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Sangue scaduto in ospedale sardo, l’Italia del Diritti chiede controlli

Sulla questione sono intervenuti il responsabile per la Sardegna del movimento, Federico Gandolfi, e il vice responsabile per la Sanità Luigino Smiroldo

Cagliari, 22 ottobre 2009 – “Quanto accaduto testimonia lo stato d'incuria e di abbandono di alcune strutture dell'isola. In un territorio in perenne emergenza trasfusionale non è concepibile che un migliaio di sacche di plasma possano essere dimenticate per un decennio”. E' questo il commento di Federico Gandolfi, responsabile per la Sardegna dell'Italia dei Diritti, circa il sequestro di 1100 sacche di plasma, 652 scadute da oltre 10 anni e circa 500 in stato di avanzata putrefazione, condotto dai Nas presso il Centro trasfusionale dell'Ospedale di Tempio Pausania.

I contenitori di sangue erano conservati all'interno di un ambiente non idoneo e in cattive condizioni igieniche. Dopo il sequestro, la denuncia è scattata per due dirigenti sanitari e due infermieri della struttura ospedaliera stessa. “È un sollievo che, secondo quanto emerso, neanche una minima parte di questo materiale scaduto sia entrato in contatto con le procedure di trasfusione e di sperimentazione dei farmaci, evitando così di compromettere seriamente la salute dei cittadini”, ha aggiunto l'esponente regionale del movimento presieduto da Antonello De Pierro.

Sulla stessa vicenda è intervenuto anche il vice responsabile per la Sanità dell'Italia dei Diritti, Luigino Smiroldo, che ha affermato: “Questo gravissimo episodio lede, prima di tutto, la dignità umana di tutti i cittadini. Quello che assolutamente manca nei nosocomi italiani sono i requisiti minimi organizzativi e gestionali, e non è possibile avere questi risultati quando il 70% delle risorse vanno proprio alla sanità”. Smiroldo denuncia poi anche la carenza di azioni di controllo capillari che evidenzierebbero come “il 50% degli ospedali, pubblici e privati, sono fuori norma e a rischio chiusura”.

Secondo il vice responsabile per la sanità è necessario aumentare i controlli e prevenire casi di cattiva gestione i cui risultati potrebbero nuocere gravemente alla salute dei cittadini. “Bene l'azione svolta dai Nas, ma sulla sanità non ci posso essere remore”, conclude Smiroldo. “Come Italia dei Diritti chiediamo con forza che i Nuclei Antisofisticazione e Sanità dell'Arma svolgano il loro lavoro senza distinzioni tra pubblico e privato, avendo così come unico obiettivo la tutela dei cittadini e dei loro diritti”.

Ufficio Stampa Italia dei Diritti
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