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IL BALLO DELLE ALLEANZE

Tra una decina di settimane l’anno sarà terminato ed i nostri politici, nessuno escluso, si sono mossi nel tentativo d’evitare al nostro Paese guai peggiori. Tenuto conto degli eventi interni ed internazionali, le possibilità di riuscita ci sembrano assai poche. Ma la manovra economica per il 2010, pur se ancora modificabile nei suoi contenuti generali, ha già accelerato le tenzoni sociali che sapevamo possibili proprio con l’autunno. Sul nodo delle “riforme”, ci saranno, tra l’altro, da convincere le forze sociali, che rappresentano la vera controparte per la politica italiana. Dall’inizio della scorsa primavera, avevamo manifestato le nostre perplessità circa la concreta realizzabilità del Programma Berlusconi. Ora i nodi sono venuti al pettine. L’Italia è ad una svolta. La realtà è assai più chiara che ieri. Senza specifici attenuatori sociali, rischiamo di giocarci il nostro ruolo in Europa. Nonostante l’ottimismo del Cavaliere, sempre più isolato, la questione resta quella correlata all’instabilità economica che è figlia di quella politica. In questa fase, poco controllabile, rischiamo di perdere la posizione che ci siamo faticosamente conquistata in UE. A dispetto di un Pil positivo ( anche se di poco) già dal prossimo gennaio. I nostri dubbi restano, però, a livello di competitività nazionale. Insomma, pur con tutte le assicurazioni di una pronta ripresa, non siamo ancora in grado d’offrire al Paese una terapia mirata per uscire più rapidamente da una crisi economica che ha fatto “vittime” anche in altri Paesi nel mondo. A livello interno, non ci sono più le premesse per ridare attendibilità al Bel Paese. A noi pare che l’aumento dei toni polemici dei partiti, d’entrambi gli schieramenti, sia solo un “vociare” di copertura per dare, poi, il solito consenso ai “tecnici” di governo per evitare il tracollo della nostra, già traballante, economia. Le imminenti consultazioni amministrative della prossima primavera rappresentano un nuovo segnale d’allontanamento da quella “tregua” istituzionale che riteniamo indispensabile per uscire dal gap con meno ossa rotte. Insomma, la rissa politica resta ancora la vera responsabile della deriva della nave Italia. Solo dall’estero, forse, c’è chi giudica più benevolmente il quadro italiano. Cercando di fare un distinguo tra scontro sociale e politico. Da noi, a questo livello, non resta che la severa applicazione della “par condicio”; rispettata quando fa comodo e che non toglie le castagne dal fuoco a nessuno. Tra certezze ed incertezze, ci si barcamena, assai meno bene che nella scorsa primavera; del resto neppure l’Esecutivo PdL e il suo alleato leghista non sempre condividono gli impegni. Mentre questo 2009 volge al termine, non ci rimane che portare pazienza per accertare, poi, i reali accordi di partito ed i rispettivi poli d’influenza. Solo di una cosa siamo certi, più che certi, anche questa volta ci sarà molto da fare, ma poco da concludere.

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