per “informare” l’opinione pubblica circa le nefandezze di cui è capace il superato sistema della Monarchia… Si, proprio voi, dove siete finiti ?
No, questa volta non c’è da insultare gratis la testa coronata di un Paese “arretrato” come la Svezia la Spagna o il Buthan, non c’è la possibilità di fare del sarcasmo da osteria su Casa Savoia, questa volta vorremmo che ci parlaste della modernissima, efficientissima e ammirata repubblica Francese…

Non si ode nessuno ? Allora ne parlerò io ! Pare che un giovinetto, tale Jean Sarkozy, 23 anni, studente del secondo anno di Legge, sarebbe designato “di diritto” alla testa dell' Epad, Etablissement public d' aménagement de la Defense, l' organismo di controllo e promozione dello sviluppo in Francia, del primo centro d' affari europeo. Che sia un genio, …che sia il prodotto della migliore classe dirigente della Francia repubblicana post rivoluzione ? Abbiamo qualche dubbio. Dubbio che si fonda sul fatto che suo Padre oggi, risulta essere il Presidenti della repubblica Francese, e con ogni probabilità, uno dei peggiori degli ultimi 20 anni. Sarà un caso sfortunato ed isolato di questa Francia dell’Egalitè ? Niente affatto, il giovane “delfino” infatti era già stato “eletto” consigliere generale a Neuilly (Haut-de-Seine), il dipartimento più ricco di Francia, del quale il Padre (sempre SM l’Imperatore Sarkozy I, guarda caso) è stato a lungo il Sindaco !!!

Ma allora ?
Allora dopo aver riso a lungo sulla buffonata che vogliono le Monarchie più costose delle repubbliche – alla quale molti cittadini, …poveri imboniti ancora credono – dobbiamo continuare a smascellarci dalle risate pensando all’impietoso crollo dell’ultimo mito repubblicano. La meritocrazia. Abbattuta senza riguardo e vergogna alcuna dell’ereditarietà e dal facile accomodamento.
E’ oggi palese infatti, che anche per la perfezione repubblicana, il valore di un “papy” importante è sempre un “valore” !
Noi italiani ne eravamo già coscienti attraverso la lunga navigazione nel liquame post bellico, avendo dozzine di esempi nostrani e ruspanti, quali La Malfa del “Partito degli onesti” – amava scrivere prima di Tangentopoli – i figli e le figlie di Craxi, il fratello e gli amici di Bossi ecc. ecc. Nella nostra repubblica del resto, sono da tempo ereditari anche i posti di cantante di attore cinematografico e di guardiano del parco zoologico, figuriamoci a livello istituzionale, …altro che meritocrazia !
Eppure questa novità che giunge dall’estero è succulenta assai, in quanto la Francia è un esempio per “tutti”. L’esempio a cui tendono tutte le società più avanzate, per non apparire demodè.
Bene, anzi benone, da oggi infatti potremo ufficializzare che le repubbliche tutte, tenderanno al nuovo obiettivo, tutte vorranno “certificarsi” quanto prima possibile al nuovo livello di progresso raggiunto dall’Istituzione campione, …quello delle Banane ! E voi pennivendoli, se ci siete, …battete un colpo !

24.10.2009 – Alberto Conterio
Su : Opinioni Monarchiche
http://opinionimonarchiche.blogspot.com/2009/10/dove-sono-finiti-i-pennivendoli-della.html

Re Sarkozy premia il figlio e la Francia si ribella
Repubblica — 14 ottobre 2009 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA

C' È STAMPA e stampa. C' è quella trincerata dietro l' illibatezza di un' informazione dosata con inevitabile opportunismo, ma che si dichiara politicamente asettica, notarile; e quella rispettosa della notizia ma che non sfugge all' impegno deontologico di controllare il potere ad ogni passo, in ogni istante. Una rassegna della stampa francese di queste ore può fornire qualche insegnamento a noi cisalpini, perlomenoa quelli impegnati nelle polemiche accesesi sull' argomento. È un insegnamento perché la stampa ha reagito compattaa quello che giudica un sopruso presidenziale. E la televisione, pubblica e privata, ha riferito fedelmente l' ampiezza della “tempesta mediatica”. In Francia, al centro dell' attenzione nazionale c' è il caso di Jean Sarkozy, 23 anni, studente del secondo anno di Legge, che il padrepresidente vorrebbe alla testa dell' Epad, Etablissement public d' aménagement de la Defense, l' organismo di controllo e promozione dello sviluppo del primo centro d' affari europeo. La Defense è situata alle porte della Capitale e là hanno la loro sede sociale 2mila 500 aziende e lavorano 150mila persone. Jean Sarkozyè un giovane intraprendente e senz' altro dotato, poiché è già stato eletto consigliere generale a Neuilly (Haut-de-Seine), il dipartimento più ricco di Francia, del quale il padre è stato a lungo il sindaco, oltre che il responsabile dell' Epad, ente incaricato appunto dello sviluppo di quell' area privilegiata, adesso sul punto di passare in eredità al figlio. La stampa unanime (con rarissime eccezioni) ha condannato o messo in rilievo il nepotismo presidenziale. Dimostrando quanto sia forte l' eco degli affari italiani, non è mancato chi ha accennato a una vena di berlusconismo alla francese, pur trattandosi di un peccato veniale, rispetto alla nostra situazione. Le critiche oscillano tra sarcasmo e ironia. Non si può rimproverare (secondo il direttore di Le Monde) a un figlio di essere il figlio di suo padre. Anche se quest' ultimo è il presidente della Repubblica. Passi anche il fatto che il figlio abbia conquistato i suoi primi allori politici nel feudo paterno di Neuilly, benché una vittoria in terre meno privilegiate sarebbe stata più convincente. Ma il fatto che Jean Sarkozy, 23 anni, tuttora studente in legge, possa pretendere alla presidenza di un organismo tanto importante come l' Epad, fa dubitare dell' imparzialità del potere. Un insidioso terrore (Le Monde) si è forse creato, al punto che i servili edili precedano i desideri del monarca? I toni dei giornali provinciali non sono meno severi di quelli parigini. Vale la pena farne un' accurata rassegna. François Martin scrive con sarcasmo sul Midi Libre: «Il figlio Sarkozy possiede tutte le virtù cardinali che suo padre vanta davanti al popolo: il merito, il lavoro, l' esemplarità». Su Paris Normandie, Michel Lepinay aggiunge: «L' influenza dei cortigiani ha sempre un effetto terribile. Fanno perdere il senso della realtà e conducono ai più gravi errori. Nonostante le giustificazioni fornite da consiglierie ministri la causaè indifendibile». Su L' Alsace, il commentatore, Patrick Fluckger, ricorda che Luigi XIV diceva: «Lo Stato sono io». E aggiunge: «…ma attenzione, questo era prima della Rivoluzione». Altri giornali, disseminati tra l' Atlantico e il Mediterraneo, si preoccupano dell' immagine della Francia all' estero. Jacques Guyon, sulla Charente Libre, avverte che i media stranieri parlano già di una repubblica delle banane. Xavier Panon, editorialista della Montagne, dice che Jean Sarkozy è adesso popolare anche in Cina. E il suo collega dell' Est Républicain, Jean Louis Denes, fa notare che «la pretesa del Delfino fa ridere la stampa mondiale». Jacques Camus, della République du Centre, sentenzia che «la grande politica presidenziale sta perdendo tutte le sue lettere di nobiltà». Francis Brochet del Progrès de Lyon è feroce: «Il nepotismo condanna la promozione dei nipoti del Papa. Ma Sarkozy non è Papa, né Jean suo nipote. È senza una qualifica adeguata? A 23 anni, Jean Sarkozy ha fatto quasi due anni di Legge. Affarista? A mettere Jean Sarkozy al di sopra di ogni sospetto è l' appoggio di Patrick Balkany e di Charles Pasqua». (Balkany e Pasqua sono stati coinvolti in affari di corruzione. n.d.r.) Jean Marcel Bouguereau scrive sulla République des Pirénées che «Jean Sarkozy ha l' avvenire davanti a lui e il padre dietro di lui». Questa tempesta di critiche, condanne e lazzi, provenienti da tutta la Francia, da quella parigina e da quella profonda, si è abbattuta sul Palazzo dell' Eliseo. I giornali provinciali nel loro insieme hanno una forte influenza nel paese. Le rassegne quotidiane della stampa, alla radio e alla televisione, non trascurano le piccole testate. I loro commenti accompagnano al mattino milioni di francesi in viaggio verso i posti di lavoro. In questa occasione c' è stata una sola voce favorevole. Quella di Hervé Chabaut di L' Union (Reims), il quale scrive che in fondo Sarkozy Junior è stato eletto consigliere generale a Neuilly e quindi è un personaggio uscito dalle urne. Lo stesso argomento adottato dal primo ministro, François Fillon, non troppo a suo agio nel giustificare la folgorante carriera del giovane Sarkozy. Le Figaro, tradizionalmente rispettoso nei confronti dell' Eliseo, si limita a registrare la «tempesta mediatica» abbattutasi su un presidente silenzioso. Il quotidiano sottolinea tuttavia gli eccessi della sinistra, in particolare del deputato socialista Manuel Valls, il quale ha detto che «neppure Berlusconi» ha osato compiere una provocazione come quella di Nicolas Sarkozy. Quest' ultimo è stato laconico: «Non è mai bene quello che, senza fondamenta e in modo eccessivo, dà in pasto alle polemiche una persona». I deputati del suo partito sono stati più loquaci. Durante la riunione del gruppo parlamentare dell' Ump, Pierre Cardo e René Couanau non hanno esitato ad elencare i danni elettorali che la decisione presidenziale potrà provocare. E sono stati applauditi. Tanto che il capogruppo ha preferito sospendere la riunione. – BERNARDO VALLI

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/10/14/re-sarkozy-premia-il-figlio-la-francia.html

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