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Dal fronte siciliano: bollettino di guerra

Duelli all’arma bianca

Dopo la guerra delle sospensioni, i fedelissimi , una quindicina di deputati e senatori di Alfano e Schifani chiedono la testa di Micciché da sottosegretario alla presidenza, mentre i fedeli di Micciché chiedono le dimissioni di dell´assesore Milone reo di avere sparato a zero contro il suo collega di governo Russo .

Il Pdl siciliano sembra come la torre di Babele. In confronto i dissidi e dei litigi , degli anni passati ,della ex Democrazia Cristiana o fra i Socialisti, erano acqua e sapone, scherzetti da scolari rispetto ai colpi di scimitarra di oggi che calano sulla testa dei capi, capetti e galoppini.

C’è chi fa´ la lista degli ominicchi e mezzi uomini e chi fà la lista dei quaqquaraquà.

Le mareggiate di questo mare grosso li subisce il governo Lombardo, che dovrebbe contare sull’appoggio della maggioranza Pdl-Mpa.

A Palazzo dei Normanni, le minacce e le accuse riporatate dai giornali dei “tutti contro tutti” non fanno piu scalpore, sono diventate una tragica realtà.Il capogruppo parlamentare Innocenzo Leontini (area Schifani) che non fa sconti al governo Lombardo accusato (nella precedente formazione, Lombardo uno) di avere dirottato i soldi di Giampilieri a Siracusa, la provincia dell’assessore ai lavori pubblici Sorbello. Leontini prima di lui si erano espressi i “nemici” di Lombardo della Sicilia orientale, attraverso il personaggio più “sentito”, il senatore Pino Firrarello, che ha dato l’estrema unzione al governo regionale, proclamando il “tutti fuori” da casa Lombardo e nuove elezioni in primavera. Ma c’è un problema, Firrarello siede a Palazzo Madama, quelli che devono andare a casa siedono a Sala D’Ercole: i prima restano dove sono dopo il “tutti a casa”, i secondo no, devono ritornare in piazza ed investire quattrini e credibilità con due anni d’anticipo per fare un torto a Lombardo.

Quindi , mi dispiace ma non possiamo rinunciare alla poltrona.

Il governatore possiede una deterrenza che non può togliergliela nessuno.

Per come si sono messe le cose siamo al classico cul de sac, il vorremmo ma non possiamo. Il guado non consente di andare avanti né indietro, il peggio che possa capitare, perché mantenere la Sicilia in questa scarognata situazione è da delinquenti comuni. Prima o poi i siciliani finiranno di fare i vassalli e faranno quello che da decenni non hanno fatto, dando la possibilità appoggiando l´MPA, di creare una forza di controposizione ai politici di Roma. La siccità non è ancora arrivata da tutte le parti, ma ci siamo molto vicini.

Bisogna per forza vedere i sorci verdi, a quanto pare, prima di capire che un gioco per la presa di potere e fare della Sicilia e del Sud in genere, come delle Colonie di Roma.

La rottura fra il governatore e una vasta area del partito di maggioranza agli ordini di Schifani e Alfano, sembra insanabile. Le alternative con il PD non ci sono.Tre o quattro correnti di pensiero sul che cosa fare con Lombardo. Ma anche lì, la Sicilia orientale, area messinese del segretario regionale Genovese, vede Lombardo come il nemico da battere ad ogni costo e si trova oggettivamente con i berlusconiani duri puri e assetati di poteri del Pdl.

Ma generalmente il PD , come altrove ,cerca solo di rimpiazzare I tentativi di passare dagli umori e dalla bottega alla politica sono frustrati da vecchie ruggini fra capintesta che risalgono alle due anime del PD, alle antiche antipatie fra palermitani e messinesi,e fra questi e i catanesi sono nel mezzo.

Rosario Cambiano

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