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Un punto dell’economia: lo scudo fiscale

di Sandro Trento

Parliamo dello scudo fiscale, provvedimento recentemente promosso dal governo e approvato dal Parlamento.

Lo scudo fiscale rientra nella tipologia dei “condoni”, degli strumenti di politica economica che vengono utilizzati in situazioni drammatiche, dove lo Stato ha urgente bisogno di capitali e dichiara la propria impossibilità a recuperare per vie ordinarie capitali sottratti al fisco o, come in questo caso, esportati illecitamente all'estero.

Si tratta di un provvedimento che rappresenta una grave rottura nel modo di funzionare di un economia di mercato. Si consente di riportare in Italia capitali illecitamente portati all'estero pagando soltanto il 5% del totale per rimettersi a posto con il fisco. Questo però è associato al fatto che si mantiene l'anonimato sul soggetto che ha commesso l'atto illecito, precludendo all'amministrazione fiscale la possibilità di fare ulteriori accertamenti e di tenere sotto controllo questo soggetto nel tempo, avendo compiuto atti non leciti.

In secondo luogo questo provvedimento elimina l'obbligo degli intermediari, per esempio le banche, di segnalare operazioni di esportazione all'estero di capitali.

Il terzo aspetto da sottolineare è che questo provvedimento, se confrontato con gli altri Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito, è molto più accondiscendente nei confronti dell'evasore. Chi vuole beneficiare dello scudo fiscale negli Stati Uniti e nel Regno Unito deve pagare non solo il valore proporzionato al capitale esportato, ma pagare anche le tasse arretrate con gli interessi di mora e si applica, in aggiunta, una vera e propria sanzione. In Italia non ci sono ne il pagamento delle tasse arretrate ne la sanzione, si paga solo il 5% e si è a posto.

Perché è un grave provvedimento? Perché si lancia un segnale ai contribuenti, alle imprese e agli operatori in cui si dice che non è necessario rispettare le regole e pagare le tasse, basta pagare ogni tanto una piccola sanzione del 5% e si torna a posto con il fisco. Quindi, chi ha pagato le tasse ed è stato in regola con il fisco è stato uno scemo, una persona che ha fatto qualcosa che non andava fatto.

Questo è particolarmente grave, in un Paese come l'Italia nel quale, secondo le dichiarazione recenti delle amministrazioni fiscali, ogni anno vengono sottratti al fisco 200 miliardi di euro, cioè il 24,5% del reddito prodotto in Italia ogni anno non viene dichiarato al fisco. Chi evade le tasse, di fatto, svolge un azione deleteria nei confronti di tutti gli altri. L'impresa che evade le tasse ha un vantaggio competitivo rispetto all'impresa che paga le tasse, dovuta al fatto che ha più soldi a disposizione e svolge concorrenza sleale rispetto alle altre imprese. La presenza di evasori crea uno squilibrio che rischia di minare il modo di funzionare di un economia di mercato.

Un economia di mercato si fonda su relazioni fiduciarie, cioè sull'idea che il proprio partner commerciale sia una persona affidabile, che quando sarà il momento pagherà gli obblighi e gli oneri di cui si fa carico in un contratto.

L'adozione di provvedimenti come il condono fiscale e lo scudo fiscale generano incertezza sul comportamento degli altri. E' come se domani dicessimo “non è detto che puniamo il furto o l'omicidio”: si comincia a creare una situazione nella quale non sappiamo se il nostro partner sarà una persona rispettabile e affidabile.

Non solo il provvedimento è iniquo, perché si chiede troppo poco, non solo si sta concedendo di più di quanto avviene all'estero agli evasori, ma stiamo anche incentivando l'evasione fiscale proprio in un Paese nel quale l'ammontare dell'evasione annua è gigantesca. E' un fatto estremamente grave e preoccupante.

E' curioso ricordare che negli anni scorsi il ministro Tremonti, in varie trasmissioni televisive, si era impegnato pubblicamente dicendo che non avrebbe mai più adottato condoni fiscali, mentre invece, come al solito, ci troviamo nelle solite situazioni.

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