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“I morti di Messina”…

… E “NOI SICILIANI”

di Salvatore Scaglia

Fioccano in queste ore slogan e concetti secondo cui “i morti di Messina non sono stati trattati come gli altri morti”.
Senza affermare che simili asserzioni siano totalmente infondate, interroghiamoci piuttosto su cosa facciamo noi siciliani della nostra terra: perché “i morti di Messina” non sono frutto del caso o dell'autocrazia berlusconiana o della stupidità di certo Settentrione.
Essi sono, razionalmente, l'effetto (prevedibile: nemmeno due anni fa a Giampilieri – ME – c'era stato un disastro analogo) della speculazione dei privati e dell'assenza di controlli da parte dei pubblici poteri.
Pensiamo dunque, noi siciliani, a quanto contino per noi le regole; che non sono burocrazia o vincoli o roba per “scassacabasisi”, bensì uno strumento importante di giustizia, che non può consentire l'edificazione su qualunque terreno e in qualunque luogo in modo dissennato.
Riflettiamo, noi siciliani, sul significato, prima che criminale, culturale del fenomeno mafia: sulle nostre stesse, e personali, responsabilità, sia quando votiamo sia nel nostro quotidiano.
Se non faremo tutto ciò, continueremo soltanto a piangerci addosso, a vedere nemici nello “Stato” e nel “Nord” e magari a pensare che la Sicilia possa vivere in uno splendido (?) isolamento rispetto al resto d'Italia e del mondo, contrariamente peraltro alla nostra condizione di, com'è stato detto, “ponte al cuore del Mediterraneo”.
Se l'atavico piagnisteo, che ci deresponsabilizza e non cambia nulla, è essere siciliani, io non lo sono.
E francamente me ne infischio che Lombardo mi possa dare dell'antisiciliano, come Berlusconi mi darebbe dell'antitaliano !

Salvatore Scaglia
Articolo tratto da:

FORUM (166) Koinonia

http://www.koinonia-online.it

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