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Lei non sa chi sono io!

Bruno Gambardella

Ci risiamo. Nell’ultimo articolo di Sparta e Atene avevamo riportato, tra l’altro, la notizia di un monsignore che, fermato dalla polizia in luogo piuttosto sospetto, avrebbe minacciato gli agenti con un classico “Voi non sapete chi sono io”.

A pronunciare la fatidica frase nella variante “Ma avete capito chi sono io?” sarebbe stata questa volta Aida Yespica, la quale si sarebbe rivolta così ai carabinieri del Nucleo radiomobile che l'hanno fermata nella notte tra venerdì e sabato intorno alle 3. La showgirl, nota ai più ma non a chi scrive, si trovava a bordo della sua Range Rover in compagnia della sorella, quando è stata bloccata dagli uomini delle forze dell'ordine che, specialmente al venerdì e al sabato, organizzano posti di blocco in zone vicine ai luoghi della movida milanese.

La soubrette, trovata largamente positiva al test alcolemico, ha ricevuto una contravvenzione per un reato di rilievo penale. La sua vettura è stata sequestrata e la patente ritirata.

Al di là di ogni considerazione sulla sicurezza sulle strade da garantire ad ogni costo, ciò che mi lascia perplesso è l’atteggiamento della Yespica verso i carabinieri che l’hanno fermata.

Sia chiaro: tutto il rispetto per chi lavora nel mondo spettacolo e raggiunge il successo dopo una dura gavetta; massima considerazione anche per i divi, i quali, raggiunta la vetta, devono fare sempre enormi sacrifici per restare sulla cresta dell’onda; ammirazione per ballerine, veline, meteorine, letterine: devono essere sempre in forma e vivere rinunciando a tanto, a partire dalla buona tavola (cosa per me assolutamente impensabile). Leggere però di una soubrette che recita la magica formula del “Lei non sa chi sono io” è per me sconcertante…

Un ministro, un presidente di Corte di Cassazione, un’alta autorità della Repubblica cosa dovrebbero dire o fare se fermati da agenti delle forze dell’ordine: schiaffeggiarli per avere osato tanto? Suvvia, qui stiamo perdendo il senso della realtà e delle proporzioni…

In un noto film dell’immediato dopoguerra Eduardo De Filippo insegnava ai suoi concittadini l’arte del pernacchio, da rivolgere ad un borioso nobilastro che risiedeva nel quartiere. Ecco, a lorsignori del mondo dello spettacolo e della televisione, a questi dèi del nostro tempo, non guasterebbe un bel bagno di umiltà che, tra l’altro, li salverebbe anche dal rendersi ridicoli dinanzi al loro stesso pubblico. In casi estremi il “metodo Eduardo” potrebbe tornare utile…

Prendendo in prestito una celebre battuta di un vero uomo di spettacolo fatto di tutt’altra pasta ci permettiamo di rispondere alla signorina Aida Yespica con un bel: “Ma ci faccia il piacere!”.

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