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Gli indifferenti

“Quando non si è sinceri bisogna fingere: a forza di fingere si finisce per credere.
Questo è il principio di ogni fede.” (Alberto Moravia. “Gli indifferenti”)

La triste vicenda degli scranni vuoti a Montecitorio, deve indurre a domandarsi quanto sia urgente una dimensione etica, e morale nella politica italiana, e ancor più nel Partito Democratico che “dovrebbe” rappresentare il cambiamento, l'alternativa alla destra populista.
Qualcuno parla di una rivisitazione del codice etico del partito dopo la fase congressuale, con la ragionevole norma di “non rieleggibilità” per i parlamentari che superano un certo livello di assenze. Questo secondo Giuseppe Busia, sarebbe un segnale di moralizzazione dell'impegno politico e di rappresentanza a cui i parlamentari sono chiamati.
Si annunciano sanzioni severe, in realtà le sanzioni sono caratterizzate dal semplice richiamo, o da una sanzione pecuniaria, cioè il parlamentare assente perderebbe la diaria di 400 euro.
Questa vicenda ha il merito di portare alla luce situazioni verso le quali l'indifferenza della politica regna sovrana; si pensi al caso di Antonio Gaglione ex Dc, cardiologo, che ha il primato di ben 4045 assenze alle corrispettive votazioni, e non pare proprio che la prospettiva di una sanzione lo preoccupi particolarmente, né tantomeno il fatto che il presidente dei deputati Pd, Antonello Soro intenda chiederne le dimissioni dalla Camera. Del resto Gaglione ha definito il lavoro in parlamento
“frustrante e una perdita di tempo”, nel frattempo sta con le valige in mano pronto a trasferirsi al gruppo misto.
Che dire invece di Beppe Fioroni, un altro assenteista al voto sullo scudo fiscale, che dopo essere stato nel balletto delle primarie, sostenitore di Rosy Bindi dichiara che il posto acquisito in parlamento “lo annoia”. Per la precisione dobbiamo evidenziare che “le assenze ingiustificate” al voto di venerdì scorso, quando lo scudo fiscale ha ricevuto il via libera con venti voti di scarto (due in meno dei parlamentari del Pd assenti in Aula), sono un fatto grave, che giustamente sta agitando questo partito magmatico.
Anche nell'ambito Piemontese il Pd è in fibrillazione, infatti Maurizio Basile – coordinatore provinciale della mozione Marino, intervenuto alla convenzione provinciale del Pd, mette il focus sui 29 parlamentari del partito che venerdì mattina hanno disertato il voto alla Camera sullo scudo fiscale, un'assenza che ha favorito il governo spianando la strada all'approvazione del decreto.
Si è parlato perfino di probabile richiesta di dimissioni. Ovviamente le reazioni sono state tempestive, Stefano Esposito venuto a conoscenza di tali accuse, ha replicato di essere stato assente per malattia, accusando Basile e Tricarico (candidato della mozione Marino) di essere i nuovi rappresentanti della giustizia sommaria.
L'immagine che ne esce da tutto ciò, è sicuramente sconfortante oltre che inquietante nella sua evidente contraddizione su tutto quello che riguarda l'aspetto democratico delle questioni importanti come lo scudo fiscale e la libertà di stampa, che in questo contesto si intrecciano per la rilevanza che assumono anche in ambito europeo, infatti la nuova legislatura dell'Europarlamento, nella ripresa della nuova serie di appuntamenti istituzionali, ha in agenda la discussione sulle anomalie italiane, che continua a vedere contrapposte le eurodelegazioni nazionali del partito di maggioranza (Pdl e Lega), e dell'opposizione (Pd, Idv e Udc).
E' in programma per giovedì 8 ottobre a Bruxelles un dibattito sulla libertà di stampa in Italia, che si basa sulle critiche da parte di autorevoli giornali stranieri, si prevede la ratifica di una risoluzione per il 21 ottobre con voto nella sessione plenaria di Strasburgo. Il merito di questa iniziativa va al leader del gruppo liberaldemocratico Alde, l' ex premier belga Guy Verhosfstadt, dopo la richiesta della componente Italia dei Valori tramite l'eurodeputato Luigi De Magistris e il capo delegazione degli eurodeputati Niccolò Rinaldi. Di Pietro, ha confermato la sua presenza a Bruxelles per il dibattito sulla libertà di stampa con anche il capogruppo Pd Davide Sassoli.
Intanto il leader dgli eurodeputati del Pdl Mario Mauro sta corazzando l'opposizione anche all'interno dell'eurogruppo del Ppe. Il centrodestra accusa Idv e Pd di strumentalizzare l'Europa per fini di politica interna, volta a colpire Berlusconi rilanciando in tale sede il conflitto d'interessi dovuto al controllo diretto e indiretto delle sue reti televisive, della Rai e altri media come “il giornale” e i periodici Mondadori.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto di evitare che l'Europarlamento sia coinvolto in questioni di polemiche e politiche interne, o una istanza d'appello rispetto a quanto deciso dai Parlamenti e dai governi nazionali. Questa valutazione da Parte del presidente della Repubblica, sembra non tenere conto del fatto che in tale deficit democratico interno alla nostra politica, appellarsi al parlamento europeo potrebbe essere oltre che necessario, addirittura doveroso da parte dei gruppi parlamentari d'opposizione. Non a caso De Magistris ha accusato Napolitano di voler “addormentare le coscienze” e di voler far passare sotto silenzio l'esistenza in Italia di una “emergenza democratica”. Rinaldi ha inoltre evidenziato che “l'Europa istituzionale non ha solo il diritto, ma anche il dovere di vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali nei Paesi membri dell'Ue”.
Il fatto che l'eurodelegazione del Pdl stia stringendo alleanze per tentare addirittura di far saltare il dibattito in aula giovedì prossimo, la dice lunga sulla gravità della emergenza democratica a cui stiamo assistendo.
Viene il dubbio che non abbia poi così tanto delirato Di Pietro dicendo che se il capo dello Stato ha rimandato in Parlamento un provvedimento che non gli piaceva (lo scudo fiscale), l' avrebbe fatto perchè tanto sarebbe stato approvato di nuovo perchè le forze dell'opposizione non gli avrebbero garantito il loro sostegno.
L'impressione è che il Pd si preoccupi troppo poco del fatto che l'atteggiamento superficiale rispetto alla approvazione dello scudo fiscale potrebbe essere un Feed-bak molto negativo rispetto alla emorragia di voti, che continueranno a defluire all'Idv che, forse in modo un po' grossolano, ma congruente con il sentimento di frustrazione degli elettori, è in realtà l'unica opposizione esistente, o perlomeno come tale viene percepita dagli elettori. A questo il Pd non dovrebbe essere indifferente.

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